Avrebbe trasmesso a un’agenzia investigativa, operante nel modenese, ricevendo dei soldi in cambio, informazioni prese dal database della Polizia di Stato: è questa l’accusa che viene rivolta a un ispettore del Commissariato di P.S. di Senigallia, alla luce di ciò sospeso dal servizio.

L’uomo, M.M., 54 anni, da tempo operante a Senigallia dove è dirigente dell’anticrimine al Commissariato, è stato temporaneamente sospeso dal servizio per 8 mesi quale provvedimento cautelare a seguito dell’indagine per corruzione, accesso abusivo a sistema informatico e rivelazione di segreto d’ufficio.

Al poliziotto, che respinge ogni accusa ed è difeso dall’avvocato Federica Guarrella, sono stati tolti il tesserino e la pistola di ordinanza: è stata perquisita l’abitazione dai colleghi della Squadra Mobile di Ancona diretta da Carlo Pinto, che hanno sequestrato un computer e un cellulare.

Complessivamente sono una decina le persone indagate dai Pm Paolo Gubinelli e Valentina Bavai, per fatti riguardanti un periodo di circa un anno a partire dal febbraio 2017: la Squadra Mobile di Modena ha effettuato perquisizioni nell’agenzia privata finita al centro dell’inchiesta.

Resta invece tutto da verificare, tanto che non compare nell’ordinanza disposta dal Gip Carlo Cimini, un altro aspetto investigativo che fa riferimento a possibili reati di falso ideologico e materiale che sarebbero stati compiuti assieme a un carrozziere compiacente della zona in alcuni verbali di denuncia di atti vandalici su auto.

La notizia ha destato incredulità e scalpore a Senigallia e nella Valmisa, dove l’uomo è conosciuto e anche stimato: nel 2015 aveva ricevuto, insieme a diversi colleghi, un riconoscimento per l’opera prestata durante l’alluvione del maggio 2014.