“A Senigallia eutanasia degli alberi senza precedenti nella storia”
Il Forum dell'Onda: "poi ci si mette le penne del pavone ma la presunta compensazione non aggiunge nessun più"
Continua senza sosta l’eutanasia degli alberi a Senigallia, perseguita dalle autorità comunali con un accanimento che non ha riscontri storici.
Una cosa scientifica: il Comune si vale del Dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università di Bologna, definito “di sua fiducia”, perché in base a specifici studi definiti “fitostatici” indichi gli alberi malati da buttare giù in quanto “pericolosi”.
Se dunque qualcuno trovasse impopria la morte assistita dei 64 lecci “ammalorati” di Piazza del Duomo e la successiva estirpazione della pinetina vicino alla stazione, e se si mette poi a protestare quando vede che le motoseghe comunali spianano interi viali, sappia che non è con il Comune, ma con la Scienza che ha a che fare.
Ciò detto, stavolta parliamo di compensazione; perché le autorità comunali giustificano ogni abbattimento spiegando che si tratta di semplici sostituzioni o che altre essenze verranno messe a dimora ai margini della città, là dove, con lungimiranza, hanno disposto di impiantare i boschi urbani.
Ne parlò con molta enfasi il sindaco Mangialardi il 15 dicembre 2015 alla Rotonda, dove veniva presentato il progetto Life SEC Adapt – programma europeo per l’adattamento delle città ai mutamenti climatici. “Senigallia” disse testualmente, “ha già iniziato a intervenire con alcuni progetti mirati come quello del bosco urbano, che ha portato all’impianto forestale di oltre 4000 alberi alle Saline e a Cesanella, in un’area di circa 7,5 ettari, per migliorare la qualità del paesaggio e, allo stesso tempo, produrre l’assorbimento di carbonio e la riduzione dei gas serra”.
Non è mancata alla dichiarazione un minimo di scaltrezza, dove il Sindaco dice “Senigallia” e non “l’Amministrazione Comunale”; se però vogliamo un confronto di verità, basterà al passante dare un’occhiata al cartello che il Comune di Senigallia ha esposto lungo la Bretella delle Saline per sincerarsene.
Si legge qui che si tratta di “Forestazione per l’assorbimento di carbonio in linea con gli obiettivi del Piano Nazionale di Riduzione dei Gas serra in adempimento al Protocollo di Kyoto”; e subito dopo, che “l’intervento è finanziato con contributo erogato dalla Società Autostrade S.p.A.”, e che il progetto esecutivo è stato redatto da “Spea Autostrade, Ingegneria Europea S.p.A.”
Perché la Società Autostrade si mette a piantare alberi è ben spiegato, oltre che dal cartello, da Giovanni Castellucci, Amministratore Delegato di Autostrade per l’Italia: si tratta di “un piano di riforestazione dei territori che prevede il finanziamento di interventi su circa 400 ettari, con un assorbimento medio di CO2 pari a circa 4.120 tonnellate all’anno, piano che è stato presentato dalla Società Autostrade alla Regione Marche.”
E il bollettino “Strade e Autostrade” precisando conferma: “Nell’ambito dell’ampliamento autostradale della A14 tra Cattolica e Porto Sant’Elpidio, le emissioni di anidride carbonica da compensare sono state definite in modo proporzionale all’incidenza che il settore trasporti ha nell’emissione nazionale e ai chilometri di infrastruttura in progetto rispetto all’estensione nazionale della viabilità primaria – rete autostradale, statale e regionale [non dunque comunale, n.d.r.] – , da cui sono risultate 11.272 tonnellate di CO2 da compensare mediante interventi di riforestazione”.
Un intervento, dunque, diffuso, prescritto e calibrato allo scopo di compensare le emissioni derivanti dalla terza corsia e dalla complanare, il cui saldo teorico – in attesa che vengano inseriti numeri reali sulle ipotesi proporzionali – è zero.
Per quanto riguarda “Senigallia”, dunque, i boschi urbani che la città si ritrova non importano nessuna mitigazione aggiuntiva e nessun adattamento sopra il saldo delle emissioni compensate dalla Società Autostrade per le nuove opere.
Non serve dunque mettersi le penne del pavone e inneggiare a un’operazione nella quale la città è stata in larga parte passiva e che non aggiunge nessun + nella riduzione delle emissioni urbane. Nessun abbattimento in area urbana è compensato, né giustificato dalla presenza del bosco dell’autostrada. E, certo, se gli amministratori del Comune vogliono essere efficaci nel contenere le emissioni che alterano il clima, e con questo guadagnarsi la fiducia e l’apprezzamento dei cittadini, converrà loro fare meno gli splendidi e raccontarla giusta sulle cose che stanno veramente facendo.
Oltre al saldo zero nelle emissioni da traffico autostradale e interurbano, che compete in primo luogo a chi ne porta la responsabilità, resta da valutare il saldo energetico di questa città rispetto al modo in cui è governata.
Di questo, che invece è interamente nelle loro funzioni, ancora non si è mai parlato.
Da
Forum dell’Onda
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