“Terre della Marca Senone, una farsa grottesca. E inquietante”
Massimo Bello: "ogni cosa pende su Senigallia e i sindaci degli altri Comuni hanno abdicato"
Una farsa grottesca e, a tratti, seriamente inquietante. E’ stato questo il clima, che si è respirato ieri pomeriggio, 3 ottobre, dentro l’Aula consiliare, in cui si è svolta la terza seduta del Consiglio dell’Unione.
Per un istante, seppur breve, è sembrato, a noi dell’opposizione, di fare un salto indietro nel tempo e di assistere ad una riunione del vecchio ‘bureau’ del partito comunista sovietico, in cui ogni sussulto di dissenso democratico – magari giusto, fondato e pertinente che fosse – sarebbe stato tacciato di inverosimile, inaudito e controrivoluzionario!
Al di là delle battute, la seduta di ieri pomeriggio è stata l’ennesima dimostrazione di come questa Unione dei Comuni non solo sia una ‘scatola vuota, inutile e un giocattolo politico nelle mani di Mangialardi e del PD, ma anche di come i Comuni del comprensorio vallivo siano oramai completamente appiattiti ed assopiti sulle posizioni di Senigallia e, soprattutto, in linea con il ‘disegno delirante’ di un partito e dei suoi dirigenti locali, che hanno fatto di questo territorio una sorta di ‘loro proprietà’: una roccaforte territoriale del PD e della sinistra per difendere gli ultimi ‘geniti’ del loro potere, in attesa di essere spazzati via dalla forza e dalle idee del cambiamento, che di qui a breve libereranno anche Senigallia, le Valli del Misa e del Nevola e l’intera Regione Marche!
Una seduta del Consiglio davvero grottesca. L’episodio più eclatante, giusto per fare un esempio, che ha visto protagonista il Presidente Mansanta e le sue frasi offensive nei confronti dei Consiglieri di opposizione, pronunciate nella seduta del 4 settembre, è stato ieri liquidato dalla maggioranza consiliare del PD come un atto, che non necessitava di censura e di dimissioni, portando a sostegno che a chiunque potesse capitare di perdere le staffe, e che così, dopotutto, farebbe anche il Vice Premier Matteo Salvini nei confronti dei suoi avversari politici! I Consiglieri del PD dell’Unione sono davvero surreali e fuori dalla realtà, ma c’è da comprenderli: il vento sorridente della Destra e della Lega soffia anche su di loro!
Comunque, una seduta davvero grottesca. Un altro episodio, che vale la pena ricordare, è riconducibile alla proposta presentata dall’opposizione sul Regolamento per l’organizzazione e il funzionamento del Consiglio dell’Unione. Da mesi, si aspetta con urgenza un Regolamento e quando arriva una proposta con tanto di articoli e di relazione da parte dell’opposizione (il sottoscritto, primo firmatario ed estensore della proposta di ben due Regolamenti), la maggioranza consiliare del PD trova qualsiasi pretesto per evitare il confronto. Ma sta di fatto, comunque, che dovranno farlo, partendo dalla nostra proposta di Regolamento. E, a noi, tanto è bastato per dimostrare di avere capacità di avanzare proposte concrete su argomenti seri.
Subito dopo, è il turno del Presidente Mangialardi, il quale propone di rinviare ad altra seduta l’unico punto, per il quale probabilmente avrebbe valso la pena di rimanere in Aula: la discussione e l’approvazione delle linee programmatiche della Giunta dell’Unione. Ma la maggioranza consiliare del PD decide, ancora una volta, di rinviare questo punto, per la seconda volta, a data da destinarsi, tra l’altro con motivazioni davvero ridicole e di poco buon senso.
L’unico punto, da ultimo, che per Mangialardi, Mansanta e la maggioranza consiliare del PD ha davvero avuto la priorità su tutto è stata la nomina del Revisore dei Conti dell’Unione, definito un atto propedeutico e fondamentale per la vita dell’Unione. Mentire, sapendo di mentire: ecco l’unico presupposto, che li abbia spinti a votare compatti questo provvedimento, che per l’opposizione invece non solo è inutile in questo momento, ma anche avvolto da una serie di irregolarità, che abbiamo fatto presente non solo ieri, ma anche nella seduta del 4 settembre, supportando poi il nostro voto contrario con una serie di eccezioni sia sulla forma che sulla sostanza della delibera. Una delibera, su cui addirittura manca l’imputazione della spesa su un capitolo di bilancio dell’Unione. Bilancio, tra l’altro, e lo voglio ricordare per chi ancora non fosse ben informato, e giusto per dare un’idea del modo di governare di questa maggioranza PD, che ancora non esiste. L’Assessore alle risorse economiche dell’Unione, cioè il sindaco di Serra de’ Conti, nella seduta del 4 settembre ha dichiarato che l’Unione non ha alcun Bilancio! E a distanza di un mese, ancora non esiste alcun documento ufficiale o ufficioso di manovra di bilancio dell’Unione!
