Esercizio arbitrario delle proprie ragioni, assolto agricoltore di Senigallia
Era finito a processo perché accusato di minacce da un altro agricoltore, per cui aveva lavorato
Il Tribunale di Ancona assolve un agricoltore senigalliese, finito a processo perché accusato di aver minacciato un altro agricoltore che non lo aveva pagato per alcuni lavori compiuti qualche anno fa.
E’ questa la decisione del giudice Pietro Renna, del Tribunale di Ancona, nei confronti di L.T., agricoltore senigalliese di 51 anni.
L’uomo, difeso dall’avvocato Corrado Canafoglia, era imputato per un episodio avvenuto nel 2015.
Nell’occasione L.T. avrebbe minacciato di “tagliare la gola” al suo committente, un altro agricoltore senigalliese, per il mancato pagamento di alcuni lavori agricoli per lui svolti nel 2014: L.T. aveva presentato una fattura di 8.000 euro, una cifra non dovuta a detta del committente e per questo non pagata.
Da qui l’alterco tra i due, le presunte minacce e la richiesta di 10.000 euro di danni da parte del querelante.
Il Tribunale di Ancona ha assolto però L.T. dall’accusa di esercizio arbitrario delle proprie ragioni: il cinquantunenne senigalliese ora potrebbe a sua volta decidere di agire per calunnia e per il pagamento degli 8.000 euro.
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