Una folla alla Chiesa del Duomo per l’ultimo saluto a Daniele Pongetti
Cordoglio di Ceriscioli: "Siamo con il cuore e con la mente accanto ai familiari delle vittime"
Una grande folla si è raccolta oggi alle 15.00 del 14 dicembre presso la Chiesa del Duomo per dare l’ultimo saluto a Daniele Pongetti, una delle giovanissime vittime che ha perso la vita durante i drammatici eventi della Lanterna Azzurra.
Tantissime le persone che si sono volute stringere intorno ai familiari per quello che è un lutto ed una ferita che si è abbattuta sulla città intera.
Cordoglio anche da parte del Presidente della Regione Ceriscioli: “Siamo con il cuore e con la mente accanto ai familiari delle vittime di Corinaldo che da ieri vivono il lutto dei funerali. Allo stesso tempo la notizia che tutti i ragazzi ricoverati stanno migliorando e sono usciti dalla rianimazione è una luce di speranza in questi giorni bui“.
Nelle stesse ore, a qualche chilometro di distanza si sono svolti anche i riti funebri di due vittime non senigalliesi: sempre alle 15, nella chiesa di San Giovanni Apostolo di Marotta, l’addio ad Asia Nasoni, alle 14.30, nella chiesa del Cuore Immacolato di Maria di Frontone, quello a Mattia Orlandi. Sabato 15 dicembre, alle ore 9 i funerali al Duomo di Senigallia di Eleonora Girolimini e alle 9.30 nella chiesa della frazione fanese di Gimarra quelli di Benedetta Vitali.
Al monento rimangono 6 i pazienti ricoverati nell’ospedale di Torrette di Ancona perché rimasti feriti durante il caos creatosi nel locale.
Tre di loro sono ancora in terapia intensiva, altrettanti sono stati trasferiti nei reparti per acuti: le condizioni di tutti appaiono in miglioramento, anche quelle dell’unico giovane – un diciottenne originario del Molise – che si trova ancora in ventilazione assistita ma che è comunque vigile.
Proseguono intanto le indagini per ricostruire quanto successo nella sera dell’Immacolata: continuano ad arrivare decine di testimonianze di chi il 7 dicembre si trovava nella discoteca Lanterna Azzurra.
Si farà sostenere volontariamente da una cooperativa sociale che aiuta giovani a reinserirsi nella società, il 17enne indagato per la tragedia; lui e la sua famiglia, riferisce l’avv. Andrea Mone che lo assiste, avevano chiesto “da circa un mese“, quindi prima della calca in cui sono morte sei persone, il supporto per il ragazzo in una “cooperativa sociale per aiutarlo a recuperare gli studi, visto che aveva lasciato la scuola“.
“Non c’è nessun provvedimento del tribunale o della procura“, precisa il legale all’Ansa, che disponga la permanenza in comunità: “lui e la famiglia si erano attivati, tramite noi anche in sede giudiziale, solo sotto il profilo civilistico“. Dopo i fatti di Corinaldo probabilmente il ragazzo si “tratterrà” nella cooperativa perché “provato, “e anche per allontanarsi dalla stampa, è probabile si trattenga lì”. Il giovane “non è mai stato obbligato alla permanenza in comunità” neanche in passato.
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