La Scuola di Pace di Senigallia sulla vicenda della nave Aquarius con a bordo 629 migranti
"La decisione dei Ministri dell’Interno viola la convenzione di Amburgo e altre norme sul soccorso marittimo"
La Scuola di Pace di Senigallia respinge con forza la decisione dei Ministri dell’Interno e delle Infrastrutture di impedire lo sbarco nei porti italiani della nave Aquarius che ha a bordo 629 migranti, fra i quali donne, bambini, anziani, lasciati in balia del mare. Così come ritiene inaccettabile che la Repubblica di Malta, nei cui pressi di trova ora la nave, abbia negato il suo approdo.
Queste decisioni violano la convenzione di Amburgo e altre norme sul soccorso marittimo, secondo le quali gli sbarchi di persone soccorse in mare devono avvenire nel primo “porto sicuro” sia per prossimità geografica sia dal punto di vista del rispetto dei diritti umani. Contro la politica che disumanizza, chiediamo una politica italiana ed europea che consideri inviolabile l’essere umano e ne tuteli i diritti fondamentali.
Gli altri stati membri dell’Unione Europea stanno di fatto chiudendosi egoisticamente, alzando muri e filo spinato e hanno lasciato sole Italia e Grecia nella gestione degli sbarchi di migranti e profughi.
Usare politicamente uomini, donne e bambini disperati, per costringere l’Europa alle proprie responsabilità, è un atto vile da condannare e da respingere, perché negazione di ogni trattato di difesa dei diritti umani. Non accogliere chi cerca un porto sicuro è un atto disumano. Quando le persone sono in stato di necessità, quando sono calpestati i loro più elementari diritti umani, “l’obbedienza non è più una virtù”, come scriveva don Milani, e abbiamo il dovere morale di disobbedire.
E allora il nostro plauso va ai sindaci di Napoli, Palermo, Reggio Calabria e Taranto che si sono dichiarati pronti ad accogliere le navi impegnate a salvare vite umane nel Mediterraneo. Rimane ovviamente complesso, urgente e difficile da gestire il problema dei flussi dei migranti, che richiede la condivisione di regole e strategie da parte dell’Europa.
Ed è chiaro che se l’Italia rimane uno dei pochi paesi a rispettare il diritto internazionale in materia di accoglienza non risolveremo alcun problema, ma intanto non possiamo sottrarci alla difesa decisa dei principi basilari di soccorso e di solidarietà.
da Scuola di Pace “Vincenzo Buccelletti” comune di Senigallia
Se tutti i soldi che vengono spesi per questa farsa dei salvataggi fossero spesi in Africa per aiutare in modo concreto le persone in pochi anni il problema sarebbe risolto, costruire scuole, fabbriche, aziende agricole, aiuterebbe tutti ma chiaramente non è questo lo scopo.
http://content.maltatoday.com.mt/ui_frontend/thumbnail/684/0/aquarius_location_and_sar.png
Quelli libici non sono certo ritenuti porti sicuri.
Chi dice che non ci sono violazioni, evidentemente non sa neanche che cosa dicono le convenzioni citate, ma fa la sua bella propaganda perchè adesso funziona così: ripetere all'infinito una cosa falsa, finchè non diventa vera nella percezione comune.
Con questo metodo ci hanno vinto le elezioni e ora ce li dobbiamo pure tenere, perchè siamo un popolo semplice e credulone (che spero si scotti molto presto), a cui bastano 4 parole facili facili per dare credito a questi individui, che giocano a fare i ducetti sulla pelle di 600 disperati: troppo facile così.
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