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“Altro che protesta per l’aumento della benzina, la verità è ben diversa in Francia”

Liverani: "Sono ben 41 le rivendicazioni ma per la Francia e per l’Europa non si devono far sapere"

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Marcello Liverani

Altro che protesta per l’aumento della benzina, la verità è ben diversa in Francia, e i media si guardano bene da raccontare cosa esattamente vogliono i “gilet gialli” e cosa ha combinato Macron. Sono ben 41 le rivendicazioni, e le hanno anche scritte in un loro comunicato, ma chiaramente per la Francia e per l’Europa non si devono far sapere. Vediamoli i 41 punti:

• Eliminazione del crescente fenomeno dei senzatetto con una lotta senza quartiere alla povertà;
• Più progressività nelle imposte sul reddito, vale a dire più scaglioni;
• SMIC (il salario minimo francese) a 1.300 euro netti;
• Promuovere le piccole imprese nei villaggi e nei centri urbani. Fermare la costruzione di grandi aree commerciali intorno alle principali città che uccidono le piccole imprese. Più parcheggi gratuiti nei centri urbani;
• Ampio piano di isolamento termico delle abitazioni per promuovere interventi ecologici facendo al contempo risparmiare le famiglie;
• Tasse: che i grandi (McDonald, Google, Amazon, Carrefour, ecc.) paghino TANTO e i piccoli (artigiani, piccole imprese) poco;
• Lo stesso sistema di sicurezza sociale per tutti (compresi gli artigiani e le partite IVA). Fine della RSI (piano sociale per i lavoratori indipendenti);
• Il sistema pensionistico deve rimanere solidale e quindi socializzato. Nessun pensionamento a punti (In Francia è stata introdotta una riforma del sistema pensionistico che prevede il calcolo in base a un sistema di punti. Ogni anno l’importo dei contributi versati in relazione ad uno stipendio o ad un reddito di riferimento viene convertito in punti, a seconda del valore di acquisto unitario del punto applicabile all’esercizio in questione).
• Fine dell’aumento delle tasse sul carburante.
• Nessuna pensione inferiore a 1.200 euro.
• Qualsiasi rappresentante eletto avrà diritto al salario medio. Le spese di trasporto saranno monitorate e rimborsate se giustificate. Diritto al buono per il ristorante e ai chèque-vacances (simili ai ticket usati da noi come retribuzioni.
• I salari di tutti i francesi, nonché delle pensioni e delle indennità devono essere indicizzati all’inflazione (tipo la nostra vecchia scala mobile).
• Proteggere l’industria francese: proibire le delocalizzazioni. Proteggere il nostro settore industriale vuol dire proteggere il nostro know-how e il nostro lavoro.
• Fine del lavoro distaccato. È anormale che una persona che lavora in territorio francese non benefici dello stesso stipendio e degli stessi diritti. Chiunque sia autorizzato a lavorare in territorio francese deve essere alla pari con un cittadino francese e il suo datore di lavoro deve contribuire allo stesso livello di un datore di lavoro francese.
• Per la sicurezza del lavoro: limitare ulteriormente il numero di contratti a tempo determinato per le grandi aziende. Vogliamo più CDI (contratti a tempo indeterminato).
• Fine del CICE (Credito d’imposta per la competitività e l’occupazione). Usare questi soldi per il lancio di un’industria automobilistica francese a idrogeno (che è veramente rispettosa dell’ambiente, a differenza della macchina elettrica).
• Fine della politica di austerità. Smettiamo di rimborsare gli interessi sul debito dichiarati illegittimi e iniziamo a rimborsare il debito senza prendere i soldi dai poveri e dai meno poveri, ma perseguendo gli $80 miliardi di evasione fiscale.
• Affrontare le cause della migrazione forzata.
• I richiedenti asilo siano trattati bene. Dobbiamo loro alloggio, sicurezza, cibo e istruzione per i minori. Collaborare con l’ONU affinché i campi di accoglienza siano aperti in molti Paesi del mondo, in attesa dell’esito della domanda di asilo.
• Che i richiedenti asilo respinti siano rinviati al loro Paese di origine.
• Che sia implementata una vera politica di integrazione. Vivere in Francia significa diventare francese (corso di francese, corso di storia francese e corso di educazione civica con certificazione alla fine del corso).
• Salario massimo fissato a 15.000 euro.
• Creare lavoro per i disoccupati.
• Aumento dei fondi per i disabili.
• Limitazione degli affitti. Alloggi in affitto a costi più moderati (soprattutto per studenti e lavoratori precari).
• Divieto di vendere le proprietà appartenenti alla Francia (dighe, aeroporti, ecc.)
• Mezzi adeguati concessi al sistema giudiziario, alla polizia, alla gendarmeria e all’esercito. Che gli straordinari delle forze dell’ordine siano pagati o recuperati.
• Tutto il denaro guadagnato dai pedaggi autostradali sarà utilizzato per la manutenzione di autostrade e strade in Francia e per la sicurezza stradale.
• Poiché il prezzo del gas e dell’elettricità è aumentato in seguito alle privatizzazioni, vogliamo che siano nuovamente nazionalizzati e che i prezzi scendano in modo significativo.
• Cessazione immediata della chiusura di piccole linee di trasporto, uffici postali, scuole e degli asili nido.
• Pensare al benessere dei nostri anziani. Divieto di fare soldi sugli anziani. L’era dell’oro grigio è finita. Inizia l’era del benessere grigio.
• Massimo 25 studenti per classe dalla scuola materna alla dodicesima classe.
• Risorse adeguate destinate alla psichiatria.
• Il referendum popolare deve entrare nella Costituzione. Creare un sito leggibile ed efficace, sotto la supervisione di un organismo di controllo indipendente in cui le persone possano presentare una proposta di legge. Se questo disegno di legge ottiene 700.000 firme, questo disegno di legge dovrà essere discusso, completato e modificato dall’Assemblea Nazionale, che avrà l’obbligo (un anno dopo il giorno in cui sono state ottenute le 700.000 firme) di inviarlo al voto di tutti i francesi.
• Ritorno a un termine di 7 anni per il Presidente della Repubblica. L’elezione dei deputati a due anni dall’elezione del Presidente della Repubblica ha permesso di inviare un
segnale positivo o negativo al Presidente della Repubblica sulla sua politica. Ha aiutato a far sentire la voce della gente.
• Pensionamento a 60 anni e per tutti coloro che hanno lavorato usando il fisico (muratore o macellaio per esempio) diritto alla pensione a 55 anni.
• Un bambino di 6 anni non si mantiene solo, continuazione del sistema di aiuto PAJEMPLOI (servizio sociale dedicato all’infanzia attualmente valido fino ai 6 anni di età) fino a quando il bambino ha 10 anni.
• Promuovere il trasporto di merci su rotaia.
• Nessuna prelievo alla fonte.
• Fine delle indennità presidenziali per la vita.
• Vietare ai commercianti di pagare una tassa quando i loro clienti usano la carta di credito. Tassa sull’olio combustibile marino e sul cherosene.

