“Rischio idrogeologico a Senigallia e nella valle Misa-Nevola, servono risposte concrete”
La lettera di Luciano Principi, che scrive alla Regione e ai sindaci: "occorre volontà politica nuova"
Lettera aperta di un cittadino alla Regione Marche e ai sindaci dei Comuni della Valmisa volta a richiedere “un’attenzione prioritaria e una volontà politica nuova” nei confronti dei cambiamenti climatici e le conseguenti criticità, nonché nei confronti dei rischi di ulteriori calamità.
Riportiamo integralmente la lettera.
Al Presidente Regione Marche Luca Ceriscioli
Alla vice presidente Regione Marche Anna Casini
Al sindaco di Senigallia e Presidente dell’Ente Unione Comuni Maurizio Mangialardi
Al sindaco di Arcevia Andrea Bonprezzi
Al sindaco di Barbara Raniero Serrani
Al sindaco di Ostra Andrea Storoni
Al sindaco di Ostra Vetere Rodolfo Pancotti
Al sindaco di Serra dei Conti Arduino Tassi
Al sindaco di Trecastelli Faustino Conigli
ep.c. Al Consiglio di Amministrazione del Consorzio BONIFICA MARCHE
Senigallia 14/01/2019
Agricoltura Biologica e Rischio Alluvione nelle valli Misa-Nevola:
un progetto organico per affrontare anche localmente i cambiamenti climatici Gentili Rappresentanti Istituzionali ed Amministratori del Bene Pubblico, so quanto vi stiano a cuore i temi in oggetto e quanto sia difficile gestire i numerosi problemi quotidiani che la vostra funzione Pubblica richiede, ma penso che su tutto ciò per cui oggi vi scrivo pubblicamente, sia necessaria un’attenzione prioritaria e una volontà politica nuova.
Tra i cittadini e la pubblica opinione, sta crescendo la consapevolezza che il modello di sviluppo economico imposto dal nostro mondo occidentale, sia la causa principale dei cambiamenti climatici in atto, nonché l’origine dei gravi danni arrecati alla natura ed alla salute umana mediante le diverse forme d’inquinamento della biosfera.
Gli eventi atmosferici eccezionali e disastrosi dell’ottobre scorso in diverse regioni del territorio italiano, spingono ad intervenire con urgenza per sanare le fragilità e predisporsi ad affrontare future e molto probabili calamità: l’esperienza ci insegna che i costi di una buona prevenzione, sono di gran lunga inferiori a quelli che siamo costretti ad affrontare dopo tali eventi catastrofici .
D’altra parte è altrettanto sempre più urgente intervenire sui terreni agricoli; infatti , una agricoltura basata sull’utilizzo di concimi di sintesi e fitofarmaci ( pesticidi, diserbanti) ha impoverito il terreno di Humus e microorganismi ; questi oltre a contribuire alla fertilizzazione naturale, permettevano ai terreni, in presenza di abbondanti piogge, di trattenere in parte acqua, riducendo i tempi di corrivazione di torrenti e fiumi .
Recentemente alcuni studi hanno accertato che il processo agricolo adottato fino ad ora, con coltivazioni intensive , disboscamento e deforestazione, ha contribuito a generare almeno l’11% dei gas serra nel mondo.
Vista la complessità e le varietà delle problematiche da affrontare, dobbiamo ricercare il contributo di idee, competenze ed esperienze di più parti (dallo scienziato all’agricoltore) per trovare le soluzioni progettuali che sappiano dare risposte efficaci e praticabili.
Nella nostra realtà locale dopo la tragica alluvione del 3 maggio 2014, un gruppo di cittadini ed associazioni, hanno dato vita all’Osservatorio Misa: geologhi, architetti, agronomi, botanici, tecnici delle amministrazioni pubbliche coinvolte, sono stati protagonisti di un ciclo conferenze molto seguite ed apprezzate dal titolo “Contro Corrente”.
Successivamente l’Osservatorio Misa ha reso pubblico un documento di sintesi con analisi, bozze progettuali e la finalità di proporre soluzioni onde poter ridurre il rischio alluvione sul nostro territorio.
Questo patrimonio di idee e soluzioni sono state riversate nello strumento istituzionale del “Contratto di fiume”, ma fino ad ora sembra che non siano state recepite in modo significativo e gli interventi in 2 parte messi in atto, seguono logiche che non tengono conto delle indicazioni raccolte e che al contrario, sollevano molti dubbi sulla loro effettiva efficacia.
