“Italia paese delle barriere architettoniche. E Senigallia purtroppo non è da meno”
Il consigliere Da Ros (Lega): "andrebbe incentivato il turismo accessibile"
L’Italia purtroppo è il Paese “principe” delle “barriere architettoniche”, e purtroppo Senigallia non è da meno.
Scale, marciapiedi che non esistono, intercapedini, gradoni, negozi con gradini, uffici ai piani alti senza ascensore, strade dissestate, questa è la realtà che è costretto a vivere chi è disabile. Le nostre città, in Italia diventano un percorso ad ostacoli e il completamento dell’abbattimento delle barriere architettoniche è ancora una meta lontana.
Senso civico, solidarietà e abbattimento delle barriere: queste componenti sono le fondamenta portanti per la costruzione della società. Nel 2018 l’Italia non è ancora riuscita a tenere il passo con le altre Nazioni europee per quanto riguarda l’abbattimento delle barriere architettoniche che impediscono alle persone disabili di usufruire delle strutture e dei servizi come dovrebbero.
Esistono ancora dei limiti per queste persone, nonostante i governi passati abbiano promesso di stanziare fondi per la costruzione di strutture per la risoluzione del problema. Il nostro Paese si conferma sempre “il fanalino di coda” della Comunità Europea, restando arretrato sotto molti punti di vista. Non esistono fondi sufficienti, a fatica vengono varate leggi in merito, non vengono realizzate sufficienti strutture accessibili a tutti e persino i mezzi pubblici, spesso, non possiedono la pedana per consentire l’entrata a persone disabili. Bisognerebbe essere presenti e cercare di muovere le coscienze di chi ha potere di cambiare questa situazione e ha la colpa di non volerlo fare.
Perché se si vuole si può. Con un paradosso: abbiamo un’ottima legislazione nazionale ma quando è il momento di metterla in pratica gli enti locali, i progettisti e chi dovrebbe farla rispettare se ne dimentica completamente.
Si parla tanto di Europa, ma rimangono, purtroppo, solo parole. Eppure l’accessibilità è uno dei pilastri della strategia dell’Unione Europea. Per il decennio 2010-2020 l’obiettivo era ambizioso: abbattere le barriere in un continente che conta oggi circa 80 milioni di cittadini con disabilità. Un numero che è destinato a crescere con il progressivo invecchiamento della popolazione.
Libero accesso ai trasporti, agli spazi e ai servizi pubblici, alle tecnologie, era una vera e propria sfida. Per questo dal 2010 era stato creato “Access City Award”, il premio europeo per rendere le città più vivibili premiando gli esempi più virtuosi. Le città vincitrici delle edizioni precedenti sono state: Avila (Spagna) nel 2011; Salisburgo (Austria) nel 2012; Berlino (Germania) nel 2013; Goteborg (Svezia) nel 2014; Boras (Svezia) nel 2015; Milano (Italia) nel 2016 e Chester (Regno Unito) nel 2017. Milano rimane una goccia nell’oceano, perché chiunque può andare in giro in tutta Italia e vedere che per un disabile è veramente dura muoversi.
Tanto potrebbero fare le Amministrazioni locali, ma non lo fanno, o se lo fanno sono casi sporadici a “macchia di leopardo”. A Bologna, per esempio, era stato istituito il “Disability Manager”,una figura che doveva promuovere e valutare la compatibilità di ogni atto dell’Amministrazione con i diritti e le esigenze delle persone con disabilità. Perché non è mai stato istituito anche a Senigallia?
Tantissimi negozi in città hanno uno o più gradini di accesso. Perché l’Amministrazione non agevola i commercianti nell’eliminare queste barriere architettoniche?
Senigallia è una città turistica con un enorme potenziale turistico (non sfruttato). Perché l’Amministrazione non ha mai pensato di incentivare il “turismo accessibile” che, solo in Italia, ha un potenziale di visitatori di 10 milioni tra disabili e over 65 (127 milioni in Europa)?
Perché l’Amministrazione non ha mai pensato di mettere in piedi dei progetti che favoriscano l’integrazione delle persone disabili con il territorio, le sue persone e le sue attività?
Domande che rimarranno senza risposta, come sempre, ed è veramente disarmante. Per noi il problema maggiore non è logistico, e non è solamente architettonico. Purtroppo è una questione di “cultura e rispetto”. Bisogna lavorare sulla “percezione” che gli altri hanno dei disabili. E’ brutto dirlo, ma è la verità, chi non è disabile non ha, o non vuole avere, la consapevolezza di cosa significa vivere una vita da disabile.
Con l’occasione vi invito a partecipare all’evento “PIZZA Solidale”, organizzata dall’Associazione Amici Disabili che si terrà all’Oratorio San Pio X, al Ciarnin in Via Galileo Galilei, 78 alle ore 20.00. Il sottoscritto ci sarà e vi aspetta numerosi.
Davide Da Ros – Consigliere comunale e Coordinatore Lega di Senigallia
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