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Lega Senigallia: “Mangialardi, quante belle promesse senza risultati concreti”

Il consigliere Da Ros: "i risultati tardano ad arrivare, o non arrivano mai"

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Davide Da Ros

Se le parole avessero un senso, non ci sarebbero disquisizioni da fare, ma non è così in particolare per quelle che abitualmente il Sig. Sindaco ci propina.

Se le promesse trovassero la loro attuazione, nessuno avrebbe da ridire, ma anche qui non è così, poiché i risultati tardano, nel migliore dei casi, a realizzarsi o peggio non troveranno mai una loro definitiva realizzazione.

Ora a metà mandato, il Sindaco Mangialardi ci vuol rassicurare sulle prossime mosse che la sua Amministrazione intende portare avanti. Un atto legittimo e nello stesso tempo doveroso se non fosse ancora una volta solo un mero elenco di buoni propositi che, tranne per alcuni punti, difficilmente vedranno mai la luce.

Quest’ulteriore atto politico sembra una fiera delle vanità, basta leggere le prime righe per capire che i propositi di “recepire, condividere e comunicare” non hanno mai trovato una loro applicazione. Non si è mai assistito a un’apertura, a un dibattito serio, costruttivo con i cittadini sulle principali tematiche per farli partecipi di un’iniziativa o di un progetto che in qualche modo avrebbe inciso sulla loro pelle. Solo dei diktat. Non è che possiamo dimenticare l’atto d’imperio quando è stato deliberato lo statuto dell’Unione dei Comuni de “le Terre della Marca Senone”.

Tante e numerose sarebbero le osservazioni sulle tematiche prese in considerazione, ma sarebbe troppo lungo e oltremodo delegittimante sulle capacità dell’esecutivo. Eppure qualche punto va ricordato al Sig. Sindaco, perché non è con le sole promesse che si può governare. Bonaparte diceva: “che se si vuol avere successo a questo mondo, prometti tutto e non mantenere nulla”. Un aforisma che guarda caso sembra che calchi a pennello al Sindaco.

Prima di addentrarci in alcune disquisizioni, perché ci sono cose che stridono, dobbiamo sempre rammentargli che con la sua rielezione ci ha portato, come primo atto, un disavanzo di oltre 6 milioni di euro che, fortunatamente, in base alle normative, si è potuto postare fuori bilancio e ripartirlo in 30 e più anni. Una zavorra pesante per il bilancio comunale, ma che la sua Amministrazione l’ha relegata come un semplice scherzo dovuto al riaccertamento e null’altro, tanto che nel suo indirizzo programmatico d’inizio mandato 2015 non ne ha fatto il minimo accenno.

Già nei primi mirabolanti proclami ha cercato di mistificare le sue intenzioni partendo da quell’assunzione a Lei cara della “città di tutti” che poi abbiamo visto che di tutti non è e non lo sarà almeno sino all’avvicinarsi delle prossime elezioni.

In quel suo primo atto d’indirizzo politico, 2015-2020 il Sindaco si è speso in proposte programmatiche che ancor oggi non sono state realizzate e qualcuna sa di vera presa per i fondelli. E’ proprio così, solo un bla bla bla che irrita la cittadinanza. Tutto si muove eppure tutto rimane immobile.
Tra tutte quella che, assieme ad altre, è molto sentita dalla cittadinanza, con un forte impatto sociale, e che era una delle primissime intenzioni del suo programma inserito tra il comma relativo all’integrazione e regole: che “importanti e necessarie sono le regole” e non è integrazione “continuare a tollerare il fatto che nei nostri parcheggi ci siano abusivismo e povertà che infastidiscono le persone”. Beh lascio a voi, che ci leggete, ogni commento, tanto che in quest’atto che verrà approvato vi siete dimenticati di inserirlo ed è ancora da risolvere nonostante i solleciti fatti da questa compagine.

Altra perla riguarda il comma Imposte locali commisurate al reddito, dove l’obiettivo prefissatosi è quello di far pagare a tutti (giustissimo) “senza alcun aumento della pressione fiscale ormai insostenibile per gran parte di famiglie e imprese”. Beh anche qui lascio a voi che ci leggete ogni considerazione perché i buoni propositi sono rimasti sulla carta mentre invece le mani in tasca ai concittadini le hanno messe, eccome se le hanno messe!.

Non possiamo, inoltre, sottolineare le belle parole al vento sulla necessità di “ricostruire un rapporto con il Fiume Misa, che garantisca tranquillità ai cittadini” o quelle sulla criminalità quando si è imposto come obiettivo il “contrasto determinato e socialmente condiviso alla microcriminalità” .

Tralasciando molte delle promesse fatte sulla sostenibilità dei servizi sociosanitari verso i minori, i disabili, gli anziani e gli immigrati di cui ci sarebbe anche qui molto da dire, un particolare appunto va fatto in ordine alla Sanità. In questo delicato e attuale ambito non possiamo che rimarcare quanto è facile promettere e quanto sia difficile mantenere. Ci ricordiamo che qualcuno per risolvere la questione ospedale e tranquillizzare l’opinione pubblica si era impegnato a “Vigilare”. Abbiamo visto com’è andata a finire. Ma è ben poco rispetto quello promesso: L’ospedale “si colloca a pieno titolo quale struttura strategica per l’intero territorio di Area Vasta 2.” Per questo si punta alla realizzazione di un “Ospedale Modello” con “il potenziamento delle risorse umane e quelle strumentali della diagnostica” “l’Amministrazione si impegnerà a creare per la città di Senigallia una struttura residenziale HOSPICE, anche collocandola all’interno del presidio ospedaliero”. Se non sono balle queste non sappiamo come definirle, ma sappiamo tutti come andrà a finire, verso un ospedale di comunità.

Altro capitolo è la scuola che nonostante le promesse tardano a concretizzarsi gli impegni circa: “messa a norma degli edifici scolastici; • monitoraggio continuo sulla sicurezza; • potenziamento e/o installazione di video telecamere di sorveglianza.”

Nel capitolo delle partecipazioni si è tanto strombazzata la costituzione e attivazione del Centri civici. Tanta enfasi ma tutto è fermo
Nulla di quello prospettato circa Senigallia, Europa e Macroregione Adriatico Ionica ha avuto un minimo riscontro.

Ci sarebbe tant’altro da dire specialmente sulle fosche prospettive in merito allo sviluppo economico. Solo delle belle promesse ma nessun risultato concreto. Un progressivo abbandono delle piccole attività commerciali eppure si blaterava che “la rete dei piccoli negozi del centro storico rappresenti una delle più importanti identità di servizio della nostra città.” “caratterizzare quest’area come il “centro commerciale naturale” dove sia piacevole fare acquisti”.

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