“Consulta dei Giovani: tra imbarazzo, segnalazioni ed espedienti”
"Un episodio molto imbarazzante che ha definitivamente decretato la perdita di ogni credibilità da parte della Consulta"
La storia che vi andiamo ad illustrare ci è stata raccontata da circa una trentina di ragazzi. E’ una storia un po’ lunga, ma che fa ben capire come funziona la politica “rossa” a Senigallia. Prima di renderla pubblica abbiamo, ovviamente, fatto tutti i dovuti riscontri, e in base alla “corposa” documentazione che ci è stata consegnata (messaggi, dialoghi su WhatsApp, registrazioni ed email) abbiamo potuto constatare, con la massima certezza, che era tutto, purtroppo, vero. La storia riguarda la “Consulta dei Giovani del Comune di Senigallia”.
Alcuni ragazzi, fin dai primi mesi dell’anno, ci hanno riferito tutto il loro imbarazzo per quello che stava accadendo. Una buona parte di questi, regolarmente iscritti, non ha volutamente presenziato all’elezione delle cariche svoltasi il 7 aprile, che ha visto l’elezione di Tommaso Conti alla carica di Presidente e Alessio Profeti nel ruolo di Vicepresidente. I ragazzi, tra dubbi e sospetti, avevano capito da mesi come sarebbe andata a finire, si sono quindi provvisti di materiale che ci hanno poi mostrato a conferma dei fatti da loro raccontati. Le principali “segnalazioni” coinvolgono l’atteggiamento generale tenuto dal Consigliere comunale delegato alle Politiche Giovanili, Lorenzo Beccaceci, dal Consigliere, e capogruppo del PD, Luca Santarelli e l’ex Presidente della Consulta Francesca Berardi. I ragazzi, pochi giorni dopo la votazione, imbarazzati dal risultato che ne è conseguito e dai modi con i quali è stato ottenuto, si sono in massa “cancellati” dalla Consulta.
Delle tre candidature avanzate nel ruolo di Presidente, un candidato non si è presentato e un altro ha partecipato solo ed esclusivamente per far presente, nel suo discorso, cosa la Consulta dei Giovani è effettivamente. Pur con dubbi e sospetti si è presentato mantenendo quindi il rispetto verso l’evento e i suoi sostenitori nei confronti dell’impegno che aveva inizialmente preso, cambiato poi d’obbiettivo. Avendo ben capito da tempo le dinamiche della Consulta, ha anche annunciato il risultato dell’elezione ancor prima che si svolgesse, ovviamente azzeccandolo.
Il regolamento della Consulta dei Giovani prevede che la candidatura ad una carica, o la dichiarazione di adesione, entrambe con diritto di voto, possono pervenire all’Informagiovani, o in Comune, entro il giorno precedente a quello fissato per le elezioni. Questa regola apre quindi a numerosi “giochetti”. Infatti ogni due anni, quando ci sono le votazioni, si è soliti consegnare le proprie candidature, o le iscrizioni alla Consulta, il giorno prima o poco meno, e di conseguenza “escono” sempre all’ultimo le persone che verranno solo ed esclusivamente per votare un candidato. A conferma di questo, nel giorno delle elezioni c’è sempre un buon numero di persone che votano, persone che regolarmente poi “spariscono” disinteressandosi della Consulta. Tutto questo, purtroppo, fa risultare l’elezione stessa come un autentica “gara” dove vince il candidato che porta più gente a votarlo, niente a che vedere quindi con i “meriti” e la “meritocrazia”.
La Consulta vede ogni due anni un ragazzo o una ragazza “sistemato lì appositamente” che presenta la propria candidatura il giorno prima, e, in accordo con chi ne fa le veci (e di questo ne parliamo più avanti), viene tenuto informato su “cosa succede dall’altra parte”. A riprova, nella storia della Consulta stessa, i ragazzi che son riusciti ad ottenere qualche carica non facendo parte del solito giro di persone che oramai l’hanno “fatta loro” da anni, si contano sulla punta delle dita di una mano.
