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“Quando la burocrazia diplomatica rischia di far saltare aziende solide”

Ecco come l’ambasciata italiana in Bangladesh “chiude le frontiere” a chi avrebbe diritto di entrare in Italia

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Contesa del Pozzo della Polenta - Corinaldo 20-21-22 luglio 2018
L'intervista a Roberto Paradisi

Ci sono migranti e migranti. Oltre al fenomeno dei richiedenti asilo c’è il fenomeno dei soggiorni per motivi di studio e lavoro. Due piani completamente diversi che, se confusi, rischiano di mettere in ginocchio le aziende e colpire un vasto indotto economico.

E’ quello che sta succedendo a Senigallia dove un’importante e solida azienda accreditata dalla Regione Marche e che opera nella formazione professionale alberghiera, ha dovuto congelare i propri corsi riservati a cittadini del Bangladesh per la strenua (e incomprensibile) opposizione dell’Ambasciata italiana a Dhaka che rifiuta sistematicamente il rilascio dei visti di ingresso per stage e formazione professionale. Si tratta della “The International Hospitality Academy srl”, con sede a Senigallia, e che peraltro ha già collaborato con il prestigioso Istituto Alberghiero “Panzini”. Un progetto in grado di valorizzare l’eccellenza internazionale senigalliese nel settore alberghiero. L’azienda e il suo amministratore Massimo Battipaglia (impegnato anche a Londra in un progetto identico ma senza gli ostacoli che ci sono in Italia) da tempo avevano predisposto tutto il necessario per attivare un importante e qualificato percorso formativo con gli stagisti del Bangladesh investendo ingenti risorse in un progetto di ampio respiro. E così gli studenti-stagisti pronti a partire per l’Italia hanno presentato all’Ambasciata i biglietti aerei di andata e ritorno (per garantire l’intenzione di rientrare in Patria), le ricevute del pagamento anticipato dell’intero corso di formazione e del soggiorno alberghiero, le lettere di garanzia da parte di banche e di familiari per il sostentamento in territorio italiano, copia della copertura assicurativa e tanto altro ancora. Tutta documentazione (anche sovrabbondante) richiesta dalle norme per ottenere il visto di ingresso. Ma nemmeno un visto è stato rilasciato dai diplomatici italiani.

DICHIARAZIONE AVV. ROBERTO PARADISI – LEGALE DELLA “THE INTERNATIONAL HOSPITALITY ACADEMY SRL”: “Non è un fenomeno migratorio. Posizione inspiegabile e preconcetta. L’Ambasciata di Dhaka, che sembra avere pregiudizi culturali non comprensibili, rifiuta persino di chiarire la propria posizione e di garantire l’accesso agli atti. Una posizione di totale chiusura del tutto inspiegabile a fronte di un fenomeno che, certamente non è migratorio, e a fronte di tutta la documentazione e la garanzie prodotte che certificano il diritto degli studenti-stagisti a venire in Italia che rischia di cagionare il default dell’azienda che ha investito risorse importanti in questo progetto internazionale di grande valore formativo. E’ peraltro incredibile constatare come una singola Ambasciata, senza nemmeno rispondere a precise istanze di legge, possa stabilire di fatto la chiusura delle frontiere a studenti che hanno pagato cifre importanti per formarsi professionalmente in Italia e pronti a rientrare in Patria con tanto di biglietto aereo di ritorno in tasca. Se la situazione non si sbloccherà non resterà che interessare la magistratura”.

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