Sgominata a Senigallia la banda delle rapine alle sale slot: tre persone in arresto
Operazione conclusa dai Carabinieri. Un albanese, un'italiana e un cubano avevano colpito quattro volte tra giugno e settembre
I Carabinieri della Compagnia di Senigallia hanno messo a segno un’importante operazione nel contrasto ai reati predatori. Le manette sono state strette ai polsi della banda delle sale slot. Tre persone sono finite agli arresti domiciliari per una serie di rapine e tentate rapine a mano armata consumate tra maggio e settembre a Senigallia.
I militari del Nucleo Operativo hanno dato esecuzione ad ordinanza applicativa di misure cautelari coercitive firmata dal G.I.P. del Tribunale di Ancona Dott. Carlo Cimini, nei confronti di tre persone indagate per concorso nei reati di rapine e tentate rapine aggravate ai danni di sale slot ubicate a Senigallia. Si tratta di un albanese di 24 anni con cittadinanza italiana, noto alle forze dell’ordine, di una italiana di 22 anni residente in un paese dell’entroterra e di un cubano di 26 anni residente a Senigallia. I reati contestati nei quattro capi di imputazione sono: concorso in tentata rapina e concorso in rapina continuate, con l’aggravante dell’uso di un coltello e portate a termine da persone travisate e da più persone riunite.
Le indagini, condotte dai Carabinieri di Senigallia sotto la direzione del PM Dott. Rosario Lioniello della Procura della Repubblica di Ancona, avviate nel maggio scorso, come si legge nell’ordinanza cautelare, si sono sviluppate attraverso la seguente sequenza investigativa: valutazione unitaria delle modalità che hanno caratterizzato il compimento dei delitti; analisi delle immagini tratte dalle telecamere di sicurezza; analisi del traffico telefonico relativo alle utenze dei soggetti ritenuti coinvolti nei fatti criminosi; attività tecniche.
Le indagini hanno consentito di identificare gli autori delle quattro rapine a mano armata avvenute a Senigallia tra maggio e settembre scorsi, in particolare: 10 maggio 2018, tentata rapina aggravata commessa ai danni della sala slot “Admiral Club”, in via Giordano Bruno; 21 giugno 2018, ulteriore tentativo di rapina, commesso ai danni dello stesso esercizio commerciale; 26 giugno 2018, rapina aggravata ai danni della sala slot “G-Planet” di via Raffaello Sanzio, circostanza in cui venne sottratta la somma in contanti di 640 euro; 14 settembre 2018, rapina aggravata ai danni della sala slot “Terry Bell”, in Via Adriatica nord, con un magro bottino di 50 euro.
Le rapine, commesse a breve distanza di tempo l’una dall’altra e nello stesso contesto territoriale, lasciavano intendere che le stesse potessero essere frutto dell’azione ripetuta di medesimi autori.
L’analisi comparata delle denunce infatti ha lasciato emergere una modalità operativa sostanzialmente identica in tutti e quattro gli episodi. In sostanza, uno o due persone, con il volto travisato ed armate di un grosso coltello da cucina, irrompevano nell’orario di chiusura nelle sale slot, minacciando la responsabile di sala o prendendo in ostaggio un cliente, costringendo in questo modo l’addetto alla cassa a consegnare il denaro.
Tuttavia, la contestuale presenza nei luoghi di commissione dei fatti delle medesime persone, identificate dai Carabinieri intervenuti subito dopo la commissione dei reati per eseguire i sopralluoghi, ha concentrato le indagini sulle stesse, rivelando in seguito il ruolo di ciascuno. Così la 22enne aveva fornito il proprio contributo fingendosi cliente, favorendo l’ingresso nella sala slot dei soggetti armati di coltello e facendosi prendere in ostaggio, il 24enne albanese, a sua volta, aveva fatto da palo rimanendo all’esterno delle sale slot, in occasione dei due tentativi di rapina, mentre negli altri due fatti criminosi anche lui aveva finto di essere un normale cliente, venendo preso in ostaggio con il coltello alla gola e fornendo sicurezza nell’agire ai due rapinatori.
L’indagine sulle frequentazioni degli indagati e l’analisi del traffico telefonico ha rivelato l’intreccio di relazioni tra gli stessi consentendo di identificare il 26enne cubano per il rapinatore, alto circa 1.80, incappucciato ed armato di coltello presente in tutti gli episodi delittuosi.
Preziose ai fini della ricostruzione degli episodi delittuosi le denunce delle vittime e le immagini tratte dalle telecamere di sicurezza.
I militari del Nucleo Operativo e della Stazione di Marzocca hanno rintracciato gli indagati a Senigallia e Montemarciano. Dopo le formalità nella caserma di via Marchetti gli stessi sono stati accompagnati nelle rispettive residenze e sottoposti alla misura cautelare degli arresti domiciliari.
Per poter commentare l'articolo occorre essere registrati su Senigallia Notizie e autenticarsi con Nome utente e Password
Effettua l'accesso ... oppure Registrati!