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Quella volta che un anconetano salvò la Vigor Senigallia dagli assalti dei suoi concittadini…

Storia affascinante da un derby del passato, quando un portiere giovane e basso fu un gigante, vincendo lo scetticismo dei tifosi

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Enzo Matteucci

Fallimenti e mancate iscrizioni hanno costretto le principali realtà calcistiche anconetane e senigalliesi più volte a ripartire, ma in cento anni di scontri diretti un minimo comune dominatore lo si trova: Ancona spesso vittoriosa, con un netto vantaggio nei precedenti storici, Senigallia però autrice di rari ma indimenticabili exploit.

Negli occhi dei tifosi vigorini meno giovani è ancora presente il gol di Nemo che l’8 novembre 1981 permise all’allora US Vigor 1921 di sbancare il Dorico: per 37 anni, fino al pareggio dell’andata al Del Conero in questa stagione, l’ultimo scontro diretto nel capoluogo tra biancorossi e rossoblù.

Ma andando ancora più indietro nel tempo, ci sono altri derby e personaggi, oggi spesso dimenticati, che andrebbero riscoperti.

Lo sguardo volge fino al 1953, quando a sorpresa la Vigor riuscì a strappare un punto ad Ancona proprio grazie ad un anconetano: il suo portiere, Enzo Matteucci.

Un grande portiere, Matteucci, anche se non fisicamente: era alto appena 172 cm.

La Vigor lo prese nel 1952, diciannovenne, per schierarlo tra i pali nel campionato di serie D: il debutto in un torneo così importante per il giovane estremo difensore, anconetano doc, che fino a quel momento aveva giocato solo in squadre minori del capoluogo, come la gloriosa Andreanelli.

In quella D c’è pure l’Anconitana, che ovviamente parte favorita nello scontro diretto al Dorico dell’11 gennaio 1953.

Qui, ci viene in aiuto un vecchio numero della Voce Misena, giornale senigalliese ancora adesso presente, che in poche righe ci riporta ad un’epoca di accese rivalità e campanilismi che oggi ci appaiono lontani e difficili da comprendere.

Alla vigilia del match secondo il cronista di allora i tifosi vigorini avrebbero espresso “giudizi non troppo favorevoli” sull’opportunità di schierare tra i pali Matteucci.

E il cronista si mostrava addirittura comprensivo ritenendo “giustificati”  questi dubbi: la colpa, se così si può chiamare, era quella di essere un anconetano a difesa della porta della Vigor contro la squadra della sua città.

Come andò è presto detto. Matteucci fu letteralmente miracoloso, abbassando ripetutamente la saracinesca e permettendo ai rossoblù, come mai prima e solo altre due volte dopo, di uscire indenni da Ancona (0-0).

Una prestazione rimasta nella memoria anche dei tifosi dorici più anziani, che però conoscevano forse meglio dei senigalliesi le straordinarie capacità del loro concittadino.

Il piccolo, ma grande, portiere dalla Vigor da quella stagione spiccò il volo: Anconitana, Samb in C, poi in serie A con l’Inter del presidente Angelo Moratti, dove fu l’erede del portiere della nazionale Giorgio Ghezzi.

Matteucci comparve in nerazzurro anche nella copertina della trasmissione Telesport, in onda la sera prima del telegiornale.

Dopo altre stagioni in serie A con Spal, Roma e Sampdoria, chiuse la carriera nel 1970 al Casale.

A soli 58 anni, nel 1992, Matteucci è morto di Sla: anche per questo la sua storia e quella partita dove quasi da solo salvò la Vigor, meritano di essere conosciute.

Nella foto, Matteucci in una figurina del celebre album Calciatori Panini, quando nel 1968 militava nella Sampdoria.

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