Da Paolo Landi una possibile soluzione per la sicurezza di Senigallia e del Misa
Una relazione sarà presentata nel Consiglio Grande di sabato 9 giugno
Paolo Landi presenterà sabato 9 giugno nel Consiglio Grande di Senigallia una relazione che boccia il Consorzio di Bonifica e “apre una soluzione veramente efficiente per la sicurezza del fiume Misa”.
Di seguito il testo integrale della relazione.
“Non si possono sperperare 22,5 milioni di euro, senza prevedere opere necessarie, insistendo invece su altre del tutto inutili come le vasche d’espansione, frutto di una sbagliata vecchia visione politica..
Immaginate a Brugnetto a 9 chilometri in linea d’aria dalla foce per regimare la portata immediatamente a valle a 310 mc/sec, con una capacita’ di stoccaggio di 850.000 mc d’acqua, trascurando, oltretutto per assurdo, nuovi incrementi di portata da qui in avanti, conseguenti ai successivi afflussi, dovremmo avere un canale capace di assorbire quanto meno la minima portata dei 310 mc./sec, ma cosi’ non e’ perche’ la portata dichiarata e’ tra 250 e meno di 400 mc/sec che non garantisce in nessun modo un benche’ minimo grado di sicurezza a fronte di eventi meteorici anche di modesta intensita’ e senza alcun giovamento dalle vasche d’espansione, totalmente inutili.
L’eventuale esondazione e’ determinata dalla sezione piu’ debole con la portata caratteristica piu’ bassa che annulla le migliori prestazioni delle altre sezioni e questa puo’ essere ulteriormente condizionata e ridotta da altri fattori quali cedimenti arginali, interramenti, occlusioni e contrasto del mare risolvibili con interventi specifici mirati alle singole problematiche, che tuttavia non dovranno rappresentare la vera priorita’ da lasciare a un intervento generale risolutivo che mette in concreta sicurezza il sistema attraverso un processo didiluizione del volume di piena stirato e diffuso su un tempo piu’ lungo e fondato sulla realizzazione di nuovi bacini permanenti diffusi in serie lungo la piana alluvionale, con le quote del fondo piu’ basse dei letti fluviali di prossimita’ e in grado di svuotarsi quasi completamente con un effetto di pre piena grazie a canali di derivazione capaci di reimmettere nel fiume piu’ a valle e a quote piu’ basse l’acqua anticipatamente evacuata ogni qualvolta e’ previsto una allerta meteo importante, lasciando il contenitore semivuoto e nuovamente pronto a stoccare e trattenere nuovi quantitativi dalla piena in arrivo.
Si risale a questo concetto con il diagramma rappresentativo di due ondate di piena che attraversano una generica sezione dove sono riportate le portate istantanee e in ascissa i tempi corrispondenti. Le campane in rosa e in giallo rappresentano 2 diversi volumi di piena che attraversano la sezione ma il rosa, se pur doppio del giallo, rimane ben lontano dal tratteggio in blu’ che indica il limite di portata dell’argine mentre il giallo lo supera abbondantemente determinando, con l’area sovrastata, il volume di tracimazione.
Cio’ e’ la conferma che la sola strategia valida per ridare sicurezza ai cittadini dal rischio alluvionale sta proprio nella capacita’di diluire la massa di una piena su un arco temporale piu’ esteso.
La soluzione piu’ auspicabile sarebbe di abbandonare il progetto in corso evitando di buttare a mare i 22,5 milioni di finanziamento finalizzati sull’ unico scopo di prevenzione del rischio idrogeologico senza nessuna garanzia di successo, ricominciando da capo sviluppando una piu’ moderna strategia di pianificazione del bacino idrografico Misa-Nevola attenta a ricercare soluzioni piu’ efficenti di difesa idraulica, abbinate ad azioni sinergiche di contrasto al rischio opposto di siccita’ prolungate con lo stoccaggio e la conservazione delle risorse idriche nei nuovi bacini diffusi, visti anche come aree diversificate da utilizzare per start up innovative tali da sostituire e incrementare le redditivita’ agrarie preesistenti. I proprietati delle aree da concertare per le trasformazioni vanno invogliati anche con premialita’ che possano mettere in gioco la realizzazione di cascine armonizzate nell’ambiente da adibire ad attivita’ ricettive.
L’istituzione di un suggestivo parco agrario fluviale potra’ essere di coronamento a un emergente filone del turismo naturalistico ambientale con ogni forma di percorrenza dolce lungo l’asta fluviale, dai camminamenti, alla ciclovia per finire ai percorsi equestri, spinta fino alle fonti interne e intervallata da ameni luoghi di ristoro prossimi ai nuovi laghi in una diversa ottica che non vede piu’ il fiume come minaccia ma come straordinaria risorsa”.
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