L’intervento delle consigliere del Movimento 5 Stelle Senigallia durante il Consiglio Grande
Tutti i dubbi espressi da Martinangeli e Palma sulla sicurezza del fiume Misa
Il Consiglio Grande, tenutosi presso la Sala consiliare del Comune di Senigallia, sabato 9 giugno 2018, è istituzionalmente previsto per l’ascolto dei cittadini e per la loro interlocuzione diretta con l’amministrazione.
Pertanto, anche per motivi di tempi ristretti concessi ai gruppi consiliari, abbiamo indirizzato l’intervento del gruppo consiliare del M5S su particolari aspetti del tema relativo alla sistemazione idraulica del Misa, cercando, appunto, di evitare sovrapposizioni ai circa 28 interventi dei portatori di interessi e dei consiglieri degli altri gruppi consiliari che ci hanno preceduto.
Abbiamo evidenziato che nello “Studio per la mitigazione del rischio idrogeologico” redatto dal Consorzio di Bonifica, in collaborazione inizialmente, nel 2015, con l’Università di Camerino, e conclusosi nel 2017 con il coinvolgimento dell’Università di Urbino, per l’indagine dei fiumi settentrionali, si legge che il nostro è un “territorio reso vulnerabile da un’eccessiva antropizzazione e una mancanza di manutenzione che si è protratta per decenni” e che bisogna “passare dalla logica dell’intervento localizzato in emergenza (come purtroppo è stato fatto negli ultimi tre anni) a quella della prevenzione.”
Lo Studio manifesta una certa sintonia con il Punto dedicato all’Ambiente ed al rischio idrogeologico dell’attuale Contratto di Governo, che prevede, nello specifico che “Per contrastare il rischio idrogeologico sono necessarie azioni di prevenzione che comportino interventi diffusi di manutenzione ordinaria e straordinaria del suolo su aree ad alto rischio, oltre ad una necessaria attuazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico.” Oltre al potenziamento a livello nazionale di tutte le azioni “per il contrasto al cambiamento climatico e per la transizione verso modelli sostenibili di economia e gestione delle risorse rinnovabili.”
Sono quindi l’eccessiva antropizzazione e la mancanza di manutenzione che si è protratta per decenni, le criticità del nostro territorio evidenziate dal Consorzio di Bonifica, mentre lo Studio menzionato ed il Contratto di Governo parlano di “necessarie azioni di prevenzione che comportino interventi diffusi di manutenzione ordinaria e straordinaria del suolo su aree ad alto rischio, oltre ad una necessaria attuazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico”. Questa è la linea da seguire.
Purtroppo nella realtà, fino ad oggi, abbiamo dovuto assistere ad una colpevole latitanza degli enti preposti, nonostante il territorio del comune di Senigallia, risulti storicamente uno dei più soggetti al rischio idrogeologico.
Ricordiamo che per mitigare tali fenomeni naturali e le loro tragiche conseguenze a persone e cose, sin dal 1982, furono stanziati 16 miliardi delle vecchie lire ricorrendo ai fondi FIO (Fondo per l’investimento e l’occupazione istituito con Legge e gestito dal Ministero del Bilancio per opere pubbliche dotate di elevata produttività sul piano economico ed occupazionale), per la progettazione e conseguente realizzazione delle casse di espansione e/o laminazione (invasi artificiali) per contenere le piene del fiume Misa.
Tale progetto, predisposto dalla società Aquater del gruppo Eni, non fu mai realizzato; la Regione dopo una sua iniziale gestione, delegò la realizzazione dell’opera al Comune di Senigallia, il quale, senza aver conseguito per anni alcun risultato, restituì la delega alla Regione; la quale successivamente, in virtù della delega amministrativa generale intervenuta con Leggi regionali n.. 10 e 13 del 1999, delegò per la realizzazione dell’opera la Provincia di Ancona. L’Ente Provincia, con atto di giunta n° 524 del 2009 approvò il progetto definitivo, aggiornando il progetto originario Aquater (trattasi in realtà, di una progettazione ex novo costata circa € 130.000,00) e il 12 gennaio 2010 fu avviato il procedimento di VIA (Valutazione Impatto Ambientale) regionale dell’opera, approvato da parte della Provincia di Ancona e successivamente in data 19 gennaio 2011 con decreto regionale, l’ufficio valutazione e autorizzazioni ambientali della Regione, concludeva con esito positivo e con prescrizioni, la suddetta procedura. Dal 19 gennaio 2011 nulla è stato realizzato ma con decreto regionale del 3 aprile 2014 l’ufficio valutazione e autorizzazioni ambientali ha modificato il precedente decreto eliminando di fatto la prescrizione inerente le problematiche relative alla necessità di rifacimento/adeguamento del ponte di Bettolelle.
Ed oggi siamo ancora qui ad attendere la realizzazione delle opere di mitigazione del rischio idrogeologico.
In merito alla manutenzione ordinaria e straordinaria, possiamo solo dire che gli argini del fiume Misa a monte della città, che nella esondazione del 3 maggio 2014 sono andati letteralmente distrutti in oltre 22 punti e che a tutt’oggi destano, ad ogni precipitazione atmosferica, gravi preoccupazioni nella popolazione, dovevano essere costantemente monitorati e mantenuti, mentre in realtà tali argini sono stati lasciati per decenni in stato di completo abbandono. Concetto questo ribadito dallo stesso assessore regionale Sciapichetti.
In tale situazione di assenza di manutenzione e di mancata realizzazione di opere di mitigazione del rischio idrogeologico, si è inserito un elemento di ulteriore grave criticità, ossia la riduzione della originaria progettazione della Perimetrazione della zona a Rischio R4 (grado massimo, rischio molto elevato per possibile perdita di vite umane) del PAI (Piano Assetto Idrogeologico della Regione Marche ), che risultava praticamente coincidente con quella interessata dalla esondazione del 2014.
