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Caritas Senigallia: “non permettiamo che vengano eretti muri”

"Esserci per i più deboli: la nostra resistenza non impugna le armi"

Studio dentistico Dott. Claudio Balicchia - Dentista Senigallia (Ancona)
L'operazione della Polizia di Stato "Glauco 3" ha fatto luce sull'immigrazione clandestina: un arresto nel maceratese

Di seguito l’intervento della Caritas in occasione della ricorrenza del 25 aprile.


Il nostro Paese è posto al sud dell’Europa, così vicino a quella parte di mondo chiamata “sud”, che è un mondo fatto di carestia, di deprivazione. Un mondo di povertà e di torture. La Libia è un inferno difficile da attraversare anche per chi ha dentro di sé il fuoco acceso dalla voglia di raggiungere i propri sogni. Noi accogliamo i ragazzi e le ragazze, le famiglie e i bambini, che sono passati attraverso il male più oscuro e brutale, uomini picchiati, seviziati, violentati. Una violenza esteriore e ben visibile, fatta di ossa rotte e lacerazioni, ma anche una violenza interiore, che non si cura non i cerotti. Nei loro occhi vediamo una disperazione tale che è impossibile restare indifferenti. Tutti dovrebbero provare a guardare dentro quegli occhi: non ci sarebbe più chi afferma “ci rubano il lavoro”, “ci danno fastidio”, “cosa vogliono?”. Noi, noi di Caritas ma tutti noi, abbiamo il dovere di afferrare la mano di chi sta affondando. Il dottor Pietro Bartolo, medico di Lampedusa e grande combattente, ce lo ha ripetuto con la sua passione unica e travolgente durante i suoi incontri con la cittadinanza Senigallia. Non possiamo tacere, dobbiamo gridare il nostro rancore per chi approfitta della debolezza per giocare con la vita umana. Non permettiamo che vengano eretti muri, fili spinati, barriere. Tutto questo è disumano e aberrante.

Oggi lottare per noi significa essere un porto sicuro per le ragazze nigeriane vittime di tratta, per i rifugiati e richiedenti asilo che cercano protezione, per i bambini vittima di razzismo perché hanno la pelle nera, per le mamme escluse da una vita professionale perché hanno figli, per il padre che ha perso il lavoro e non sa più come essere sostegno per la sua famiglia, per la donna vedova che mangia solo una volta al giorno perché la pensione non basta. Esserci per i più deboli, per gli emarginati: è troppo facile tagliare fuori qualcuno dalla società, soprattutto quando è fragile e non ha i mezzi per combattere. La nostra lotta è sul piano intellettuale, perché abbiamo conoscenza, memoria e una lunga storia di amore verso il prossimo.

Vogliamo una città, un Paese, un’Europa libera e pacifica, fatta di diversità che coesistono, che dialogano, che non temono di dire la loro origine e che amano la loro storia. La lotta per noi è anche spazio interiore, dove la libertà di pensiero e il castello di valori di ognuno sono fondamentali e vanno rispettati, sempre. Il nostro impegno, quello dei nostri volontari, è personale e civile e ne andiamo fieri. Sappiamo bene quanta forza ci sia nel volontariato, che sobbolle come un vulcano, silenzioso e sotterraneo, portando con sé l’energia necessaria per dare aiuto e provare a cambiare questo Paese che talvolta sembra alla deriva.

La nostra resistenza non impugna le armi ma usa la cura e la gentilezza. Per le persone. Per gli uomini, le donne, i bambini. Deboli, poveri, dimenticati. Noi non smetteremo di amare gli ultimi e di provare a dar loro gli strumenti per costruirsi una vita dignitosa. Noi vogliamo avere, in ogni momento, cura di loro.

