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Una radice dalle proprietà “armonizzanti”, per affrontare lo stress: Rhodiola rosea

Articolo di Danilo Carloni, della Farmacia Manocchi-Carloni, pubblicato su Cahiers de Biotherapie n.1 gennaio-aprile 2018

Farmacia estiva Manocchi Carloni - Lungomare di Senigallia
Rhodiola rosea: fiori

Armonizzare le funzioni biologiche dell’organismo costituisce un presupposto fondamentale per il mantenimento dello stato di salute.

Nella quotidianità di ognuno di noi si devono affrontare situazioni potenzialmente stressanti: le novità, il lavoro, le sovrastimolazioni continue, la frenesia, le competizioni ad ogni livello, i problemi finanziari come quelli familiari, i cambiamenti nella sfera affettiva e altro, sono eventi, che se protratti nel tempo, conducono a una modificazione della capacità di adattamento dell’organismo che può sfociare essenzialmente ad una fase di esaurimento metabolico e funzionale di vari organi ed apparati. Spesso il termine stress è identificato con una situazione negativa e nociva per la salute, in realtà una piccola dose di stress è sempre utile per potersi adattare ad ogni cambiamento, per realizzare una condizione di allenamento alle difficoltà. Non esiste un parametro che possa misurare quale quantità di stress possa essere utile o negativa per un soggetto, tale valore è strettamente soggettivo. E’ comunque chiaro che una situazione di esaurimento delle capacità di adattamento del soggetto, produca tutta una serie di patologie definite stress-correlate, identificabili in problemi cardiovascolari, dermatiti, tumori, gastriti ed ulcere, problemi respiratori , herpes, stati ansioso-depressivi, deficit immunitari… E’ a tal proposito che vanno ricordate le proprietà di una pianta poco conosciuta fino a qualche anno fa, nota con il nome di Rhodiola rosea, che permetterebbero di “armonizzare” le funzioni biologiche dell’organismo al fine di esprimere una risposta ottimale a una condizione di stress intenso e prevenire così l’innesco delle condizioni morbose descritte.

Rhodiola rosea: piantaRhodiolarosea è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Crassulaceae che predilige come habitat naturale le aree montagnose e fredde di tutta l’Eurasia. Originaria delle catene montuose della Siberia orientale, dove è definita “Radice d’oro”, la si può trovare anche sulle Alpi e sui Pirenei. Alta circa 40/70 cm., può sembrare una piccola pianta succulenta; produce infatti foglie carnose che a seconda dell’ altitudine assumono dimensioni diverse: corte e poco sviluppate se la pianta cresce in alta quota, più allungate e grandi se l’ambiente naturale è meno estremo; porta dei fiori gialli ma a volte anche rosso-viola che emettono un caratteristico odore che richiama quello della rosa alla quale deve in parte il nome.

L’utilizzo di Rhodiolarosea ha radici profonde nella storia e viene strettamente collegato alla sorprendente longevità delle popolazioni indigene che erano solite assumerla sotto forma di infusi e bevande; Dioscoride (77 d.C.) fu il primo occidentale a descriverla come pianta medicinale nel suo “De Materia Medica”; si riporta che gli abitanti della Mongolia conoscessero bene questa specie vegetale e così i Normanni e i Vichinghi che si sostenevano nelle loro scorribande, bevendo tisane preparate con le radici della pianta; in Ucraina il principe Danilo Galitsky, dalla fama di grande amatore, era solito supportare le sue performance con infusi di rodiola. Il Botanico Linneo (1749) le attribuì il nome scientifico e nel 1755 la pianta fu inclusa nella prima Farmacopea Svedese.

In passato veniva raccolta nei luoghi in cui cresceva spontaneamente e si organizzavano allo scopo vere e proprie spedizioni; oggi viene generalmente coltivata e normalmente raccolta, nel periodo autunnale, a distanza di tre o quattro anni dalla semina. Per la preparazione della droga si utilizzano i rizomi (prolungamento carnoso interrato del fusto).

Le prime sperimentazioni  scientifiche con  Rhodiolarosea sono state effettuate quasi totalmente da scienziati della ex Unione Sovietica che ne hanno lungamente apprezzato le proprietà in vari ambiti, da quello sportivo a quello aerospaziale; questi risultati sono giunti al mondo occidentale solo nei primi anni novanta, dopo la caduta della confederazione .

