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L’omaggio della Pallacanestro Senigallia a Pierantoni, capitano e bandiera

Il 17 marzo una data da ricordare non solo per il successo col San Severo ma per il giusto tributo a un simbolo del basket locale

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Mirco Pierantoni

Domenica 17 marzo, una data che rimarrà negli annali della Pallacanestro Senigallia.

Reduce da quattro sconfitte consecutive, la Goldengas è riuscita a tornare al successo, nella 25ª giornata di serie B, nella maniera più roboante: al PalaPanzini è caduta infatti 79-72 la dominatrice del campionato San Severo, che era l’unica squadra in Italia, dalla serie A ai dilettanti, a non avere mai perso, firmando 22 successi in altrettante partite.

Decisivo il minuto finale, che ha regalato il successo al quintetto di Foglietti, trascinato dai canestri decisivi di Giampieri e dalla sostanza di Mirco Pierantoni (miglior realizzatore con 19 punti, oltre a 6 rimbalzi).

Per il capitano, non era una partita come le altre.

Nel giorno della presenza numero 501 in biancorosso, la società ha infatti deciso di premiarlo prima del match in un PalaPanzini tutto in piedi per il giusto tributo alla bandiera e simbolo per eccellenza del basket senigalliese.

Nella targa della società, si leggono tra le altre cose il riconoscimento di guida “forte e gentile”, il ricordo di “500 battaglie e di canestri e vite divise per lungo tratto”.

Un momento che ha emozionato il pubblico, che in pochi istanti ha rivolto lo sguardo con la memoria a quasi 20 anni di successi (tanti) e delusioni (molte meno, benché amare): Pierantoni era infatti già in campo nel lontanissimo 2002, quando in un PalaPanzini gremito Senigallia batté Cesena nella bella della finale play-off salendo per la prima volta in serie B2.

“Debbo essere io a ringraziare 501 volte – ha sottolineato l’ala-pivot classe 1981, nativa di Fano ma alla Goldengas, allora Barzetti, già nel 2001 – Grazie alla società per la targa piena di parole bellissime che rimarranno per sempre indelebili nel mio cuore e a tutta la Senigallia sportiva che non ha mai smesso di volermi bene. Non saprei proprio come potermi sdebitare”.

Dalla storica bandiera senigalliese anche due pensieri non banali, da capitano vero: “un grazie anche a chi ha fatto parte in questi anni della famiglia Goldengas e ci ha lasciato troppo presto, ma dall’alto è sempre al nostro fianco – ha evidenziato – e ai ragazzi del settore giovanile, giovani campioni, per gli autografi che mi hanno regalato.

Non smettete mai di divertirvi assieme in un campo di basket”.

Il suggerimento più importante di un simbolo vero in un’epoca ormai senza più bandiere.

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