La Wunderkammer Orchestra a Senigallia il 1° aprile, protagonista del “Concerto di Pasqua”
Sul podio alla Rotonda a Mare salirà a dirigere Carlo Tenan, pianoforte solista Marco Vergini
Il 1 aprile la Wunderkammer Orchestra replica il programma del concerto tenuto a Lugo – con enorme successo – lo scorso 23 marzo. L’ensemble pesarese sarà infatti protagonista del “Concerto di Pasqua” nell’ambito della Stagione Concertistica di Senigallia, organizzata dal Comune di Senigallia e dall’Ente Concerti di Pesaro con la direzione artistica di Federico Mondelci, in programma alla Rotonda a Mare, inizio ore 17.00.
Sul podio Carlo Tenan, direttore musicale della WKO, già allievo di Maazel, pianoforte solista Marco Vergini, uno dei migliori talenti pianistici usciti dall’Accademia “Incontri col Maestro” di Imola.
In programma Sonata a quattro per tre più uno, elaborazione della “Sonata a quattro n. 6” composta da Rossini (siamo nell’anno delle celebrazioni del Cigno di Pesaro), Concerto n. 4 op. 58 in Sol Maggiore per pianoforte e orchestra di Beethoven e So find him, nuova composizione (seconda esecuzione dopo il debutto di Lugo) del pesarese Danilo Comitini. Un concerto in cui la mano di compositori contemporanei si alterna ed anche si intreccia a quella dei grandi della storia della musica. Una caratteristica del lavoro della WKO che essendo una formazione con un massimo di quindici elementi, si propone, attraverso trascrizioni ad hoc, di portare la musica sinfonica anche dove le grandi orchestre non potrebbero arrivare. Un’orchestra “disidratata” che sa esprimere tutti i “colori” e i “timbri” di una tradizionale con la cura e la perizia proprie della musica da camera.
Grazie a queste caratteristiche capita che in un concerto di musica classica (quasi) normale ci siano cinque compositori contemporanei che a vario titolo abbiano contribuito al risultato finale. Mauro Montalbetti autore della sua Cadenza Concertante per il Concerto n. 4 di Beethoven, Danilo Comitini con un pezzo sperimentale, oscuro e avvincente, Carlo Tenan, che oltre a dirigere ha realizzato una versione folle, brillante (e molto virtuosistica) della “Sonata a quattro” n. 6 di Rossini, e poi Chiara Piletti che ha aiutato Paolo Marzocchi nella riorchestrazione del concerto n. 4 di Beethoven. Un esempio di “gebrauchsmusik”, di musica d’uso, un grande lavoro di artigianato musicale, che è la vera essenza del mestiere del compositore.
Il concerto sperimenta poi i due atteggiamenti della percezione della musica: quello occidentale che ha sempre privilegiato la “dimensione narrativa”, una sorta di drammaturgia del tempo in cui i temi sono personaggi che agiscono, si relazionano, si trasformano, e quello “meditativo” che alla narrazione preferisce la contemplazione e privilegia l’ascolto del suono in sé. Il brano di Danilo Comitini, commissione WKO, trentenne ma con già all’attivo diversi lavori cameristici e orchestrali e un’opera lirica, intitolato enigmaticamente So find him, è un esempio chiarissimo di “musica che è”, slegata da una narrazione. Il pezzo nasce da un celebre e minutissimo frammento di un autore noto; nel titolo, la sfida a trovarlo. A fare da cornice, la “musica che racconta”. Apre infatti il concerto la Sonata a quattro per tre più uno, elaborazione per WKO di Carlo Tenan della “Sonata a quattro n. 6” composta da un dodicenne Gioachino Rossini che fa già sfoggio di un talento teatrale fuori dal comune, in cui si intravedono già tratti originali ripresi nel Rossini maturo. In particolare è inconfondibilmente rossiniano il “temporale” del terzo movimento. Ma cosa succede se a questa “Sonata a quattro” si aggiungono strumenti? Per esempio altri otto? E poi un pianoforte? Diventa una “Sonata a quattro per tre, più uno”, cioè una Sonata trasformata in un’espressione matematica. L’elaborazione di Tenan non è difatti una semplice orchestrazione ma una vera e propria ricomposizione, bellissima e un po’ folle, in cui i colori cangianti degli strumenti – in cui si ritrovano anche le maracas – diventano protagonisti quanto gli stessi temi. In chiusura la musica narrativa per eccellenza, quella di Beethoven, in cui la forma (quindi la “storia”, la drammaturgia) è l’aspetto più importante e innovativo: il brano è il Concerto n. 4 op. 58 in Sol Maggiore per pianoforte e orchestra, nell’orchestrazione per WKO di Paolo Marzocchi e la nuova cadenza concertante di Mauro Montalbetti. Beethoven lo compose poco dopo le sonate di Rossini, tra il 1805 e il 1806, e fu eseguito per la prima volta con l’autore al pianoforte nel 1807: l’inizio col pianoforte da solo prima dell’entrata dell’orchestra era ai tempi una novità assoluta. Come ormai consuetudine nei programmi della WKO, la cadenza è contemporanea, ed affidata ad un altro compositore italiano tra i più eseguiti nella scena internazionale che la trasforma in un passaggio segreto, per creare dentro il concerto un piccolo episodio di musica da camera, che rielabora i materiali tematici beethoveniani in chiave contemporanea.
La WKO è composta da Angioletta Iannucci (violino I), Rita Mascagna (violino II), Elisa Floridia (viola), Giacomo Gaudenzi (violoncello), Salvatore La Mantia (contrabbasso), Cinzia Zucchi (flauto, ottavino), Ilaria de Maximy (oboe, corno inglese), Marco Messa (clarinetto, clarinetto basso), Luca Ridolfi (fagotto), Imerio Tagliaferri (corno), Miloro Vagnini (tromba), Daniele D’Ubaldo (percussioni), Roberta Pandolfi (pianoforte).
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