Si ribadisce quindi l’urgenza di proporre un progetto complessivo riguardante le Valli Misa-Nevola che sappia coniugare la necessità di aumentare l’estensione delle coltivazioni agricole convertite a pratiche biologiche, con la maggiore mitigazione possibile del rischio alluvioni.
Tutti gli spunti progettuali (dentro e fuori il tratto cittadino del fiume) messi in evidenza dall’Osservatorio Misa, meritano considerazione e valutazione, in particolare quello dell’Accumulo Distribuito ( A.D.) che potrebbe trasformare in vantaggio per l’agricoltura ( possibilmente organica) ciò che negli anni passati ha rappresentato una minaccia per il fondo valle e per Senigallia.
L’ A.D. ha la funzione di ritardare la piena lasciandola agire su un tempo più lungo (laminazione). L’azione di rallentamento è tanto più valida quanto più si interviene nel tratto iniziale dei fiumi Misa – Nevola come dei bacini laterali più grandi dell’intera asta fluviale: tale metodo prevede la formazione di piccoli invasi che possono trattenere l’acqua in più punti.
Dove però si riscontrano le condizioni morfologiche adatte potrebbe essere preso in considerazione l’inserimento di “laghi con espansione” che abbiano un impatto ambientale minimo e con dimensioni commisurate alla capacità di raccolta del bacino e alle condizioni di rischio.
Il lago può avere le funzioni di:
1) riserva idrica per scopi agricoli nei periodi di siccità e non solo,
2) fitodepurazione degli inquinanti ( trasportati dall’acqua) presenti nei terreni dopo decenni di agricoltura convenzionale ( non organica),
3) creazione di nuovi habitat per flora e fauna e difesa della biodiversità,
4) possibilità d’espansione, nel caso di eventi atmosferici eccezionali, per una frazione della sua capacità totale da individuare per ogni singolo caso.
Naturalmente l’espansione sarà prevista solo dopo il raggiungimento di un livello prestabilito.
L’importanza dell’incentivazione ad aumentare la presenza di aziende agricole che praticano l’Agricoltura Biologica nel bacino in questione, è di vitale importanza perché essa contribuisce direttamente a ridurre il rischio salute ( dei cittadini e del territorio) oltre che a mitigare il rischio alluvione.
Esistono da anni ormai, dati scientifici di analisi fatte nei terreni e nelle falde acquifere, che denunciano l’inquinamento da metalli pesanti, pesticidi , microplastiche, ecc. ; purtroppo tutto ciò lo ritroviamo anche nel nostro sangue e sappiamo che possono dare origine a malattie e tumori.
Le Marche sono fra le regioni in cui si prelevano meno campioni e si cercano meno sostanze inquinanti, ma da dati ISPRA 2016 risulta comunque la presenza di 9 sostanze inquinanti sia nelle acque superficiali che in quelle sotterranee tra i quali 2 erbicidi, il metolaclor e la terbutilazina . Nel subalveo del fiume Misa (territorio di Ostra) nel punto di prelievo delle acque sotterranee, la somma dei pesticidi riscontrata risultava superiore agli Standard di Qualità Ambientale.
Bisogna considerare che nelle acque marchigiane l’ISPRA , nel 2016, non cercava l’usatissimo glifosato (né il suo metabolita AMPA), come non ha cercato tanti altri pesticidi.
Nel maggio del 2016, 48 parlamentari Europei di diverse nazioni si sottoposero volontariamente ad un controllo: nelle loro urine risultò una concentrazione media di 1,73 microgrammi per litro di glifosato , con una variazione compresa fra 0,17 e 3,57 . L’esempio di questi nostri rappresentanti Europei potrebbe essere seguito, se lo si desidera, da analoghi nostri rappresentanti locali prima di prendere decisioni in merito.
Nella speranza che questo contributo di idee sia utile, chiedo di considerare la possibilità di presentare ai cittadini di tutto il bacino Misa -Nevola un progetto organico, trasparente e praticabile, dotato di un cronoprogramma per dare risposte urgenti al rischio alluvione e al rischio salute.
Vi ringrazio per l’attenzione.
Luciano Principi
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