Il Comitato sull’udienza per i fatti di maggio 2014: “La città si svegli da questo torpore”
Canafoglia: “Non comprendiamo il silenzio di fronte ad accuse così gravi”
A pochi giorni dall’ufficializzazione della data dell’udienza preliminare per sui fatti inerenti all’alluvione del 3 maggio del 2014, il Comitato delle vittime, rappresentato dall’Avv.Canafoglia ha indetto una conferenza per fare il punto sulla situazione.
Il prossimo 12 novembre dovranno comparire infatti davanti al giudice Francesca De Palma il sindaco Maurizio Mangialardi, il suo predecessore Luana Angeloni, il dirigente dell’Area tecnica Gianni Roccato e il comandante della polizia municipale Flavio Brunaccioni. A rischiare il processo sono anche Massimo Sbriscia, ex dirigente della Provincia di Ancona, Mario Smargiasso, direttore dell’Autorità di Bacino, l’ingegnere Alessandro Mancinelli consulente del Comune nella fase di riperimetrazione del Pai e Libero Principi, funzionario della Regione.
Dovranno rispondere, a vario titolo, di reati come l’omicidio colposo plurimo, il disastro colposo, abuso d’ufficio, omissione d’atti d’ufficio, inondazione colposa e morte e lesioni in conseguenza di altro reato. A prendere la parola in qualità di legale rappresentate è stato l’Avv. Corrado Canafoglia
“Pur riconoscendo il diritto alla presunzione di innocenza agli indagati sino alla sentenza definitiva, non possiamo non evidenziare alcuni aspetti importanti che ci hanno indotto a indire questa conferenza: il silenzio che permea questa vicenda è imbarazzante, soprattutto alla luce degli indagati che sono eccellenti e o rappresentano il sistema di prevenzione e protezione locale costituito dal Comune di Senigallia, dalla Provincia di Ancona e dalla Regione, è quanto meno anomalo. Capiamo che la prudenza sia d’obbligo, ma non comprendiamo questo silenzio: la città si deve svegliare da questo torpore”.
Altro aspetto a cuore del Comitato è quello che riguarda le responsabilità: “Sin da subito il Coordinamento dei Comitati e l’Unione nazionale Consumatori hanno sostenuto che l’alluvione non è stato un evento imprevedibile ed eccezionale, come invece il Sindaco ed alcuni affermavano ed in tale senso si sono battuti. Avevamo individuato le cause dell’alluvione nella mancata manutenzione del fiume da parte degli Enti competenti, nelle criticità manifestate nella gestione della fase della prevenzione e dell’allarme alla cittadinanza e nella politica urbanistica della Città. Usando una frase di un noto politico senigalliese ‘al tempo dell’approvazione del PAI si è preferito il diritto di pochi di costruire rispetto al diritto alla sicurezza di tutti i cittadini: da quell’atto del consiglio comunale discendono molti dei problemi che hanno poi causato l’alluvione’ – ancora, rincara la dose Canafoglia – in questi anni abbiamo subito attacchi personali ed accuse pesanti di essere dei lestofanti, dei pifferai magici, di illudere la gente, ma non siamo arretrati di un millimetro, convinti che la battaglia non è solo nostra , ma è di tutta la Città , ancora oggi sottoposta al pericolo di esondazione del Fiume Misa”.
Secondo il Comitato infatti, non solo c’è la necessità fisiologica di acclarare la verità e le eventuali responsabilità ma quella di mitigare il rischio che il fiume Misa continuerebbe a rappresentare: “I lavori di manutenzione in atto sono dei palliativi che riguardano solo 4 chilometri di tratto a fronte di un tratto a rischio di circa 28 chilometri”.
“Ci sembra giusto anche sottolineare anche l’immane lavoro svolto in questi anni in cui abbiamo collaborato con l’Autorità competenti per l’accertamento della verità; grazie agli sforzi profusi oggi abbiamo 2 importanti documenti: Il decreto di fissazione della prima udienza di questo processo, a cui nessuno all’indomani dell’alluvione credeva possibile e un’ordinanza emessa nel gennaio 2017 dal Sindaco di Senigallia che ammette che tra le concause dell’alluvione vi è la mancata manutenzione del fiume. Entrambi i documenti smentiscono coloro che a prescindere difendevano l’azione di chi doveva tutelare la Città dall’alluvione ed avvalorano la tesi della responsabilità umana da noi sempre sostenuta. In particolare con quell’ordinanza il Sindaco Mangaialrdi punta il dito contro chi doveva effettuare la manutenzione e non l’ha fatto. Allora è lecito chiedere al Sindaco Mangialardi perché non si è schierato subito dalla parte dei Comitati, anzi li ha osteggiati ? Perché non afferma oggi apertamente che i Comitati avevano ragione sulla responsabilità umana, almeno per quanto riguarda la mancata manutenzione del Fiume Misa? Perché subito dopo l’alluvione non ha sporto querela contro coloro che dovevano curare la manutenzione del Fiume e non l’hanno fatto? Perché ha emesso quell’ordinanza in cui parla di mancata manutenzione solo dopo aver avuto notizia dell’approssimarsi della chiusura delle indagini preliminari sull’alluvione?”
“Infine – conclude Canafoglia – noi saremo in quel processo per continuare a collaborare con l’Autorità competente nell’accertamento della verità processuale ed è fondamentale che anche i cittadini e le imprese alluvionate supportino l’azione della Procura e per ottenere il risarcimento dei danni subiti. Stiamo organizzando un’azione collettiva in modo tale da organizzare la partecipazione e per contenere i costi . Per tale motivo il 23 luglio 2018 alle ore 21 al Teatro del Portone abbiamo organizzato un incontro per spiegare le modaliità di partecipazione al processo penale anche nell’ottica di ottenere il risarcimento del danno subito”.
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