A Senigallia prima presentazione in Italia di “Non morirò stanotte”, nuovo libro di Karim Franceschi
Il combattente racconta una storia di guerra, ma non solo, e i motivi della sua scelta
Venerdì 12 ottobre alle 21.15 presso lo Spazio Autogestivo Arvultura di Senigallia, in via Abbagnano, si terrà la prima presentazione a livello nazionale del libro di Karim Franceschi “Non morirò stanotte”, edito da Rizzoli.
L’autore ne parlerà con il l’inviato del quotidiano La Repubblica Fabio Tonacci. Dopo l’avventura raccontata in Il combattente, a distanza di due anni Karim Franceschi torna in Rojava, nella Siria devastata dalla guerra civile.
“Heval” Marcello, deve partire di nuovo, e con un sogno nel cuore più grande di lui: gli ci vorrà quasi un anno per realizzarlo, e il prezzo sarà altissimo.
Con l’esperienza militare di chi è stato in prima linea a Kobane, torna a combattere al fianco dell’Ypg (Unità di protezione del popolo), formando un suo battaglione, composto di compagni internazionalisti, partiti dai più disparati Paesi occidentali, con cui condividere gli stessi princìpi di libertà e far cadere Raqqa, la capitale dello Stato islamico.
Di questa sua impressionante avventura Karim Franceschi ci racconta con passione e consapevolezza: è la storia di una guerra, ma non solo. È la storia di un viaggio, prima di tutto umano, di una recluta che diventa comandante, di compagni che diventano fratelli. Di un gruppo di ragazzi apparentemente “folli”, ma uniti come un pugno.
È la storia di operazioni d’assalto portate avanti nelle notti nere del deserto, di scontri, di imboscate, di addii che non vogliono mai essere detti e vittorie troppo spesso solo a metà. Karim ci porta una seconda volta sul fronte, tra addestramenti, strategie d’attacco, ospedali improvvisati e radio che gracchiano informazioni capaci di spostare la linea sottile che separa la vita dalla morte. Fino alla battaglia finale. Non morirò stanotte racconta un’avventura militare unica al mondo, una missione ai limiti del possibile contro un nemico preparato e sanguinario.
La storia di un’attivista sociale che ancora una volta sceglie di vivere la tragedia di un conflitto tremendo perché è convinto che la guerra al fondamentalismo lo riguardi, come riguarda l’umanità intera.
Ma che soprattutto non ha dubbi sulla necessità di schierarsi a fianco del popolo curdo, di una esperienza di comunità autogestita punto di riferimento imprescindibile per tutti coloro che lottano per l’uguaglianza, la giustizia sociale e la libertà.
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