“Se Mangialardi avesse voluto avrebbe potuto rifiutare il rinvio al 25 febbraio”
Canafoglia: “Scelta legittima da parte sua ma definirsi ‘dispiaciuto’ è una beffa”
“Se Mangialardi avesse voluto avrebbe potuto rifiutare il rinvio al 25 febbraio”. A precisare la questione è stato l’Avv.Canafoglia, rappresentante del Comitato Alluvionati, nel corso della conferenza svoltasi nella giornata del 30 novembre.
Il 12 novembre c’è stata la prima udienza sull’alluvione in cui sono imputati Mangialardi Maurizio, Brunaccioni Flavio, Roccato Gianni, Sbriscia Massimo, Smargiasso Mario, Mancinelli Alessandro, Principi Libero, Angeloni Luana. L’udienza è stata rinviata al 25 febbraio per un difetto di notifica al sindaco Mangialardi ed all’Ing Roccato e perché non è stato espletato l’interrogatorio di garanzia chiesto da Smargiasso.
“Abbiamo sentito il sindaco Mangialardi affermare di esser dispiaciuto di questo rinvio- ha riferito Canafoglia- perché vuole chiarire al più presto la sua posizione e lo stare sotto processo crea stress. Ci sembra doveroso sottolineare che tutti e tre gli imputati, se avessero voluto evitare questo rinvio, avrebbero potuto presentarsi e rinunciare ad eccepire il difetto di notifica o il mancato interrogatorio di garanzia o quanto meno attivarsi prima dell’udienza per ovviare a tali questioni procedurali.
In particolare Mangialardi e Roccato avevano indicato come domicilio la sede del Comune di Senigallia, per poi durante le indagini preliminari cambiare indirizzo.
Attenzione però! Gli atti sono stati notificati in Comune ed ai rispettivi avvocati , per cui sentire il Sindaco dire che è amareggiato da tale rinvio è per gli alluvionati una beffa, perché se avesse voluto, avrebbe potuto avvisare per tempo la Procura di tale errore di notifica e regolarizzarla”.
“Nell’attesa dell’udienza del 25 febbraio il Comitato degli alluvionati continuerà nella sua opera di informazione: la città deve sapere quali son i reati contestati agli imputati; quelli più gravi sono il pluriomicidio colposo per la morte di 4 nostri concittadini e lesioni colpose gravi; ugualmente grave è il reato d’inondazione, che, secondo la ricostruzione della Procura, è stato il frutto delle condotte omissive e commissive degli imputati. L’alluvione non è stata un evento eccezionale ed imprevedibile, ma è stata causato da gravi comportamenti tenuti dagli imputati. Ricordiamo che inizialmente il Sindaco sosteneva la tesi dell’eccezionalità dell’evento, per poi a gennaio 2017 cambiare opinione ed indicare quale concausa dell’alluvione la mancata manutenzione del fiume e della foce del Misa”.
“Ugualmente grave – prosegue Canafoglia – è il reato di pericolo d’inondazione del Centro storico e del litorale cittadino a cui l’intera popolazione è stata esposta in quei momenti per le omissioni o le condotte degli imputati; non meno importanti sono le contestazioni di ripetute omissioni di atti d’ufficio e l’abuso di ufficio. Gli imputati nei rispettivi ruoli avrebbero dovuto compiere una serie di atti al fine di tutelare la sicurezza pubblica della popolazione ed il non averlo fatto – secondo la Procura – ha causato la morte di alcuni ns. concittadini ed il disastro dell’alluvione con tutti i danni che tutti conoscono. Per citare qualche omissione si ricorda che gli imputati non hanno tenuto le condotte prescritte per legge neanche davanti ad evidenti segnali d’allarme sul rischio alluvione, che incombevano sulla città e sui cittadini, totalmente ignari del pericolo per la loro incolumità fisica e per la salvaguardia del loro patrimonio mobiliare ed immobiliare. Segnali d’allarme emersi già al tempo dell’approvazione del PAI, ove invece di individuare le aree a rischio idrogeologico, venivano ristrette disinteressandosi del bene supremo della salute pubblica”.
“Gli imputati hanno taciuto alla cittadinanza il rischio idrogeologico- chiosa Canafoglia– estremamente alto che il Misa presentava da anni precedenti l’alluvione del 3.5.2014, evitando di eseguire quei lavori necessari per mitigare il rischio idrogeologico : questo è ciò che si contesta alla Provincia (Sbriscia). Di fronte all’imminenza del pericolo esondazione hanno omesso le fasi di preallerta ed allerta dei cittadini che la mattina del 3.5.2014 si sono trovati ignari ad affrontare un evento estremamente pericoloso :questo è ciò che si contesta a Mangialardi, l’abuso d’ufficio e falso ideologico commesso da pubblici ufficiali in atti pubblici; avendo ottenuto fondi europei destinati a migliorare la gestione del rischio idrogeologico con interventi di prevenzione ed invece destinandoli all’opera “Percorrimisa” che non ha contribuito in alcun modo a ridurre le situazioni più critiche individuate nel PAI, addirittura attestando falsamente che era stata migliorata la funzionalità idraulica del fiume”.
“E ancora la mancata realizzazione di opere realmente prioritarie per mitigare il rischio idrogeologico esponeva la collettività ad un elevato rischio esondazione delle acque fluviali con danni a persone e beni Non contenti di ciò attestavano falsamente che il Percorrimisa era stato realizzato rispettando i fini dichiarati di migliorare la funzionalità idraulica”
Ag oggi 390 cittadini o aziende sono pronte per costituirsi parte civile, ma tanti hanno rinunciato: “Le motivazioni delle rinuncie – spiega Canafoglia – fanno male ad una città come Senigallia: paura o opportunità , anche se non abbiamo notizie di pressioni contro costoro , anche perché se lo avessimo saputo direttamente lo avremmo denunciato: questo è un processo che riguarda l’intera città e pertanto vi invitiamo ad aderire , lo potete fare“.
In fine conclude il Comitato: “Da qualche tempo abbiano attivato un Gruppo di studio, avvalendoci di tecnici che ci stanno aiutando ad approfondire le tematiche dell’attuale rischio alluvione che incombe oggi sulla città. A breve renderemo pubblico il risultato di tale imponente attività, che ci sprona ad andare avanti nell’interesse di tutti e ci spinge ad agire nelle sedi opportune. Se qualcuno pensa di far prescrivere il processo stia tranquillo che a breve vi saranno sorprese“
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