Dopo oltre dieci anni è sempre acceso il dibattito sulla Complanare di Senigallia
Un'ironica frase su Facebook scatena decine di commenti. E il sindaco rivela un retroscena sullo svincolo in via Capanna...
“Ma quelli che 10 anni fa manifestavano contro la complanare, adesso la prendono?”. E’ da questa ironica domanda postata sul gruppo Facebook “Sei di Senigallia se…” che ha preso il via da qualche giorno un acceso dibattito virtuale su un tema che, dopo oltre dieci anni, ancora divide.
Scorrendo i commenti si nota come non vengano risparmiati attacchi a chi, ai tempi della presentazione del progetto, si organizzò in comitati di quartiere per dire no all’opera come veniva proposta o per cercare di ottenere tutte le possibili mitigazioni a fronte di un asse viario così impattante sulla viabilità e sul piano paesaggistico.
Ma ora che la complanare a Senigallia è realtà, le fazioni schierate ora sono un po’ diverse: ci sono quelli che apprezzano in toto l’opera, quelli che reclamano perchè doveva essere realizzata per tutta la lunghezza del territorio comunale, quelli che rispondono agli attacchi ricordando che le proteste dell’epoca erano l’unico mezzo per contrapporre temi ambientali a quelli dell’asfalto a tutti i costi, così come era la via per cercare di ottenere dei risarcimenti congrui a fronte di un esproprio dei terreni proposto alla risibile cifra di 1,60 euro al metro quadro.
Infine c’è una grande fetta degli utenti intervenuti nel dibatto on-line che definisce la complanare “zoppa” perchè priva di un’uscita che la colleghi direttamente con via Capanna. Una possibilità, questa, che all’epoca fu osteggiata da uno dei comitati, che nel quartiere raccolse firme contro lo svincolo. Ma non furono quelle firme a bloccarne la realizzazione.
Il sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi, anch’egli intervenuto nella discussione e che all’epoca era Assessore ai Lavori Pubblici, ne rivela il retroscena: “Allora raccolsero 1000 firme per non farla realizzare. Sicurante non sono state quelle, ma il fatto che l’uscita avrebbe comportato la nuova approvazione del progetto e il possibile (certo) ricorso da parte dei comitati di allora, che avrebbe compromesso l’intera opera. Non ho voluto rischiare”.
Difatti si potrebbe pur sempre "essere di Senigallia" qualora ci dicessero, una volta per tutte:
- come mai quella infrastruttura stradale (Complanare) , che doveva essere un gentile e generoso regalo alla città, è di proprietà di Società Autostrade e che , visto il celere procedere verso sud della quarta corsia, tra qualche anno l’utilizzerà con questa funzione.
- Se quelle cinque rate da €. 500.000 da versare a Società Autostrade (Deliberazione del Consiglio Comunale del 2006) siano state versate, o stornate, o abbuonate o quant’altro.
- se quei terreni di proprietà comunale di quasi 3 ettari a ridosso della Complanare , e non pagati da Società Autostrade, siano stati ascritti alla voce perdite (o costi) oppure siano bellamente passati in cavalleria.
- se il rilevamento dei dati relativi al traffico dell’infrastruttura ( le previsioni parlavano di oltre 22.000 veicoli/equivalenti bidirezionali spostati entro il 2020 sulla complanare e lo spostamento dell’86% dalla statale) voglia essere gentilmente consegnato alla città da parte di Società Autostrade, per vedere se quella ricetta tanto accattivante sia stata poi realistica. Per il momento c’è da costatare che Società Autostrade , tolto qualche trimestre iniziale, è da tempo che non presenta più i dati dei rilievi al Ministero ( chissà perché?).
- se, sempre Società Autostrade, voglia fornire alla città i risultati dei rilievi atmosferici dal momento che , dalla fine dei lavori non ha più consegnato i dati trimestrali alo Ministero (chissà perché?).
- se la Valutazione di Impatto Ambientale degli svincoli che erano tenuti chiusi per la relativa mancanze e aperti in via straordinaria il giorno dell’alluvione, sia stata effettuata e presentata in Regione . Parrebbe, anzi pare, che nessun documento integrativo sia , da allora, fatto pervenire al competente ufficio regionale.
Pertanto, se incomplete, le frasi ironiche rischiano di essere monotoniche
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