Senigallia, Bello (Lega) sulle dichiarazioni del presidente della consulta degli immigrati
“Parole condivisibili, coerenti e coraggiose, e che ristabiliscono la verità dei fatti”
Le parole del Presidente della Consulta degli immigrati di Senigallia, Mohamed Malih, sono del tutto condivisibili. La sua presa di posizione è pacata, legittima ed espressione della verità dei fatti. Lo ringrazio di ciò che ha dichiarato, ma soprattutto della coerenza e del coraggio dimostrati in una vicenda, che altri hanno voluto solo, e tuttora lo fanno, strumentalizzare e mistificare.
La Lega, comunque, ha presentato di nuovo la sua proposta di deliberazione al Consiglio di Senigallia grazie al suo Consigliere Capogruppo Davide Da Ros. E lo ha fatto perché la ritiene una questione giusta e di principio.
La ‘ratio’ della richiesta avanzata dalla Lega è semplice, lineare A chi intenda godere di un alloggio popolare, è richiesta la presentazione di certificazione, ai fini ISEE, che attesti, tra gli altri requisiti richiesti, di non essere titolare di proprietà immobiliari né qui né all’estero. Questo vale per tutti, nessuno escluso.
Il voto negativo del Consiglio della settimana scorsa, quindi, in cui i Consiglieri del PD e di Città Futura hanno respinto la richiesta della Lega, ha il sapore più di una battaglia ideologica che di un approccio equilibrato e ragionevole al giusto problema sollevato dalla Lega, che di fatto, con la sua proposta, ha voluto unicamente rafforzare garanzie e diritti per tutti, sia per i cittadini italiani che per gli stranieri regolarmente residenti nella nostra città.
Nessuno ha mai detto o mai scritto, tanto meno la Lega, che qualcuno dovesse essere escluso, anche perché la proposta della Lega non afferma questo. Tutti, semmai, se pretendono di accedere ai bandi per l’assegnazione di case popolari, devono consegnare l’ISEE debitamente compilato, allegandovi anche un ulteriore certificato, con cui si dichiari di non essere proprietario di alcun immobile.
Il ‘pistolotto’ del PD, di Città Futura, dei Consiglieri di maggioranza e dell’Assessore Girolametti e di tutta la sinistra locale, che affermano in coro di trovarsi di fronte ad una proposta razzista, discriminatoria ed impeditiva dell’esercizio dei diritti, è del tutto fuori luogo e mistificatoria. La Lega, nella sua proposta, ha semplicemente applicato e riportato la legge, che richiede a tutti di documentare la propria situazione patrimoniale, e dunque di provare se abbiano oppure no conti correnti o proprietà immobiliari, anche all’estero.
Appare d’obbligo, a questo punto, un’ulteriore e conclusiva considerazione. Ed è quella che lo stesso Direttore Maurizio Belpietro ha fatto qualche giorno fa dalle colonne del suo quotidiano ‘La Verità’. “Quanti sono gli stranieri – ha scritto il direttore Belpietro – che giungono in Italia regolarmente, abbandonando nel proprio Paese le proprie case? Tanti. E quanti sono coloro, che una volta emigrati legalmente in Italia, si costruiscono un’abitazione nuova di zecca nel Paese d’origine? Altrettanti. E, allora, perché non deve essere considerato lecito richiedere anche agli stranieri una dichiarazione, che attesti che siano nullatenenti? Per gli italiani è un obbligo, se volessero ottenere un alloggio popolare o qualsiasi altra prestazione; e, allora, perché non dev’esserlo per gli stranieri regolarmente residenti nella nostra città? Quella dell’esenzione dai doveri della burocrazia, come afferma la sinistra e il PD, è un diritto da non concedere agli stranieri. Agli stranieri bisogna concedere il diritto a non perdere tempo con timbri e carte bollate, in quanto questa è una delizia da riservare solo agli italiani. I soli, sembrerebbe, a essere tenuti a rispettare le regole.”
da Massimo Bello
Consigliere Capogruppo Lega al Consiglio dell’Unione dei Comunini
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