Terminato il mandato della ex Presidente Francesca Berardi, a novembre 2017, dei ragazzi, tra i quali alcuni già facenti parte della Consulta, hanno voluto informarsi sulla data delle elezioni per il nuovo Presidente, che fu stabilita inizialmente il 20 gennaio. I ragazzi iniziarono a nutrire dubbi e sospetti nel vedere tale data spostata poi al 3 febbraio senza un vero motivo, ed è da quel momento che ci hanno contattato per raccontarci le cose perché già immaginavano che cosa sarebbe accaduto, e a quel punto volevano vederci chiaro, capire e scoprire le “scuse” e le “verità nascoste” di determinati soggetti referenti la Consulta.
E difatti la storia che ne sussegue ha da una parte un lato tragicomico, e dall’altro la conferma che la Consulta dei Giovani altro non è che l’ennesimo bluff di una sinistra che vuole far apparire per “oro”, quello che invece è di “cartone”. Il 1° febbraio giunge una mail da parte dell’Informagiovani che comunica che la seduta del 3 febbraio è stata rimandata al 9 Febbraio. La motivazione che viene data è quella dell’impossibilità del Sindaco Mangialardi di essere presente. Da notare che nella storia della Consulta dei Giovani di Senigallia il Sindaco non era mai stato presente nel giorno della votazione, e questo non faceva che aumentare i dubbi e i sospetti ai ragazzi.
I “nostri” ragazzi provano allora a domandare ai referenti il perché di questo rimando, e gli viene risposto che “il Sindaco questa volta ci teneva particolarmente ad esserci”. Sospetti e dubbi aumentano quando, tramite una email giunta la mattina dell’8 febbraio, si annunciava che le votazioni venivano nuovamente rimandate e a data da destinarsi. Questa volta la motivazione era la scomodità dell’ora (Sic!!!). La colpa viene mascheratamente additata, da parte del Consigliere Beccaceci, al Dirigente Paolo Mirti, reo di non aver avvisato prima della modifica da lui decisa. I ragazzi, che oramai avevano ben capito tutto, chiedevano di non far passare troppo tempo per la nuova data, ma la loro richiesta veniva completamente deviata dal Consigliere Beccaceci che diceva loro che “è importantissimo che il Sindaco ci sia e bisogna quindi trovare una data comoda a lui”.
Le settimane passavano e nessuna notizia arrivava. A metà marzo, visto il “silenzio”, i ragazzi chiedono gentilmente prima un confronto con il Dirigente Paolo Mirti per capire i perché dei rinvii, confronto che il Dirigente, persona di fiducia del Sindaco da sempre, rifiuta. E qui bisognerebbe che il Dirigente spiegasse ai ragazzi il perché del suo rifiuto visto che non pensiamo che possa essere stato così tanto oberato di lavoro da non poter perdere una mezzoretta con dei ragazzi educati e corretti. Visto il rifiuto chiedevano lumi al Consigliere Beccaceci, il quale deviava ogni domanda che gli veniva posta confermando l’assurdità e l’ambiguità della situazione. Da qui una nostra personale considerazione, uno è un Consigliere e l’altro un Dirigente, hanno problemi di comunicazione tra loro? Anche il Consigliere Luca Santarelli etichettava questi signori con un termine “non proprio amichevole” nella chat di dialogo con i ragazzi.
Un episodio molto imbarazzante, che ha definitivamente decretato la perdita di ogni credibilità da parte della Consulta e di chi la gestisce, accade quando altri ragazzi, tra i quali dei minorenni, hanno inviato dei messaggi di lamentela, tramite WhatsApp, dove esprimevano educatamente la loro personale opinione su ciò che stava accadendo, alla ex Presidente Francesca Berardi. Neanche il tempo di inviare il messaggio tramite WhatsApp che a qualcuno arrivava una telefonata con il numero anonimo, dove una voce maschile li minacciava di querela. I ragazzi, che forse qualcuno pensava che fossero dei sprovveduti, riconoscono benissimo la “voce” di un attuale Consigliere comunale. I ragazzi, nella corposa documentazione che ci hanno dato, hanno messo tutti i messaggi, gli scambi avvenuti su WhatsApp, le registrazioni e le email, in nessuna di queste lunghe conversazioni mai un solo ragazzo ha scritto o detto parole offensive, volgari o da essere minacciato di querela. Ogni loro testo è educato e gentile, senza neanche mezza parola fuori posto.
