SenigalliaNotizie.it
Versione ottimizzata per la stampa

Un tuffo nel mondo onirico di Edgar Allan Poe con il Teatro Nuovo Melograno

Successo per lo spettacolo itinerante dedicato al padre letterario dell’orrore

Teatro Nuovo Melograno

Un tuffo nel mondo onirico di Edgar Allan Poe: quattro “perle” pescate dall’oceano della letteratura da quello che è considerato uno dei padri delle opere dedicate al lato sinistro del cuore: mistero, orrore, violenza e oscurità sono gli aspetti più frequenti dei personaggi nati dalla mente dello scrittore statunitense.

A dargli un corpo ed un volto in modo sapiente è stato il Teatro Nuovo Melograno che, nelle giornate del 26, 27 e 28 ottobre, ha messo in scena “La verità sul caso di Mr. Valdemar”, “Il Barile di Amontillado “, “Il Genio della Perversione” ed “Il cuore Rivelatore”: quattro pietre angolari di Poe rilette dalla regia di Daniele Vocino (anche interprete) e Catia Urbinelli, Cristian Strambolini, Claudio Marchetti, Carmen Bilancia, Marco Tonelli e Roberto Carletti.

Dicevamo un viaggio oscuro nelle viscere degli incubi che tormentano l’uomo che si snoda in quattro luoghi differenti: lo spettatore viene accompagnato da diversi Caronte negli inferi delle ossessioni umane. La prima tappa ci porta a sviscerare il “Caso di Mr. Valdemar”, racconto che affronta il tema del mesmerismo come via per contrastare l’incubo che più di tutti accompagna l’uomo: il pensiero della morte; a sezionare le sfumature di questa discesa nel limbo della “non morte” in maniera egregia è Cristian Strambolini nelle vesti del narratore.

Neanche il tempo di riprendersi dallo stupore suscitato dalla corruzione del corpo di Valdemar che si dissolve davanti agli astanti che si viene traghettati in un nuovo incubo, in un nuovo quadro; siamo in una non specificata città europea, probabilmente in Italia, e sta per realizzarsi un’atroce vendetta innescata da un non specificato sgarbo: è il canovaccio del
“Barile di Amontillado”, storia che racchiude tutti i topoi di Poe. La vicenda raccontata dal punto di vista dell’assassino, la vendetta, il “mostro” che si cela dentro l’essere umano e la morte, sepolto vivo nel cuore che si libera e che, in una singolare legge del contrappasso, decide di seppellire viva a sua volta la sua vittima, il nobile Fortunato (interpretato egregiamente da Vocino).

Il lato oscuro dell’essere umano viene scandagliato ancora una volta nel “Genio della Perversione”: anche stavolta il punto di vista è quello dell’assassino e dei suoi demoni, incatenati tra loro e che diventano un’entità unica, un cerbero a “tre teste” che snocciola la teoria riguardante l’esistenza del genio della perversione, che induce la gente a commettere atti contro il proprio interesse, come confessare pubblicamente un efferato ed ingegnoso assassinio.

A chiudere il cerchio è uno del classici di Poe: “Il cuore rivelatore” dove il protagonista (Catia Urbinelli), racconta il suo brutale delitto e di come in preda alle allucinazioni ed alla paura di essere scoperto, si trovi a svelare ai gendarmi dove sia nascosto il cadavere.

Ancora una volta il Teatro Nuovo Melograno dimostra di saper catapultare gli spettatori in veri e propri viaggi onirici attraverso sogni, incubi e paure, il tutto senza dover allestire set colossali ma rimandando alle prove attoriali l’onore (e l’onere) di traghettare lo spettatore in mondi lontani e fascinosi.

Commenti
Ancora nessun commento. Diventa il primo!
ATTENZIONE!
Per poter commentare l'articolo occorre essere registrati su Senigallia Notizie e autenticarsi con Nome utente e Password

Già registrato?
... oppure Registrati!


Scarica l'app di Senigallia Notizie per AndroidScarica l'app di Senigallia Notizie per iOS

Partecipa a Una Foto al Giorno





Cronaca
Politica
Cultura e Spettacoli
Sport
Economia
Associazioni
Fuori dalle Mura