Area Vasta Senigallia a Paradisi: “nessuna controindicazione a vaccinazione bambina”
Dottoressa Cimini: "facciamo chiarezza, ci siamo confrontati coi medici che hanno eseguito l'intervento sulla bimba di 2 anni"
In risposta agli articoli, apparsi nei giorni scorsi sulla stampa, dal titolo “Le vaccinazioni non possono diventare foga esecutiva o ideologica”, (online Senigallia Notizie),“Bambina di due anni operata al cuore. La Diffida dell’ASUR: “Deve Vaccinarsi” (Corriere Adriatico), “Non vaccinano bimba operata al cuore. Ora la famiglia rischia anche una multa” (Il Resto del Carlino) e pur nella volontà di rispettare la privacy di ogni nostro bambino, mi trovo costretta ad intervenire, per fare chiarezza, quanto mai opportuna quando parliamo di vaccinazioni visto il clamore mediatico e le tante opinioni discordanti (la scienza è sempre vera che ci si creda o no).
Qualsiasi atto vaccinale è un atto sanitario sottoposto ad una rigorosa valutazione da parte di chi lo esegue. Quando dalla valutazione anamnestica, o da un colloquio prevaccinale, emergono elementi clinici degni di essere approfonditi, l’iter operativo è proprio quello di mettere in campo ogni sforzo per comprendere esattamente la situazione clinica del bambino. Questa procedura ha due finalità estremamente importanti:
– Riconoscere la presenza di una controindicazione ad eseguire le vaccinazioni previste. Questo serve a non effettuare le vaccinazioni quando queste non possono essere effettuate, temporaneamente o definitivamente.
– Escludere false controindicazioni (situazioni cliniche che non rappresentano una controindicazione). Questo serve a far sì che i bambini che possono essere vaccinati siano effettivamente protetti nel miglior modo possibile.
Nell’eseguire questa valutazione, che talvolta richiede approfondimenti, confronto con il medico pediatra dei nostri bambini, in alcuni casi consulenze specialistiche, facciamo riferimento alle linee guida specifiche emanate dal Ministero della Salute. “Guida alle controindicazioni alle vaccinazioni 2018”approvate dal NITAG (National Immunization Technical Advisory Group) e dal Consiglio Superiore di Sanità con il contributo di 16 Società Scientifiche.
Rassicuriamo su un fatto certo: procediamo nell’effettuazione delle vaccinazioni quando siamo certi che non vi siano controindicazioni e la finalità è quella di proteggere nel miglior modo possibile i nostri bambini. I bambini che non possono essere vaccinati devono poter contare su tutti gli altri bambini che, non avendo controindicazioni, possono essere vaccinati.
Spiace arrivare alla diffida, ma il confronto con i genitori che ritardano le vaccinazioni rispetto al calendario vaccinale si avvia già dal mese successivo al primo “appuntamento mancato”, fissato dal Piano nazionale nel terzo mese di vita del bambino.
Non vogliamo soffermarci sul caso specifico ma facciamo generalmente notare che un “intervento cardiochirurgico” non controindica le vaccinazioni pediatriche. Rassicuriamo anche sul fatto che nel caso specifico è stato effettuato un confronto con gli specialisti che hanno eseguito l’intervento.
Nel caso specifico, dunque, non ci sono controindicazioni alle vaccinazioni, ritardare le vaccinazioni o non eseguirle significa non proteggere un bambino da malattie infettive potenzialmente molto dannose.
Va da sé che la famiglia di un bambino che può essere vaccinato perché non ci sono controindicazioni ad effettuare le vaccinazioni ha diritti e doveri: il diritto di ricevere le vaccinazioni del calendario vaccinale in modo attivo e gratuito, per proteggere nel miglior modo possibile ogni bambino con le migliori armi preventive a nostra disposizione, ma anche il dovere di sottoporre i propri figli a vaccinazioni obbligatorie.
Dr.ssa Daniela Cimini – Direttore UOC Prevenzione e Profilassi delle Malattie infettive – Dipartimento di Prevenzione Av2 ASUR
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