Alla Chiesa dei Cancelli la presentazione del libro “Le stelle di Lampedusa”
Si terrà domenica 24 febbraio alla Chiesa dei Cancelli
Si terrà domenica 24 febbraio, alle ore 17 alla Chiesa dei Cancelli, la presentazione del libro “Le stelle di Lampedusa” di Pietro Bartolo. L’iniziativa è organizzata dalla Commissione per le Pari opportunità tra uomo e donnadella Regione Marche, dal Comune di Senigallia e dall’Assemblea legislativa delle Marche.
Dopo i saluti del sindaco Maurizio Mangialardi e della presidente della Commissione Meri Marziali, Stefania Pagani dialogherà con l’autore. La discussione sarà intervallata dalla lettura di alcuni brani del libro a cura di Alessio Messersì.
Quando Pietro Bartolo, medico di Lampedusa, vide Anila per la prima volta rimase di sasso. Quella bambina non avrà avuto più di dieci anni. Che cosa ci faceva una creatura così piccola, da sola, in una nave piena di naufraghi disperati? Di solito, ragionò, i bambini di quell’età arrivano qui in Italia accompagnati dai genitori, o da un amico di famiglia o da qualche altro adulto conosciuto lungo il viaggio.
Allo stupore di quel primo istante seguì una certezza: l’arrivo a Lampedusa per Anila non era la fine di un lungo viaggio ma solo una tappa intermedia, un nuovo punto di partenza verso il suo vero obiettivo, trovare la mamma “da qualche parte in Europa” e salvarla. Da tutto. Dalla prostituzione, dal vudù africano che la teneva in scacco, dalla non meno malefica burocrazia occidentale, ma soprattutto dai suoi stessi sensi di colpa.
Pietro Bartolo accetta di accompagnare Anila lungo questo suo nuovo percorso. E, attraverso i suoi occhi neri e profondissimi, si proietta dentro l’interminabile incubo dei tanti migranti bambini che negli anni sono arrivati – da soli – sulle coste italiane: la miseria di Agades, la traversata del deserto, gli orrori delle carceri libiche, il terrore del naufragio nelle acque gelide di un Mediterraneo invernale e ostile.
A metà strada esatta tra un romanzo di formazione e un documentario, queste pagine ci permettono di toccare con mano, di scoprire in prima persona che cosa c’è davvero dall’altra parte dell’”allarme immigrazione”, quello che troviamo rilanciato negli slogan più beceri di questo medioevo permanente in cui la politica ci ha catapultati.
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