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Agricoltura ed evoluzione della specie, Roberto Papa ne ha parlato al Rotary

Il professore, con oltre 90 pubblicazioni scientifiche, ha tenuto una conferenza a Senigallia

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Roberto Papa

Charles Darwin: l’Agricoltura come laboratorio dell’Evoluzione. È stato questo l’interessante argomento dell’incontro organizzato dal Rotary Club Senigallia che ha visto protagonista il prof. Roberto Papa.


Il relatore, con all’attivo novanta pubblicazioni su riviste internazionali, ha diretto il Centro di Ricerca per la Cerealicoltura del CRA, oggi Consiglio per la Ricerca in Agricoltura (CREA) e, attualmente, è Professore Ordinario in Genetica Agraria presso il Dipartimento di Scienze Agrarie Alimentari e Ambientali dell’Università Politecnica delle Marche.

Dopo l’introduzione del presidente Learco Perini, il prof. Papa ha ricordato che, proprio in questo periodo, sono decorsi 210 anni dalla nascita del celebre naturalista britannico, sottolineando inoltre come l’agricoltura abbia rappresentato, per Darwin, una materia fondamentale per i suoi studi sull’evoluzione.

Nella sua opera più conosciuta – L’Origine delle Specie– l’autore parla di agricoltura dedicando alla domesticazione di piante e animali il primo capitolo. Per Darwin il cambiamento che le piante e gli animali hanno subito, da quando l’uomo ha iniziato a coltivarle, è una dimostrazione del fatto che tutti gli organismi viventi discendono da un antenato comune e del ruolo fondamentale svolto dalla selezione nel determinare l’adattamento all’ambiente.

Le specie addomesticate dall’uomo, rispetto a quelle selvatiche, hanno subito grandi cambiamenti e presentano molta variabilità proprio per quelle caratteristiche utili a noi: infatti, per quelle specie dove sono i semi (fagiolo) o i frutti (pomodoro) ad essere utilizzati dall’uomo, sono questi ad essere più grandi e variamente colorati rispetto alle piante selvatiche da cui sono stati selezionati. Diversamente, per le colture di cui si usano altri parti della pianta, come la lattuga e la carota, l’aumento della dimensione e la maggiore variabilità di forme e colori, si osservano rispettivamente per le foglie e le radici indicando nella selezione operata la causa di tale variazione. Inoltre, Darwin sottolinea che molte delle principali specie coltivate non sarebbero in grado di sopravvivere in un ambiente selvatico. Come in una simbiosi, le piante coltivate forniscono cibo mentre l’uomo si prende cura della loro riproduzione.

Nel corso degli ultimi diecimila anni e particolarmente nell’ultimo secolo che ha visto una esplosione demografica senza precedenti, l’uomo ha legato indissolubilmente la propria sopravvivenza alla produttività dei sistemi agricoli e all’agro-biodiversità. Per questo, è di fondamentale importanza conservare la diversità genetica di piante e animali, sia delle forme domesticate che di quelle selvatiche, e promuovere la ricerca scientifica in questo ambito, insieme agli strumenti per il miglioramento delle colture e il loro adattamento ai cambiamenti climatici in un’ottica di agricoltura sostenibile.

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