Le proteste quindi non sono solo per l’aumento del prezzo del diesel ma bensì sull’attacco portato avanti dal governo sul potere d’acquisto. Il diesel è aumentato finora del 27%, un nuovo aumento ci sarà a gennaio e poi ogni sei mesi fino al 2021 (fine del mandato di Macron). Il passaggio di proprietà è aumentato del 13%, il controllo tecnico del 100% e le multe del 130%. Verrà introdotta nel 2019 la eco-tax che riguarderà tutti i camion, non solo i TIR che circolano su autostrada, ma tutti.

Le tasse sulle pensioni sono aumentate mentre è stato abolito il contributo di solidarietà pagato dai più ricchi. Era stato promesso il taglio dell’imposta sulla casa, ma è stato poi ritirato. E’ aumentato il prezzo delle assicurazioni, dell’energia, dei medicinali. E’ stato ridotto da 1000€ a soli 100€ il contributo per cambiare gli infissi nelle case più vecchie. Il contributo per i pannelli solari non esiste più e la chiusura delle centrali nucleari più vecchie è stato posticipato al 2035.

Per farla breve, Macron sta facendo in Francia esattamente quello che Monti fece in Italia, cioè attaccare il potere d’acquisto per creare disoccupazione e far scendere i salari. Sia Macron che Monti hanno agito su “ordini” ben precisi dell’Europa e dei “Poteri Forti”, quindi su un preciso “disegno” di indebolire gli Stati privandoli della loro sovranità, a tutti gli effetti.

Il 26 maggio 2019 si voterà per le Europee, non è difficile prevedere che i partiti che qualcuno ingiustamente chiama “populisti” faranno bingo! Le Pen, Salvini e altri non sono di certo populisti, ma difendono i loro popoli e in questo momento hanno un alto tasso di gradimento. I sondaggi che già girano per le Europee danno numeri “bulgari” per questi partiti e se tutto andrà come sembra, l’Europa finalmente dovrebbe cambiare.

da Marcello Liverani – Coordinatore di Fratelli d’Italia a Senigallia

Marcello Liverani
Pubblicato Martedì 11 dicembre, 2018 
alle ore 11:54
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