Composizione fitochimica

I costituenti attivi sono forniti dal rizoma di piante di almeno tre-quattro anni di età.

Rhodiola rosea: struttura dei principali componenti dell'estrattoIl fitocomplesso è costituito da più di 140 sostanze diverse: contiene circa il 40% di polifenoli fra cui flavonoidi come rodiolina, rodionina, rodiosina ma anche proantocianidine fino al 30% dell’estratto grezzo (Yousef et al 2006);  macro e micro elementi fra cui il manganese primo fra tutti con lo 0.8% delle ceneri totali; fenilpropanoidi nei confronti dei quali si effettua in genere la titolazione della droga ( di maggior rilievo sono rosina, rosavina e rosarina); feniletanoidi tra cui emerge il salidroside, ( attenzione alle titolazioni riferite solo a questo costituente perché non è marker specifico della specie R.rosea, lo si ritrova infatti anche in piante che non hanno attività adattogena, ad esempio Salice o Mirtillo nero); ritroviamo poi un Olio essenziale responsabile del caratteristico profumo della pianta; steroli, acidi organici e altro.

Proprietà

Rhodiolarosea è probabilmente l’adattogeno meno conosciuto al mondo occidentale e sembra possa essere il più completo ed efficace di tutti. Studi comparativi nei confronti di altre specie analoghe, hanno evidenziato che l’efficacia degli estratti era equiparabile, ma che Rhodiola agiva in modo più ampio, in tempi molto più rapidi e risultava quattro volte meno tossica. La definizione di “adattogeno” descritta dall’EMA (2007) sembra corrispondere perfettamente alle proprietà di questa pianta poichè in grado di amplificare e armonizzare le capacità dell’organismo per fronteggiare una situazione di stress, senza perturbare la fisiologia del soggetto né produrre effetti di tossicità e di vantare un’attività di grado proporzionale all’intensità della perturbazione subita. Gli studi condotti finora hanno evidenziato un ruolo come adattogeno-antiastenico, antiansia, antidepressivo, nootropico, antiossidante, immunostimolante, cardioprotettivo.

Azione Adattogena/Antistress

Numerosi lavori condotti nell’ex URSS avevano già dimostrato le significative capacità della pianta nel sostenere il soggetto che si trova in condizioni di sovraffaticamento e stress; questi studi sono poi stati ampiamente confermati dalla ricerca più recente. Abbiamo visto che in situazioni di difficoltà intense e durevoli l’organismo subisce variazioni biochimiche rilevanti come l’aumento della cortisolemia e la sovraespressione del simpaticotono, responsabili di modificazioni dell’umore, della funzione cardiovascolare, dell’astenia, della capacità di relazione con il mondo esterno. Uno studio multicentrico condotto in Gran Bretagna su soggetti (uomini e donne) affetti da stress quotidiano trattati con un estratto standardizzato e titolato di R.rosea (WS®1375) alla dose di 200 mg 2 volte al dì per quattro settimane, aveva come obiettivo il miglioramento dei sintomi e la valutazione della sicurezza di impiego. Fra i segni comportamentali migliorati sono spiccati l’irritabilità, l’ansietà, la difficolta di concentrazione, la tendenza ad isolarsi e la perdita di interesse verso gli impegni familiari e lavorativi senza evidenziare particolari reazioni avverse (Edwards, 2012). Uno studio analogo su soggetti in condizione di stress, ha mostrato gli stessi risultati evidenziando al contempo anche un effetto positivo sul tono dell’umore e una diminuzione dei sintomi da affaticamento; da questo stesso lavoro è emerso un dato importante, la diminuzione del tasso di cortisolo, espresso come concentrazione salivare, normalmente aumentato in condizione di surmenage psico-fisico. (Olsson et al 2009) Gli obiettivi della ricerca sono stati allargati anche verso situazioni in cui la fenomenologia perturbante assumeva una connotazione di cronicità : uno studio su ratte (particolarmente sensibili a condizione di stress) ha paragonato l’attività di R.rosea a Fluoxetina e placebo; l’animale da esperimento, a seguito del cambiamento dell’ambiente abituale, perdeva la voglia esplorativa, il desiderio di mangiare zuccheri e addirittura subiva sfasamenti del ciclo estrale; il gruppo di animali che aveva ricevuto l’estratto di rodiola invertiva questa risposta allo stress in modo sovrapponibile all’attività della Fluoxetina e in modo decisamente superiore al placebo (Perfumi e Mattioli 2007) E’ importante sottolineare che gli effetti adattogeni ottenuti con Rhodiolarosea  non possano essere riconducibili ad un’ azione placebo: l’attività protettiva della pianta si è verificata persino in larve di lumaca (Lymnaea stagnalis) sottoposte ad insulto chimico da metalli pesanti e fisico da shock termico , in modo efficace e dose dipendente (Boon et al 2000).

