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Report Libera a Senigallia: “Mafia marginale, ma tanta corruzione nelle Marche”

Presentati nella sala del Consiglio comunale i dati di una ricerca: ecco cosa pensano i marchigiani

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Presentazione Report Libera

“Nelle Marche la mafia non si manifesterà mai nelle forme di altre regioni, quelle forme convenzionali che ben conosciamo, ma potrà comunque farlo usando strumenti diversi, approfittando dei sistemi corruttivi ed è su questo che dobbiamo lavorare: dobbiamo farci trovare pronti a combattere tali fenomeni di criminalità silente”.


A dichiararlo è il Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Ancona Sergio Sottani, intervenuto nella mattinata di venerdì 22 febbraio nella sala del Consiglio comunale di Senigallia, dove è stato presentato il rapporto LiberaIdee dell’associazione Libera: una ricerca sulla percezione della presenza della mafia e della corruzione nelle Marche, dove gli intervistati sono stati 300, il 50% dei quali under 18, in grandissima parte studenti di nazionalità italiana con un sostanziale equilibrio tra uomini e donne.

“Generalmente si tende a minimizzare– ha aggiunto Sottani – ma i rapporti più recenti della Direzione Investigativa Antimafia descrivono la regione come appetibile per la criminalità organizzata, sebbene non sia nemmeno il caso di enfatizzare il problema”: insomma, come ha sottolineato il presidente del Consiglio regionale delle Marche Antonio Mastrovincenzo, “le Marche non sono più un’isola felice. Dobbiamo tenere alta la guardia”.

Interessanti i dati emersi, che dovrebbero far riflettere la politica, nazionale e locale: il 45% degli intervistati si tiene infatti al corrente dei fatti politici ma non intende parteciparvi, il 24% non è interessato o ne è addirittura disgustato.

Sebbene la diffusione della corruzione sia considerata inferiore rispetto alla media nazionale, il dato del 53% (tra molto diffusa e abbastanza diffusa) è comunque allarmante, specialmente andando ad analizzare nel dettaglio chi è percepito dagli intervistati come corrotto: nel 54% dei casi si tratta di membri del Governo e del Parlamento, nel 45% di componenti di partiti politici, nel 39% di funzionari pubblici che assegnano appalti, nel 27% di imprenditori, nel 21% di amministratori locali e nel 19% di forze di polizia.

Quando non si denuncia un fatto di corruzione, lo si fa generalmente – sempre nella percezione degli intervistati – per la paura delle conseguenze (82%)., ma c’è anche la convinzione che “la denuncia sia del tutto inutile perché non cambierà mai nulla”: 37%.

Il 45% delle persone ascoltate non fa inoltre parte di associazioni di alcun tipo.

La politica, insomma, è percepita come qualcosa di altro, sul quale ci si informa ma senza partecipare e nei confronti del quale c’è sfiducia e diffidenza.

Secondo la gran parte degli intervistati, ben il 75%, la mafia è un fenomeno globale, eppure il 48% la percepisce ancora oggi come nettamente marginale nelle Marche, un dato quasi doppio rispetto a quello emerso nelle altre regioni: addirittura il 19% ritiene che la mafia nella nostra regione non sia socialmente pericolosa; inoltre, per il 78% la mafia è diversa dalla criminalità comune mentre il 55% non sa che anche nelle Marche ci sono beni confiscati alle mafie.

Presentazione Report LiberaA raccontare il fenomeno mafioso nella maniera migliore è il cinema (21%), seguito da lezioni a scuola (16%), televisione e giornalismo (14%).

Traffico di droga (71%), sfruttamento della prostituzione (32%) e lavoro nero (31%), sono per i marchigiani i campi in cui la presenza della mafia si presenta maggiormente nelle Marche.

Sempre nella sala del Consiglio comunale, nel pomeriggio di venerdì 22 febbraio, dalle ore 16, si terrà un seminario di approfondimento su “Mafie, corruzione e illegalità economica”, mentre alle 18 all’auditorium San Rocco il tema sarà “Marche: isola felice?”: in entrambi i casi interverranno il Procuratore Generale Sottani e Stefano Busi, presidenza di Libera.

Altri incontri nell’ambito di LiberaIdee sono previsti in tutta la regione fino al 28 febbraio.

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