Insomma, l’ennesima seduta grottesca, che non ha sortito alcun effetto benefico per l’Unione. I Consiglieri di maggioranza non parlano perché Mangialardi non fa dire loro una parola. I Sindaci dei Comuni aderenti all’Unione ridotti invece al silenzio da un Presidente dell’Unione, che li gestisce e li coordina come se fossero dei ‘servitori di Palazzo’. Oramai, Senigallia ha fagocitato tutto, anche le intelligenze e le coscienze degli amministratori dei Comuni delle Valli Misa e Nevola!
Ogni cosa pende su e per Senigallia. I rappresentanti dei Comuni vallivi aderenti all’Unione non reagiscono, ma fanno solo un cenno con la testa, acconsentendo a tutto ciò che accade attorno a loro. Sono solo sudditi ‘ignari’ di Mangialardi non solo perché ne hanno condiviso il ‘delirio di onnipotenza’, ma anche perché hanno ‘svenduto’ i territori del loro comprensorio vallivo alla città di Senigallia, senza chiedere in cambio alcuna garanzia per le loro comunità e senza battere ciglio: i sindaci di Tracastelli, Barbara, Serra de’ Conti, Ostra Vetere e Ostra hanno, in poche parole, abdicato, assoggettandosi al vassallaggio della città costiera e mettendo il loro futuro, ma soprattutto quello dei Comuni, che amministrano, nelle mani di un’operazione squisitamente folle, delirante e partitica.
Comunque sia, Mangialardi e la maggioranza PD, che sostengono probabilmente anche in modo inconsapevole questa Unione dei Comuni sono apparsi ieri nervosi, impacciati e persi nella manifesta incapacità politica di Mansanta a gestire il Consiglio, tant’è che egli stesso aspettava qualsiasi input da Mangialardi o da qualunque Consigliere del PD per proseguire i lavori dell’Assemblea. Il Presidente Mangialardi, invece, teso, ma anche disorientato da un’Unione, verso cui non ha, probabilmente, la stessa convinzione mostrata all’inizio di questa operazione folle, non vedeva l’ora che chiudesse la seduta.
Piena di contraddizioni, incapace di guardare lontano, ma soprattutto vuota di contenuti e di obiettivi: ecco cos’è l’Unione dei Comuni ‘La Marca della Terra Senone’. Un’Unione lontana dalla realtà e strumento di potere nelle mani di Mangialardi, di Mansanta e di tutto il PD senigalliese e vallivo. Una sinistra, però, alla frutta, a cui non rimane altro che pararsi dietro questa struttura creata appositamente per conservare un potere, che sta a poco a poco scemando.
L’ultimo baluardo, che li fa ancora resistere. Ma ancora per poco!
Antonio Gramsci ebbe a dire: “La buona politica è una connessione sentimentale tra governanti e popolo”. Ma nell’Unione dei Comuni di Mangialardi e del PD non esiste alcuna connessione perché il progetto, nato oramai un anno fa, non ha un senso istituzionale, tanto meno programmatico: non vi è pari dignità tra i Comuni, ma è Senigallia a fare la ’padrona’ di tutto; non vi è una direzione lungimirante, ma proiettata solo in un breve ed immediato periodo; non vi sono regole statutarie condivise, ma solo quelle, che fanno più comodo a Mangialardi e al PD; non vi sono vantaggi concreti per i Comuni del comprensorio, ma è solo quello di Senigallia a trarne quelli più diretti ed immediati. Sono riusciti, insomma, a mettere il bavaglio a tutti, ma non riusciranno a fare altrettanto con l’opposizione, per quel che mi riguarda.
Il nostro obiettivo sarà quello di distruggere questa scatola vuota e di liberare questo territorio dalla morsa di un progetto, che a poco a poco sta spegnendo le peculiarità, la dignità ed il ruolo dei Comuni vallivi, ma anche della stessa Senigallia, che non sarà in grado di reggere il peso dell’Unione perché essa stessa ha problemi di “connessione – come ebbe a dire Antonio Gramsci – tra governanti e popolo”.
Da
Massimo Bello
Capogruppo della Lega al Consiglio dell’Unione dei Comuni
‘La Terra della Marca Senone’
Per poter commentare l'articolo occorre essere registrati su Senigallia Notizie e autenticarsi con Nome utente e Password
Effettua l'accesso ... oppure Registrati!