“Il grande spreco della somma urgenza”
Primo di una serie di interventi dell’Associazione Confluenze sulla gestione del fiume Misa
Durante l’ultima piena di fine febbraio, su segnalazione di alcuni cittadini, qualcuno in Regione ha deciso di intervenire “in somma urgenza” a difesa degli argini del Misa alla Marazzana e a Vallone. Alcune domande sorgono spontanee: perché ridursi ad intervenire durante una piena, se quelle erosioni erano in corso da almeno tre anni?
È possibile che nessuno In Provincia o in Regione si sia accorto di tali problemi in questo arco di tempo?
I due interventi in fase di realizzazione hanno le solite caratteristiche di scogliere a difesa della sponda Interventi così localizzati potrebbero creare danni a monte e/o a valle o sulla sponda opposta. Importo di spesa 450.000 euro.
Per interventi analoghi, sia sul Misa che su altri fiumi, si sono spese cifre molto, molto inferiori. Ancora una volta paghiamo lo scotto della “somma urgenza” che prevede l’assegnazione di opere alle ditte, senza bandi di gara, quindi senza nessuna forma di economia.
La stessa cosa è avvenuta nell’inverno-primavera 2015, in seguito alla alluvione, anche lì interventi che dovrebbero essere di manutenzione ordinaria, sono stati fatti “in somma urgenza”, senza bandi di gara e con la direzione dei lavori affidata di fatto, per forza di cose, al ruspista di turno. Il risultato è stato una tabula rasa con l’abbattimento di migliaia di alberi protetti e ad alto fusto. Poi, per tre anni non si è visto più nessuno. Importo dei lavori 700.000 euro circa.
La qualità e l’efficacia di questi lavori di “ripulitura” è tutta da dimostrare. Essi contribuiscono alla riduzione del tempo di corrivazione, cioè del tempo che impiega l’acqua per raggiungere la foce dal punto più lontano, con la conseguenza che l’acqua, correndo più veloce, arriva prima nel centro abitato di Senigallia, area che tutti dichiarano di voler prioritariamente tutelare. Essi, inoltre, determinano continue erosioni delle sponde e degli argini a monte e a valle. Opere di difesa delle sponde sono presenti lungo tutto il tratto arginato del Misa e sono peraltro in stato di abbandono, diventando a lungo andare inutili o dannose (vedi foto).
È evidente che questo modello di gestione è insostenibile anche da un punto di vista economico. Ci sono decine di tratti in cui è in atto un’erosione della sponda.
Quanti milioni occorrerebbero per “metterli in sicurezza” sempre in modalità “somma urgenza”?
Il fiume assomiglia sempre di più ad un canale e la biodiversità, caratteristica degli ambienti fluviali, risulta impoverita. La città insicura. È possibile che gli amministratori pubblici non siano consapevoli di questi problemi?
da CONFLUENZE
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