Anche negli interventi degli ultimi anni dopo l’alluvione del 2014, mai si è parlato di prevenzione ma sempre di somma urgenza e come cittadini ci auguriamo che tale tendenza possa essere nettamente invertita in futuro, ma, ad oggi, contrariamente agli intenti di fare prevenzione e non agire in emergenza, dichiarati dal Consorzio di bonifica, si continuano a fare gli appalti in somma urgenza senza bando di gara.
Un ulteriore intervento fino ad oggi tralasciato, anche se di massima urgenza, è l’incremento dello scarico a mare attraverso un intervento di rimozione del sedime accumulato e la prospettazione di un eventuale intervento sui moli e sulla foce.
Nel nostro intervento abbiamo evidenziato due ulteriori aspetti che ci preoccupano e che abbiamo esposto alle Autorità che hanno presenziato l’assise.
A pagina 50 del Capitolato speciale di appalto, al Capo 12-Norme Finali, all’Art. 58 sono menzionati gli “Oneri e obblighi a carico dell’appaltatore”. Nel Punto 2.42 si prevede che “All’Appaltatore spettano tutti gli oneri per l’allontanamento dal cantiere dei materiali di risulta degli scavi in genere, dei quali non è previsto dal progetto il riutilizzo in cantiere, o nel caso in cui la Direzione Lavori accerti la non idoneità al riutilizzo, sempre nel rispetto della normativa vigente in materia di rifiuti”.
Non abbiamo, invece, ravvisato una previsione più puntuale in merito alla gestione dei residui verdi che risulteranno dalla realizzazione della “FASE 0” di Lavoro, come da Progetto esecutivo di sistemazione idraulica del fiume Misa. Infatti, da come è formulato questo punto, non sembra prevista la gestione dei residui verdi in quanto si parla di “allontanamento dal cantiere dei materiali di risulta degli scavi in genere” non quindi dei lavori di “taglio a raso della vegetazione sugli argini e taglio selettivo in alveo” con conseguente impegno alla rimozione, all’avvio al recupero o allo smaltimento degli scarti vegetali onde evitare l’abbandono in modo incontrollato nell’alveo del fiume.
Ci preoccupiamo particolarmente di questo aspetto perché a Senigallia abbiamo un precedente che è risultato estremamente oneroso per la cittadinanza per il quale avevamo anche richiesto, come gruppo consiliare, di nominare una commissione di inchiesta.
Nella Delibera n. 1594, approvata in Consiglio comunale di Senigallia il 27 luglio 2016, avente ad oggetto il riconoscimento di debito fuori bilancio per interventi post mareggiata del 23/03/2016, viene scritto testualmente che “a seguito dei lavori di pulizia e manutenzione del Fiume Misa … ad oggi dopo ogni piena si verifica uno spiaggiamento straordinario di materiale organico putrescibile” e ciò a seguito dei lavori di riprofilatura dell’alveo del Misa appaltati dalla provincia. Nei due anni successivi all’alluvione del 3/5/2014, sulle nostre spiagge sono finite circa 38.000 tonnellate di materiale spiaggiato, che sono state conferite in discarica con un costo aggiuntivo di oltre un milione di euro, coperto con l’aumento della TARI pagata dai Senigalliesi. Si stima, inoltre, che sul nostro litorale si siano depositate, solo nei primi tre mesi del 2017 , dalle 8.000 alle 10.000 tonnellate di materiale spiaggiato. Lo stesso assessore Sciapichetti, presente assieme al sindaco per un sopralluogo il 24/3/2017, affermò che il fenomeno dello spiaggiamento “si è proposto fortunatamente solo a ridosso della Foce del fiume Misa e non ci risultano situazioni simili da altre parti”.
E’ quindi importante per Senigallia sapere se tale costosissima problematica sarà evitata nei prossimi interventi.
L’altro aspetto ha riguardato il contributo di bonifica.
Per far fronte alle spese di manutenzione, gestione e custodia delle opere e degli impianti irrigui, nonché per sostenere il funzionamento dell’Ente stesso, la Legge attribuisce al Consorzio di Bonifica il potere di imporre il pagamento del contributo di bonifica e del servizio irriguo che quindi sarebbe dovuto per legge da tutti i proprietari di terreni e di fabbricati in area extra-urbana e dai gestori del servizio idro-potabile che si trovino nel territorio regionale soggetto a bonifica.
Abbiamo dovuto chiudere in fretta il nostro intervento, a causa dei tempi contingentati, quindi, associandoci a tutti i quesiti di natura tecnica rivolti, in quella sede, al Presidente del Consorzio di Bonifica da coloro, portatori di interessi e consiglieri, che ci hanno preceduto, abbiamo voluto nello specifico o chiedere all’Avv. o Netti come si porrà in questo caso il Consorzio di Bonifica nei confronti dei consorziati, se ad essi saranno richiesti contributi per l’intervento strutturale che si andrà ad effettuare, mediante appalto dei lavori, per la messa in sicurezza della città. Intervento per il quale la Regione Marche ha già stanziato ingenti risorse tramite i fondi messi a disposizione dal progetto di Italia sicura e dal POR-FESR .
Il contributo di bonifica sarà dovuto anche in questo caso dai cittadini?
Stefania Martinangeli, Elisabetta Palma
consigliere comunali M5S Senigallia
Per poter commentare l'articolo occorre essere registrati su Senigallia Notizie e autenticarsi con Nome utente e Password
Effettua l'accesso ... oppure Registrati!