La giustificazione che giunge loro su questo scorrere del tempo dopo innumerevoli richieste viene così motivata: “Ci sono attualmente pochi iscritti alla Consulta e si desidera attuare un mandato con più persone partecipanti”. I ragazzi però ben sanno che il numero di iscrizioni è sempre stato scarso, ed i partecipanti effettivi ancor meno. Rinvio dopo rinvio, scusa dopo scusa, finalmente ai ragazzi giunge una email dove si ufficializza la data del 7 aprile per le votazioni. Tra parentesi il Sindaco, che tanto teneva ad essere presente, come era stato detto ai ragazzi, il 7 aprile non si è presentato, o se lo ha fatto forse indossava il “mantello dell’invisibilità di Harry Potter”, perché nessuno lo ha visto. Tutto bene qualcuno penserà, ed invece no, perchè per puro caso, i ragazzi scoprono che questa volta, cosa mai accaduta negli anni precedenti, era possibile la “sola iscrizione con diritto di voto” mandando una email entro le ore 24 del 6 aprile. Forse perché erano solamente 23 i votanti in quel momento? Domanda: “Avevano cambiato il regolamento o lo Statuto per cambiare le regole”? Provate ad indovinare la risposta voi che ci leggete.
Appresa questa “chicca” cosa fanno i “nostri” baldi giovani? Decidono di far iscrivere una ventina di ragazzi tra cui una amicizia indiretta “degli antagonisti”, informandola su un numero falso di votanti da parte loro (Mica stupidi i ragazzi!), per “osservare” poi le reazioni e il continuo cambiare del numero degli elettori “dall’altra parte”. Ed infatti, come aumentavano le iscrizioni dei votanti da “questa parte”, se ne vedevano aumentate altrettante “dall’altra”. Capito il giochino?
Il giorno della votazione è stato ancora più tragicomico, seppur fosse scaduto il giorno prima alle 12.00 il tempo per presentare le candidature, magicamente ne comparivano altre in modo da poter “bloccare” ogni eventuale possibilità per i “nostri ragazzi”.
Morale della favola?Al termine della votazione molti giovani abbandonavano l’aula, e l’elezione del direttivo veniva rimandata e spostata al 5 maggio per poi essere ancora rinviata al 1° giugno. Questo perché tutti i ragazzi che ci hanno contattato si sono dimessi in massa dalla Consulta, e per fare l’assemblea serviva la metà più uno degli iscritti, quattro gatti a quel punto.
A chiosa della vicenda, ossia a elezioni fatte, ai ragazzi sono anche giunte delle “richieste” di “non fargli la guerra”, come se tutto ciò che era successo dovesse rimanere “ovattato” e “segreto”, ma i ragazzi, che non sono “tonti”, non si sono fatti “addolcire” dalle belle parole “smielate” che li “rivolevano indietro”, e si sono dimessi in massa.
Lasciamo a voi, che pazientemente avete letto la storia, ogni considerazione sia sul modus operandi di questa Amministrazione, che del valore della Consulta dei Giovani. Una riflessione però vogliamo farla: la cosa più brutta che la politica, sempre che politica sia, può fare, è quella di tradire la spontaneità, l’onestà e la voglia di fare di un giovane. I ragazzi, dopo essergli successa questa storia, ci hanno segnalato anche altri “strani fatti” a loro accaduti in altri “Enti” legati al Comune. Che li abbiano “presi di mira”? Chissà. Ma di questi altri fatti ve ne parleremo a tempo debito.
Davide Da Ros – Consigliere comunale e Coordinatore Lega di Senigallia
Massimo Bello – Presidente Energie per Senigallia
Marcello Liverani – Coordinatore Fratelli d’Italia di Senigallia
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