“Una sfavillante piazza Simoncelli chiusa da un Palazzo Gherardi in rovina”
"Il futuro di quella parte del centro storico di Senigallia rischia di essere questo"
Leggo che il sindaco Mangialardi avrebbe dichiarato di voler completare la nuova Piazza Simoncelli entro il 2020, termine ultimo del suo mandato.
Il cosiddetto ‘restauro filologico’ – che purtroppo di filologico sembra avere solamente l’intenzione, poiché quanto ad attuazione si pone piuttosto nel campo della invenzione, – dovrebbe come ormai si sa portare ad una piazza dominata da una grande Stella di David al cui centro dovrebbe quindi porsi una ‘fonte ebraica’, a ricordare la presenza e la storia dell’antico ghetto di Senigallia.
In primo luogo sarebbe forse opportuno riflettere sulla nozione di ‘restauro filologico’. Se ad essa vogliamo conferire la significazione di recupero storico con inserzioni moderne comunque attento alla lettera dell’originale comprendiamo immediatamente che da ciò siamo ben lontani nel caso di Piazza Simoncelli: dovremmo forse parlare di un ‘restauro suggestivo’, ossia di intervento che tende a suggerire all’osservatore quella che è stata la storia del luogo, o che si presume sia stata tale, a mezzo di affascinanti invenzioni.
Se per il Ghetto di Senigallia la logica ci lascia supporre che uno spiazzo con stella di David difficilmente avrebbe potuto sussistere in un luogo sì fortemente abitato – l’attuale piazza era perlopiù occupata da edifici densamente popolati, – né tantomeno avrebbe potuto essere pubblicamente esibito in una cittadina della provincia pontificia, per il Torrione Isotteo ci limitiamo a prendere per buona l’ipotesi che lo situerebbe al principio degli attuali Portici Ercolani, come sembra suggerire l’andamento irregolare della pavimentazione del primo portico.
Supponendo anche che il ‘restauro suggestivo’ ci possa piacere – non è il caso del sottoscritto, – resta tuttavia un problema cronologico nella gestione delle finanze comunali da non trascurare: il sindaco Mangialardi sostiene che troverà il denaro necessario all’intervento per la piazza entro il 2020, e noi si spera che egli vi riesca, ma allora vien legittimamente da chiedersi perché il Comune, dal lontano 1997, non sia mai riuscito a reperire i fondi necessari ad un restauro molto più urgente che è quello di Palazzo Gherardi.
Fin dai tempi della disastrosa proposta di una giunta precedente, quella di trasformare il Palazzo in appartamenti di lusso, il Comune è sembrato incapace o non interessato a risolvere lo spinoso problema di questo edificio che porta con sé il difficile e impegnativo legato del conte Adolfo Gherardi, ossia la sua ferma volontà di donare il fabbricato a vantaggio dell’istruzione dei giovani poveri della città.
A fronte di quanto appena considerato risulta pertanto evidente che il rischio è che ci si ritrovi ad avere una sfavillante nuova Piazza Simoncelli chiusa, su un lato, da un Palazzo Gherardi a pezzi ed in rovina.
Se vi è intenzione di raccogliere i fondi necessari al fine di realizzare un ‘falso storico’ come la nuova Piazza Simoncelli, si dovrebbe fare altrettanto per un bene imprescindibile come Palazzo Gherardi che attende d’essere restituito ai senigalliesi da più di vent’anni.
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