Azione ergogenica

Rhodiolarosea  ha dimostrato di supportare adeguatamente la performance fisica già dai tempi più remoti; questa proprietà è confermata da vari studi clinici attraverso i quali ha evidenziato di essere in grado di aumentare l’energia e la resistenza allo sforzo, nel picco dello stress fisico; riduce i tempi di recupero dell’energia muscolare e della funzione cardiovascolare, in assenza di effetti di tipo steroideo (Seifula 1999). Questi dati sono supportati dalla valutazione dei parametri biochimici rilevati dopo una performance muscolare: a seguito di un’intensa attività fisica, rispetto al placebo, la pianta comunque incrementa la sintesi proteica (si apprezza un aumento delle proteine muscolari, degli aminoacidi fra cui la glutammina e una diminuzione del catabolita ammoniacale);  le “scorte energetiche” non risultano compromesse (lieve decremento dei valori di ATP, di glicogeno muscolare e creatina fosfato, ma ampiamente superiori ai valori del placebo) garantendo così un recupero più rapido e al contempo un minor accumulo di cataboliti (acido lattico, ammoniaca..) (Adamuck 1969, Noreen et al 2013, De  Bock et al 2004, Parisi et al 2010…)

Attività sul Sistema Nervoso Centrale

L’azione della droga si manifesta principalmente nei casi di depressione di origine psicosomatica, quando l’insorgenza del disturbo, sempre più diffuso nel mondo civilizzato, porta a manifestazioni di tristezza, irritabilità, apatia, con alterazione del ritmo sonno-veglia e con repentini sbalzi di umore. La sua attività sembra coinvolgere il metabolismo della serotonina che riveste un ruolo di primaria importanza in numerosissimi processi organici come la regolazione della contrazione della muscolatura liscia, la respirazione, la motilità intestinale, la percezione del dolore, la regolazione della temperatura corporea, dell’appetito, della pressione sanguigna; è il neuromediatore implicato nella mediazione dei meccanismi comportamentali compreso quello sessuale, del sonno, della memoria e dell’apprendimento.

La scienza medica oggi concorda nell’attribuire la causa biochimica della depressione all’alterazione dei livelli di più neurotrasmettitori cerebrali, oltre la serotonina si considerano anche noradrenalina, dopamina ed acetilcolina; va ricordato che questi neurotrasmettitori rivestono un ruolo importante nella regolazione della secrezione di ormoni come il cortisolo, gli estrogeni, il progesterone, la melatonina e le endorfine, tutte molecole implicate sulla condizione dell’umore e sulle emozioni e la cui funzione risulta alterata in situazioni di stress intenso.

L’attività di Rhodiolarosea come rimedio anti-depressivo si esplicherebbe attraverso il ripristino dei livelli di serotonina e la normalizzazione delle altre catecolamine, grazie all’azione inibente nei confronti degli enzimi responsabili della loro metabolizzazione, cioè la COMT (catecol-o-metil transferasi) e delle MAO (monoaminoossidasi).

Gli estratti della pianta favoriscono inoltre il trasporto del 5-HTP (5idrossitriptofano), del triptofano e della tirosina attraverso la barriera emato-encefalica  (la serotonina origina dal 5HTP per decarbossilazione di quest’ultimo e che a sua volta origina per 5-ossidrilazione dal triptofano; la tirosina è precursore della dopamina, noradrenalina e adrenalina). Viene descritta anche una positiva modulazione sul sistema degli oppioidi. (Stancheva et al 1987, Lazarov et al 1986, Petkov et al 1986, Chen et al 2009).

