“Brunelli, Cavicchi, Marcellini e staff: persone eccezionali all’ospedale di Senigallia”
La testimonianza e i ringraziamenti di una lettrice che sta affrontando un percorso clinico dopo la scoperta di un cancro
Sono residente a Pontericcioli frazione di Cantiano (PU): sento il piacere e il dovere, di ringraziare i miei angeli, il Dottor Eugenio Brunelli, il Dottor Massimo Marcellini e il Dottor Angelo Cavicchi e tutti i componenti del loro staff, che lavorano con passione presso l’ospedale di Senigallia.
Una premessa: sono di origine campana anche se sono nata a Torino nel 1968, sono cresciuta nei collegi gestiti dalle suore, collegi che hanno devastato l’anima di tanti di noi per i maltrattamenti subiti, questo per dire che sono molto diffidente nel porre il mio corpo e la mia anima nelle mani di qualcuno.
Aggiungo che ho lavorato un anno come ausiliaria specializzata nel reparto di chirurgia nel 2004/2005 dell’ospedale di Gubbio e ho visto come tanti (non tutti) operatori possono essere superficiali sulla vita ma soprattutto sottovalutando le sofferenze delle persone, molti di loro pensano che alleviando il dolore fisico hanno fatto tutto e non capiscono quando, in quei momenti, si ha più bisogno prima di sentirsi protetti, e poi tutto il resto. Potete solo immaginare minimamente come sono complessata caratterialmente.
Quando ho scoperto di avere un cancro al retto, dalla colonscopia fatta dal Dottor Brunelli, in un attimo ho rivissuto il mio passato, mi sono sentita di nuovo bambina, impaurita, smarrita, considerando che a causa di un cancro ho perso mio padre, il mio unico, grande amore e punto di riferimento, quando aveva 50 anni lui (cioè la mia età attuale) e 30 io, ero scioccata: non riuscivo a prendere nessuna iniziativa.
Mentre mi dava la notizia che avrei dovuto subito rivolgermi ad un chirurgo, il Dottor Brunelli mi ha anche trasmesso tanta serenità, dicendomi: “Signora adesso vada a casa e si riposi, poi se domani vuole, può ritornare qui. Io l’accompagno dal chirurgo”.
La mattina dopo sono corsa da lui, quella notte fu un incubo: non passava mai. Quando mi ha rivista ed ero davanti a lui mi sono sentita protetta, parlando mi ha letteralmente portata tra le braccia del Dottor Cavicchi e ho percepito la stessa protezione, l’attenzione e il calore umano. Ricordo le sue prime parole: “Se la sente di fidarsi di me?”. E io mi affidai a lui, che mi mandò da un altro angelo il Dottor Marcellini, l’oncologo, e con lui ho avuto la percezione e la conferma di quando Dio è grande: un’anima nobile, che vive in primis sicuramente per i suoi affetti, ma i suoi pazienti sono anche i suoi affetti.
Lì ho avuto la conferma che non avevo e non sentivo l’esigenza di andare oltre, anche dinanzi alla possibilità di andare, in struttura che vantano eccellenze in questo campo; anche lo staff della radioterapia di Ancona ha contribuito con la sua umanità.
Domenica mattina mi ricovero a Senigallia e lunedì mi opero, vorrei chiedere, a prescindere da come si evolve il tutto, di dare testimonianza di come mi hanno accompagnata, supportata e protetta in questo percorso e, credetemi: per una come me, non è cosa facile sentirsi così.
Hanno fatto in modo che vivessi questa esperienza con serenità, e vada come vada io sento il dovere di dirlo e ringraziarli pubblicamente anche perché, la cosa che mi ha stupito di più e vedere che non ero io l’eccezione, ma era proprio il loro metodo con tutti. E ho capito che sono loro eccezionali.
da una lettrice
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