Il presepe di Romina Fiorani torna in piazza Roma a Senigallia
In ospedale l'opera di Giò Fiorenzi
Anche quest’anno torna a sorriderci il presepe esposto in piazza Roma, realizzato da Romina Fiorani e arricchito di altri personaggi modellati
con forte plasticità e smaltati con la tecnica del grande fuoco (Raku), che lascia sorpresi chi non conosce la storia di questo procedimento, nato in Oriente e adattato alle esigenze della cultura occidentale.
I volti sono anneriti dal fumo e non nascondono i lineamenti e le espressioni dei sentimenti che albergano nei cuori di Maria, Giuseppe e degli altri personaggi che circondano la Sacra Famiglia.
Alla semplicità dei costumi dei protagonisti fa riscontro l’abbigliamento prezioso dei Re Magi giunti dal lontano oriente e prostrati in adorazione davanti al bambino. Uno di essi ha deposto la corona regale a terra dimostrando la nullità del suo rango di fronte al figlio di Dio.
Questo gesto di grande umiltà ci induce a considerare la pochezza del genere umano così presuntuoso nel credere alla potenza del denaro. Questa Sacra rappresentazione deve proporci un attento esame di coscienza e tener presente che l’amore è il grande motore dell’universo, sia verso Dio quanto verso il prossimo di qualsiasi colore sia la pelle.
Romina Fiorani è un artista in ascesa, dedicandosi alla sua arte con autentica passione e con notevoli sacrifici; ha avuto lusinghieri riconoscimenti nelle mostre alle quali ha partecipato. Ultimamente è stata selezionata al Premio Marche, ancora in corso in Ascoli Piceno, ove la sua opera figura accanto ai più grandi artisti marchigiani. Romina frequenta l’Atelier della Ceramica, che è nato in seno al Comune di Senigallia e che tutt’ora opera ospitando persone di tutte le età, diversamente abili e di diverse nazionalità, con lo scopo di facilitare lo scambio tra le varie culture.
Nella bacheca posta nel giardino dell’Ospedale di Senigallia, invece, c’è un’opera della scultrice Giò Fiorenzi, realizzata in gesso, che rappresenta la Sacra Famiglia dove San Giuseppe tiene in braccio il piccolo Gesù, valorizzando la figura paterna rispetto all’iconografia tradizionale.
La struttura dei corpi evidenzia una costruzione plastica e il panneggio completa il movimento dei corpi. Il candore del gesso imprime un carattere quasi visionario alla composizione. La scultrice è una presenza preziosa all’interno del gruppo dell’Atelier della Ceramica e un vanto per la città perché il Comune di Senigallia le ha dedicato tempo fa una mostra antologica di notevole importanza, che ha richiamato l’attenzione di molte persone tra cui esperti in materia.
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