Numerosi sono gli studi clinici effettuati per verificare l’attività sullo stato depressivo mediante l’utilizzo di Rhodiolarosea:  un lavoro effettuato su 120 pazienti di età variabile dai 17 ai 55 anni , affetti da stati depressivi di diversa origine ha rilevato miglioramenti nel 65% dei pazienti nei confronti delle più comuni manifestazioni cliniche della depressione. Dosaggi di 100 mg di estratto di Rhodiolarosea  due volte al giorno, per quattro mesi, sono stati efficaci per curare soggetti affetti da turbe emozionali profonde, provocando graduale diminuzione della sintomatologia fino a totale scomparsa dello stato generale di debolezza, sonnolenza diurna, fragilità emozionale, insonnia.(Mikhailova 1987, Saratikov 1987, Bystritsky 2008).  Una revisione della letteratura fino ad ottobre 2015, effettuata da Medline, ha confermato l’interazione della pianta con il sistema neuro-endocrino-immunitario e con i sistemi recettoriali per i neurotrasmettitori coinvolti nella fisiopatologia della depressione; su 714 soggetti affetti da depressione maggiore (7 studi) e 146 soggetti sofferenti di depressione di grado lieve con sindrome astenica e psiconevrosi (2 studi), l’intervento di Rhodiolarosea  ha dimostrato effetti antidepressivi senza reazioni avverse di rilievo (Panossian 2016).

Attività sulla capacità cognitiva

In più punti è stato evidenziato che la pianta ottimizza il rilascio di noradrenalina, di dopamina e di serotonina, da ciò deriva quindi il potenziamento dell’attività mnemonica, della funzione cognitiva e dell’attenzione; rodiola attiva inoltre le fibre colinergiche che presiedono all’attuazione del meccanismo della memorizzazione mettendo in rapporto il sistema limbico con la corteccia cerebrale (i farmaci anticolinergici bloccano questi neuroni ed interferiscono con i meccanismi di consolidamento della memoria ; rodiola sarebbe in grado di intervenire rimuovendo il blocco provocato dai suddetti farmaci e di ripristinare la funzione, riduce inoltre i livelli ematici di cortisolo, elevati in caso di stress e per questo in grado di attraversare la barriera emato-encefalica risultando così neurotossico per le vie colinergiche ),  ha inoltre azione antiossidante e protettiva neuronale, nonché di sostegno la produzione di beta-endorfine. Una conferma di questa proprietà viene fornita da un test condotto su giovani studenti (17-18 anni) impegnati nell’apprendimento di una lingua straniera; lo studio condotto in doppio cieco verso placebo, prevede la somministrazione dell’estratto di rodiola (titolo 3,6% rosavin e 0,8% salidroside) alla dose di 660 mg die a sostegno dell’attività di studio; i risultati finali hanno mostrato un netto miglioramento della capacità di apprendimento (+60% circa rispetto il placebo), della memorizzazione, del dialogo e dello scritto della lingua straniera con un livello di affaticamento nettamente inferiore al controllo (Spasov 2000) (studi analoghi eseguiti da Shevtsov 2003, Fintelmann 2007, Isaque 2012).

Azione contro le “dipendenze”

Il problema della dipendenza da sostanze d’abuso assume oggi una connotazione impressionante tanto è diffuso il consumo di stupefacenti, alcool e tabacco. Queste forme da dipendenza sono legate agli effetti gratificanti che le stesse producono attraverso l’attivazione di specifici recettori che aumentano il tono dopaminergico; per il tabagismo va inoltre sommato l’effetto sui recettori nicotinici centrali che a loro volta determinano l’attivazione di svariati sistemi neuronali (dopaminergico, serotoninergico, noradrenergico) ampiamente coinvolti nei processi di ricompensa.

La sospensione del consumo di nicotina induce sia nell’uomo che nell’animale una sindrome da astinenza caratterizzata da ansia, depressione, stress, incremento del peso corporeo, situazioni che inducono facilmente il processo di ricaduta e il mantenimento del vizio. Un dato ricorrente derivante dall’utilizzo di  Rhodiolarosea rileva un incremento significativo dei livelli di dopamina, di noradrenalina e serotonina; da qui l’utilizzo della pianta contro tale fenomeno; gli effetti della droga sull’organismo favorirebbero una specie di neuroadattamento nei confronti della sindrome da astinenza; oltre a ciò si apprezza un controllo inibitorio sui livelli della corticotropina ipotalamica, normalmente sovraespressa in condizione di stress indotto dal fenomeno di astinenza e un effetto positivo sul tasso dei peptidi oppioidi, con ovvie conseguenze positive sul controllo del problema (Mattioli e Perfumi 2009). I risultati ottenuti sul controllo del tabagismo sono stati successivamente confermati nei confronti della dipendenza da morfina (Mattioli, Perfumi 2010).

