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“Letture in Cerchio”, il corpo al centro del terzo incontro a Senigallia

Movimento Donne contro i Fascismi dà appuntamento ad Arvultùra sabato 27 ottobre

Il centro di aggregazione giovanile e sede di Arvultura

Il corpo è il centro della nostra esperienza di vita. Da lì parte tutto. Con il corpo comunichiamo, ci presentiamo al mondo, facciamo capire agli altri chi siamo e come ci sentiamo. Il corpo parla. E dice molto di noi.

Per questo bisogna “farne buon uso” e soprattutto averne rispetto. Invece nella nostra società i corpi violati, esibiti, rappresentati raccontano di una dimensione della donna che non riesce a esprimersi nella sua autenticità perchè è schiacciata da consuetudini tipiche di un sistema patriarcale, un sistema in cui i ruoli sociali si giocano ancora su convenzioni e rapporti di forza impari tra uomo e donna. Per recuperare la consapevolezza della dimensione di un corpo che sia espressione della propria libertà interiore partiamo dall’analisi dei modelli più diffusi dalla nostra società. E in particolare partiamo dalla TV.

Dopo i Mercoledì di genere sul Manifesto di Rivolta Femminista di Carla Lonzi e Dalla parte delle bambine di Elena Gianini Belotti, nel terzo incontro delle LETTURE IN CERCHIO promosso dal Movimento Donne contro i Fascismi si analizza il testo Il corpo delle donne di Lorella Zanardo, che è il primo di un ciclo di incontri dedicato al tema IL CORPO COME DIMENSIONE POLITICA: CREARE CULTURE DI LIBERAZIONE, il cui programma completo sarà diffuso a breve.

Lorella Zanardo è consulente, formatrice e docente, che evidenzia i risultati di una ricerca condotta nel 2008 sull’uso del corpo delle donne nelle pubblicità televisive. I risultati sono stati divulgati in un documentario in rete realizzato da Cesare Cantù e Marco Malfi Chindemi che ha suscitato subito grande interesse, risvegliando l’attenzione di molte giovani sul degrado e lo svilimento in cui era caduta la rappresentazione del corpo della donna in tv. Le reazioni l’interesse inaspettato sono stati l’inizio di un cambiamento e di una grande spinta per far riguadagnare centralità alla donna e la sua incidenza nel tessuto sociale e culturale nel nostro paese. Un cambiamento urgente, ancora in fieri, che necessita di uscire dagli stereotipi per giungere a una nuova definizione di femminile.

Il testo mette a frutto nuovi strumenti di lettura dell’immagine televisiva e dei messaggi che questa veicola. Da questi messaggi nasce il desiderio di molte ragazze di imitare le schedine, letterine, veline, apparentemente così potenti; ragazze che già da piccolissime intuiscono che il corpo ha un enorme potere sugli uomini, sul pubblico.

E infatti, in questa società neoliberista dove il fine giustifica qualsiasi mezzo, il corpo delle donne, e in maggior misura quello delle bambine, è divenuto un potente strumento di scambio economico. Scrive la Zanardo: “sentivo nella mia carne il sopruso della telecamera che frugava il nostro corpo. Soltanto attraverso la comprensione profonda, e di conseguenza l’assunzione totale della vergogna e del dolore per come eravamo rappresentate, sarebbe stato possibile scrivere un testo per educare e infine cambiare.”

Un bisogno di cambiare diventato mai come ora emergenza! É emergenza una profonda riflessione sul ruolo della donna la cui definizione nella società di oggi passa solo attraverso le tenaglie di stereotipi maschilisti che hanno permeato non solo l’immaginario collettivo di tutti noi, ma anche il linguaggio e il modo di esprimersi. Dobbiamo trovare il coraggio di nominare il mondo al femminile!

La riflessione prende dunque le mosse dalla lettura di alcuni passi della Zanardo per prendere coscienza sui danni causati dal linguaggio della televisione e oggi più che mai dai social network sul corpo della donna. Ma si vuole ancor più far prendere coscienza della totale perdita di libertà da parte della donna rappresentata, che al contrario è convinta di agire liberamente quando non si rende conto di muoversi in un terreno scivoloso e pericoloso che lede la sua dignità e autenticità di donna. Per capirlo sarà preso in esame un testo di Pier Paolo Pasolini che nei suoi Scritti Corsari mette a confronto il sistema totalitario e repressivo del fascismo con quello della società dei consumi veicolato dalla televisione. Con una magra conclusione: “La tv è arrivata là dove il fascismo non è riuscito ad arrivare!”

Vi aspettiamo per discuterne insieme sabato 27 ottobre presso lo Spazio Autogestito Arvultura alle ore 17.

É messo a disposizione uno spazio bimbi per le mamme e i papà che hanno il desiderio di partecipare, ma non sanno a chi lasciare i figli!
I cittadini e le cittadine sono invitati/e!

Vi aspettiamo numerosi.

Da

Movimento Donne contro i Fascismi di Senigallia

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