Consiglio Grande: “Costruire consapevolezza sugli interventi realizzati e da realizzare”
Mangialardi: "Il mio ringraziamento va alla Regione Marche e all’assessore Angelo Sciapichetti per la sua concreta vicinanza"
“Il Consiglio Grande ha rappresentato un momento importante per la nostra città. Credo che ora sia chiaro a tutti quanto realizzato in questi anni, dopo l’alluvione, e soprattutto quali siano i progetti e le risorse in campo per la mitigazione del rischio idrogeologico del Misa, nonché i tempi e i modi con cui saranno realizzati. Il mio ringraziamento va alla Regione Marche, e in particolare all’assessore Angelo Sciapichetti per la sua concreta vicinanza alle problematiche della città e del fiume, nonché al presidente del Consorzio di Bonifica Claudio Netti, per l’imponente mole di lavoro che svolge ormai da tempo e che ha permesso già l’avvio di vari interventi per il rafforzamento degli argini”.
Così il sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi commenta il Consiglio Grande sul tema “Programmazione inerente la gestione del bacino idrografico del Misa e del Nevola. Interventi eseguiti e previsti da parte degli enti preposti”, svoltosi sabato scorso.
“Il Consiglio Grande – aggiunge il sindaco – ha fatto emergere come oggi ci sia un’attenzione vera da parte della Regione Marche, ente proprietario del fiume, che grazie anche alla collaborazione e al costante interessamento dell’Amministrazione comunale ha deciso di avviare un vasto programma di interventi finalmente ispirati alla cultura della prevenzione piuttosto che dell’emergenza. In particolare, siamo soddisfatti dei lavori già partiti sugli argini per circa 4 milioni di euro e dell’annuncio che i ribassi d’asta registrati andranno a finanziare ulteriori interventi di questo tipo. Ciò è fondamentale perché, come ha dimostrato quanto accaduto il 3 maggio del 2014, se non si parte proprio dalla sicurezza degli argini nessun Piano di emergenza, strumento pensato per eventi pianificati e pianificabili, può essere applicato. Bene anche le rassicurazioni ricevute sull’escavo del fiume, sulle vasche di espansione, la cui realizzazione partirà a settembre, sul raddrizzamento del fosso del Sambuco, ma soprattutto sulla manutenzione ordinaria lungo l’intera asta fluviale, che è il vero tema per superare la logica dell’emergenza. Voglio inoltre sottolineare che, contrariamente a quanto sostenuto da alcuni, il Comune di Senigallia è dotato di un Piano di Emergenza per il rischio idraulico e idrogeologico, attualmente in fase di salvaguardia, che concerne il nuovo perimetro del Pai individuato dalla Regione Marche e che riguarda tutte le aree colpite nel 2014 e quasi 8000 persone. Non solo, è anche in corso di ultimazione la revisione stessa del Piano di Emergenza in base alle più recenti normative sulle nuove tipologie di allerta”.
“Un grande ringraziamento infine – conclude Mangialardi – va ai tanti intervenuti che hanno scelto di portare un contributo utile e concreto, anziché cedere alla inutile polemica. Mi sembra che questo sia lo spirito giusto per ridefinire insieme, anche attraverso il Contratto di Fiume, un nuovo approccio alla questione della prevenzione e per individuare migliori e più efficaci modalità di utilizzo del territorio con la costruzione di sinergie tra pubblico e privato e una gestione del fiume più partecipata”.
Soddisfatto anche il presidente del consiglio comunale Dario Romano: “L’intero consiglio comunale ha svolto un grande lavoro per costruire questo momento di partecipazione e conoscenza intorno a un tema molto sentito dalla nostra comunità. Il dialogo e il confronto sono sempre il sale della democrazia, ma credo che questo Consiglio Grande abbia contribuito, grazie anche ai molti interventi che si sono succeduti, a creare un clima nuovo, più sereno e sicuramente più consapevole in merito a ciò che è stato fatto e a ciò che si farà per la sicurezza dei cittadini”.
Organizzate più per autocelebrarsi e autoincensarsi ricorrono quasi sempre all’esposizione tautologica , quella che parla a sé stessa, rimanendo lontani dalle esigenze del reale.
Ci hanno detto che i lavori partono ( e qui è parso di vedere il coro dell’Aida con “Partiam ,partiam”) e che i soldi ci sono ma non sono stati presentati né programmi, né piani, né processi di messa in sicurezza del bacino del Misa. Ci si sarebbe aspettati , e questo sarebbe stato un punto di novità e di rottura con il passato, che avessero trattato l’argomento della necessaria coerenza fra la pianificazione di bacino e la pianificazione territoriale , mettendo in evidenza le pericolosità e gli indicatori di rischio che sono emersi dagli eventi calamitosi dell’ultimo decennio.
Ma niente di tutto questo e sorprende pertanto che qualcuno sia rimasto sorpreso di non essere stato apprezzato nel suo intervento.
Stando lontano dalla polemiche spicciole evidenzio i seguenti punti sui quali , chi di dovere , non può continuare a rimanere silente.
1. Il ponte tra Brugnetto e Bettolelle che nell’ambito dei lavori delle vasche di espansione , almeno a guardare la valutazione VIA , rappresenta una criticità non indifferente rientra tra nei finanziamenti citati? Dal momento che la procedura attualmente usata per superare i rilievi della valutazione di Impatto Ambientale è soltanto un pannicello caldo.
2. La centrale idroelettrica sul fiume ( a Bettolelle), anche se Micro , perchè nessuno ne mai parlato e perché è stata passata bellamente in cavalleria?
3. La curva del fiume in corrispondenza del Depuratore (da un lato) e del Molino (dall’altra) sulla quale si è scatenata la libidine cementificatoria a seguito di una recente opera infrastrutturale, e dalla quale è passata l’acqua nell’alluvione del 2014 invadendo terreni mai inondati a memoria d’uomo, è oggetto di intervento di ri-sistemazione o meno.?
4. L’impianto fognario cittadino ,obsoleto e sottodimensionato, rientra nei programmi di ricostruzione o meno? Vorrei ricordare, come nelle città della pianura padana all’adeguamento dell’impianto fognario alle nuove portate è stata data la stessa importanza della sistemazione degli argini.
Bisognerà cominciare a trattare gli argomenti partendo dal basso e, soprattutto, cominciare a pensare che gli incontri pubblici vengano considerati con la valenza della trasparenza, della partecipazione e della cooperazione. Accettando , senza fastidio, anche gli interventi scomodi.
Altrimenti è una inutile liturgia celebrata dagli officianti appollaiati sullo scranno.
stefano bernardini
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