“Meglio leggere tutto il libro su Senigallia prima di giudicare”
La risposta del curatore Severini a Pergolesi: "opera frutto di una scelta, una selezione, la ricerca storica non può essere esaustiva"
Rispondo brevemente a Domenico Pergolesiin merito alle osservazioni sul volume “Senigallia. Una storia contemporanea”di cui sono curatore.
Filippo La Porta ha ricordato di recente come il noto critico Alfonso Berardinelli abbia giudicato “Il pendolo di Foucault” di Umberto Eco leggendo solo la prima pagina, impegnandosi poi ad argomentare tale scelta. Questa impostazione non ci interessa.
Il libro va letto tutto e non valutato sulla base di una sommaria lettura di qualche parte e dei suoi indici (pari peraltro a 24 pagine!).
Le manifestazioni pubbliche indicate da Pergolesi vengono citate nell’opera, gli autori solo in parte.
Perché un libro è frutto di una scelta, di una selezione, in questo caso di lunghe discussioni tra 28 autori e autrici che hanno portato, dopo due anni e mezzo, all’esito finale.
Nell’Introduzione del volume vengono specificate sia le questioni di metodo adottate sia la rinuncia programmatica a fare di questo libro un’opera esaustiva: “L’esaustività non è un criterio proprio della ricerca storica; così come non lo è l’oggettività, così spesso ed erroneamente chiamata in causa. La ricerca storica è un’attività soggettiva e razionale che trova, fin dai tempi di Erodoto, nello studio, nella selezione, nella narrazione e nell’interpretazione i propri elementi costitutivi. Alla luce di tutto ciò, invitiamo i lettori a considerare questo tomo un punto di partenza e non di arrivo” (p. VII dell’Introduzione).
In secundis, il sottoscritto e gli autori hanno preferito concentrare le loro ricerche non su temi già trattati e oggetto di studio, ma su quelli che hanno contribuito a scrivere una pagina nuova e incisiva della storia cittadina.
Non viene citata Paola Gassman, d’accordo. Ma quanti pacifisti, obiettori, politici, volontari, preti, intellettuali, animatori della stagione d’oro del turismo, cittadine e cittadini rischiavano di continuare a essere estromessi dalla vicenda storica di questa città? E, soprattutto, quanti di loro si sono adoperati, in maniera costruttiva, per migliorare, aggiornare e modernizzare la vita pubblica di Senigallia?
Quanto alla dimensione artistica cittadina, oggetto di diverse opere reperibili nella nostra Biblioteca civica, ci è sembrato più interessante affidare il compito di ricostruire quel secolo di vivace attività che va dai primi dell’Ottocento alla Grande guerra: un periodo di committenze e presenze artistiche vivido quanto obliato.
Sono stato educato all’opera pittorica di Giorgio Ciacci da mio padre, che nella sua casa si dilettava a spostare in continuazione i quadri belli e intensi dell’artista senigalliese.
Ma questo non può costituire un criterio-guida per un’opera scientifica e d’insieme quale “Senigallia” effettivamente è.
Infine, la considerazione sul peso del volume. Io per primo avrei voluto fare un libro diverso – che, comunque, in formato 17X24, prima dell’estate arriverà nelle librerie cittadine – ma un insieme di circostanze indipendenti dalla volontà mia e degli autori lo hanno impedito. Tuttavia, sul “peso” finale hanno inciso, e non poco, la ricchezza, la bellezza e la complessità della storia di questa città, del circondario e dei suoi abitanti.
Da qui l’opera sì “pesante”, ma figlia di una progettualità condivisa e aperta, preferita a una smilza e “light”, di quelle tante volte viste e capaci di dire poco o niente di nuovo.
Alla prossima, costruttiva, critica, magari da condividere “in presenza” dei cittadini. Il volume sarà presentato venerdì 22 febbraio all’Auditorium di Scapezzano (ore 18.00) e giovedì 28 seguente (ore 21.00) presso la sede di Arvultura.
Marco Severini
Presidente dell’Associazione di Storia Contemporanea
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