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Il fascino e la storia della civiltà nuragica, conferenza a Senigallia

Venerdì 29 marzo, organizza Italia Nostra

Nuraghe

Venerdì 29 marzo alle ore 17 nella sala conferenze del Palazzetto Baviera di Senigallia la dott.ssa Fulvia Lo Schiavo, già soprintendente archeologo in Toscana, terrà una conversazione sulla civiltà nuragica della Sardegna, partendo dal complesso nuragico di Arrubiu di Orroli, noto come Il Gigante Rosso per allargare lo sguardo alla vita quotidiana della popolazione, al lavoro, alla religiosità e alle complesse tecniche costruttive delle “grandi torri”, le più imponenti strutture megalitiche del Mediterraneo occidentale nel II Millennio a.C.


Il nuraghe Arrubiu il più monumentale dell’Isola, è un complesso a pianta complessa, pentalobato, ovvero con una torre centrale, intorno alla quale sono erette cinque torri, collegate l’una all’altra da possenti cortine murarie rettilinee che racchiudono un cortile irregolarmente pentagonale.

Questo corpo centrale è circondato da un’altra struttura muraria con sette torri, mentre lungo il lato meridionale si distingue una seconda serie di quattro torri. Il nuraghe, abbandonato forse a seguito di crollo fra la fine dell’Età del Bronzo e l’inizio dell’Età del Ferro (X-IX secolo avanti Cristo) è stato poi occupato in età romana, continuativamente dal II secolo avanti Cristo al V dopo Cristo, con l’installazione di due impianti artigianali per la produzione del vino

Ma la civiltà dei nuraghi, pur con tutta la sua unicità, è strettamente connessa con il contesto del Mediterraneo, soprattutto tramite è il commercio del rame, che è l’altro tema della conferenza.

La Sardegna ne era uno dei centri di produzione. Il catalogo di tutti i ritrovamenti di lingotti di questo materiale rivela una notevole diffusione di tali manufatti nei siti costieri e nelle grandi isole di Cipro, Creta e Sardegna, ma con estensione anche alla costa Sirio-Palestinese, al Delta del Nilo e fino alle coste della Bulgaria sul mar Nero.

Attraverso le stesse rotte marittime consolidate, le navi del periodo trasportavano anche altre merci, di produzione artigianale e agricola.

Le recenti scoperte archeologiche raccontano della Sardegna una storia diversa da quella più diffusa: anziché regione isolata e lontana dai contatti più fecondi, l’Isola è stata luogo di scambio materiale e culturale centrale nel sistema delle relazioni geopolitiche in età preistorica.

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