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“Boschi urbani, un atto dovuto. Facciamo chiarezza”

"Farli passare come esempio virtuoso, in grado di suscitare 'grande interessamento' è un'esagerazione"

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Bosco urbano alla Cesanella

Si è recentemente tornati a discutere dei boschi urbani in concomitanza della partecipazione del sindaco di Senigallia al Forum sulle foreste urbane, svoltosi a Mantova dal 28 novembre al 1 dicembre. In quell’occasione il valore di queste opere fu probabilmente enfatizzato, tanto che Senigallia fu definita, con nostro stupore, un “modello internazionale per la gestione del verde urbano”. Per questo riteniamo necessario fare chiarezza su questo tema.

I boschi urbani (o di riforestazione per l’assorbimento del carbonio) derivano da un accordo fra Regione Marche e Società Autostrade in occasione della realizzazione della terza corsia autostradale e, nel caso di Senigallia, anche della complanare.

L’accordo stipulato prevedeva un piano di riforestazione con piante autoctone finalizzato all’assorbimento di carbonio, in linea con gli obiettivi del piano nazionale di riduzione di gas serra, in adempimento al protocollo di Kyoto. L’intervento di compensazione ambientale prevedeva l’aumento della superficie forestale regionale privilegiando il recupero di territori abbandonati e la protezione dai rischi di dissesto. Il piano prevedeva interventi distribuiti su 19 comuni per complessivi 420 ettari di territorio divisi in 60 aree.

L’intervento, che dovrebbe consentire nel complesso un potenziale assorbimento di CO2 variabile nel tempo da circa 11mila a 27mila tonnellate, sarà finanziato da Autostrade per l’Italia e realizzato a cura degli enti territoriali interessati sulla base di apposite convenzioni. La società Autostrade cura la progettazione esecutiva, i comuni appaltano i lavori e, dopo cinque anni di manutenzioni a carico dell’appaltante (a garanzia dell’attecchimento avvenuto), subentrano nella gestione.

È prevista la realizzazione di tali opere in tutti i comuni interessati dai lavori della terza corsia autostradale e non solo. Riassumendo: il costo degli interventi sarebbe stato a carico della Società Autostrade, mentre compito dei comuni era quello di individuare e mettere a disposizione le aree per gli interventi. Preferibilmente aree degradate che necessitavano di un’opera di recupero.

I progetti sono stati realizzati dalla Società SPEA Autostrade (Spea Engineering S.p.A.) una società di ingegneria del gruppo Atlantia. Con una tipologia di intervento, come quella scelta in questo caso, il raggiungimento dell’obbiettivo prefissato, della piena compensazione della emissione della CO2, si dovrebbe ottenere dopo circa 12 anni.

Senigallia è stato il primo dei comuni su cui si è realizzato l’intervento, nel 2015. Boschi dello stesso tipo sono stati poi realizzati anche nel comune di Ancona, su tre aree per 15 ettari , e Osimo, sempre su tre aree, per restare tra i più vicini.

Il nostro comune ha provato, con una idea un poco furbesca, quanto illusoria, a far realizzare con i fondi della Società Autostrade una parte di quei parchi della Cesanella e delle Salineattesi da più di 30 anni e regolarmente promesso ad ogni campagna elettorale. Ipotizzando un modello di intervento a parco urbano, come previsto dalle linee generali del Piano Strutturale del Verde.

Anche se in un primo momento l’ipotesi sembrava aver destato l’interesse della società finanziatrice, nella realtà l’operazione non è andata in porto e la Società Autostrade è andata avanti con il suo progetto, senza dubbio meno costoso, ma con prospettive meno ambiziose e molto più protratte nel tempo.

Con il risultato che, invece di aree degradate e da riqualificare, si sono occupate alcune aree tra le migliori fra quelle previste a verde pubblico dal nostro piano regolatore e che la realizzazione, con reale fruizione, di queste parti dei parchi della Cesanella e delle Saline dovrà slittare nel tempo di molti anni. Perché se è vero che questi boschi avranno effetto compensativo sulla emissione della CO2 di circa 12 anni, forse di più se ne dovranno aspettare per una reale fruizione, senza dimenticare che per renderli tali necessiteranno rilevanti investimenti in strutture che ne permettano il godimento pieno ed in sicurezza.

Da ricordare inoltre che già a Senigallia era stato realizzato un intervento simile, sempre a Cesanella, nel 2008; il “Bosco di Topolino”, con la messa a dimora di circa 800 alberelli. Inutile dire che l’area non è ancora pienamente fruibile.

Sicuramente i boschi urbani rappresentano un’opera importante e positiva, ma farli passare come esempio virtuoso, in gradi di suscitare ”grande interessamento, apprezzamento e considerazione”, sembra proprio una esagerazione.

da GSA Senigallia

Commenti
Solo un commento
Mario2 2019-01-20 15:50:34
Sono già diventati un enorme lettiera per cani, quasi sempre senza guinzaglio ne museruola nonostante la vicinissima area realizzata appositamente.
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