Azione cardiovascolare

L’attivazione del sistema nervoso simpatico causata dall’esposizione ad un evento stressante, specie se duratura, sovraesprime i livelli di catecolamine circolanti con conseguente stimolazione dei recettori beta-1-adrenergici; ne conseguono aumento della frequenza, della contrattilità e della conduzione elettrica cardiaca nonché effetti di vasocostrizione; un perdurare di simili condizioni apre la strada a cardiopatie, ipertensione, ischemia  etc. E’ anche interessante evidenziare il dato epidemiologico che collega varie cardiopatie a una condizione di tipo ansioso-depressivo : più della metà dei soggetti che hanno subito un infarto svilupperà una sindrome depressiva (Roose e Seidman 2000), ed è appurato anche il contrario, cioè che uomini depressi corrono un rischio tre volte superiore di subire un attacco cardiaco.

Modulando il rilascio di catecolamine e di corticoidi nella fase di risposta allo stress e sostenendo il tono dell’umore per l’azione serotoninergica, si può senz’altro ritenere che l’estratto di Rhodiolarosea possa svolgere un importante azione protettiva anche sul sistema cardiovascolare.

Va inoltre ricordato che la pianta ha già dimostrato di interagire con il sistema oppioide sostenendo la produzione di endorfine, encefaline; i recettori per gli oppioidi sono localizzati anche negli endoteli vascolari e nel cuore (Holaday 1983) e la loro attività avrebbe funzioni di controllo la funzione cardiaca, proteggendola. Il meccanismo d’azione sarebbe legato ad un effetto modulatorio sul ruolo aritmogeno delle catecolamine tramite la riduzione dei livelli di cAMP intracellulare nei miocardiociti e l’afflusso del calcio ionizzato. Che la pianta possa interagire con il sistema oppioide è stato verificato con un test sull’animale da esperimento nel quale veniva provocata un’aritmia a seguito della inoculazione di adrenalina (Maimeskulova et al 1997), la somministrazione di un estratto di rodiola riusciva a minimizzarne la gravità e l’effetto veniva annullato con l’iniezione di Naloxone un antagonista dei recettori per gli oppioidi.

Rhodiolarosea è oggi registrata come farmaco vegetale tradizionale (THMP); l’estratto standardizzato e titolato al 3% in rosavine (WS®1375) viene formulato in compresse da 200 mg e somministrato alla dose giornaliera di 400 mg, da assumere preferibilmente al mattino; fra le altre forme farmaceutiche disponibili cito la tintura madre per la quale è prevista la dose nell’adulto di 60 gocce due volte al giorno. La pianta è risultata sicura, la DL50 nel ratto è pari a 3360 mg/kg che corrispondono alla dose teorica di 235 gr per un uomo di 70 kg. Effetti collaterali comparsi nei trial clinici sono rari e modesti. Sono segnalate ma solo in vitro, interazioni farmacologiche dovute ad effetti inibitori sul citocromo CYP3A4 e sulla glicoproteina-P. Non è dopante e trova indicazione come trattamento di supporto al controllo di svariate problematiche legate a una condizione di stress acuto e cronico.

Danilo Carloni
SMB Ancona, SIFIT (Società Italiana di Fitoterapia)

Articolo pubblicato su Cahiers de Biotherapie n.1 gennaio-aprile 2018

Danilo Carloni
Farmacista
Laureato in Scienze e Tecniche Erboristiche
Master in Fitoterapia
Membro del Consiglio Direttivo della Società Italiana di Fitoterapia
Docente nel Master di Fitoterapia Università degli Studi di Siena
Docente per la SMB Italia Scuola Superiore di Omeopatia

Farmacia Manocchi – Carloni
piazza Roma, 13
Senigallia (AN)
tel. 071.60197
www.manocchi.it – farmaciamanocchi@alice.it

Succursale Mare Estiva
lungomare Dante Alighieri, 60
Senigallia (AN)
tel. 071.63607

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