Commenti
Ci sono 3 commenti
Glauco G. 2018-04-27 14:43:17
IL mio commento è rivolto a TUTTE le associazioni e non solo a chio ha scritto l'articolo.
L’accoglienza e stare accanto a chi ha bisogno è cosa nobile ed è una fiamma che deve essere alimentata con ogni forza. Questo non significa che noi “fortunati” dobbiamo alimentare la fiamma senza però pensare di circosriverla. Non serve a nulla il fuoco se poi questo brucia tutto quello che gli sta attorno. Per spiegarmi meglio, condivido e apprezzo ogni ente (cattolico e non) che aiuti lo sfortunato di turno (a prescindere dalla razza dal credo religioso e politico) ma non ho MAI sentito di organizzazioni che, prima di aiutare, guardano bene nelle tasche di chi aiutano. Non parlo degli uomani appena sbarcati ma di chi si trova ogni mattina di fronte alle porte di una organizzazione paingendo per le ossa rotterimediate nel suo paese ma in tasca possiede 400 euro e telefonini di ultima o penultima generazione. Ho visto personalmente persone che “godono” di tetto e cibo ma che stanno al bar a chattare (o altro) con telefonini da 300 euro (e anche piu). Ho etto troppo spesso che quando un “poveraccio” viene controllato dalla polizia in tasca trova sempre soldi che, se paragonati ad un lavoro comune e facendo rapporto ore lavorate /importosono, risultano simili a stipendi da Dottori o Ingegneri..... non lo dico io ma la cronaca e se volete credermi oppure no di quello che VEDO nei locali di Senigallia...ok non credetemi ma girate per la città e guardate cosa tengono in mano questi “poveracci”. Tablet, telefoni non econocimi, ecc.. ecco cosa hanno in mano (e qualcuno di loro la sera dorme comodo in strutture di accoglienza)..uno che muore di fame non ha un tablet ma un pezzo di pane....non mi credete? Guardate le foto fatte anche dall’opposizione diversi mesi fa...come detto, ovvio che non tutti sono così e che ci sono le mele marce in ogni famiglia...ma controllare meglio chi si aiuta..beh forse scoprirete che chi ha davvero bisogno alcune volte è talmente orgoglioso da non chiedere aiuto e quindi dormire sulle panchine...a discapito di chi veste firmato e dorme comodo nelle strutture perchè si è presentato con la lacrimuccia di fronte una porta a raccontare di come nella sua terra tutti muoiono...ecco cosa personalmente mi fa rabbia... in Italia (gli altri paesi non mi interressano) stiamo vivendo un volontariato fuori controllo ...qui basta far dormire qualcuno ....così chi aiuta dorme sereno e magari convinto di essere un uomo migliore......poco importa della veridicità di chi aiutiamo....e di clasciamo dormire sulle panchine....Tanto di cappello invece chi va di notte a sfamare i senzatetto nelle città...quello si che per me è VERO aiuto a persone veramente bisognose...trovate un tablet ad un poveraccio che dorme in inverno per strada....trovatelo e mi scuserò con chi si sentirà eventualmente offeso dal mio commento.
giulio
giulio 2018-04-27 16:41:19
E' giusto che la Caritas parli a nome della Caritas. E non parli a nome della maggioranza degli italiani che, si sa, non la pensa esattamente come lei. Anzi....
Glauco G. 2018-04-30 12:47:04
maggioranza degli Italiani? secondo Lei la maggioranza la pensa come lei..secondo me la pensa come me... commento decisamente privo di fondamento il suo (per quanto riguarda il numero di Italiani)... detto questo, ovvio che la caritas scriva per la Caritas..io rispondo invece a tutti (compresa la Cartias)...oggi si aiuta solo per aiutare e senza criterio..questo inevitabilmente porta ad aiutare i piu forti (e spesso meno bisognosi) e si abbandona i piu deboli (spesso piu bisognosi)..... per non parlare che per molti (non per tutti spero) ...piu numeri si fanno piu soldi si incassano...quindi ora si auta anche per battere cassa.... contento lei che ancora giudica nobile il volontariato Italiano... io di certo lo giudico diversamente (e con me la maggioranza degli Italiani...tanto vale per lei varrà pure per me dire che quasi tutti la pensano come me)
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