Un nuovo appuntamento con la Scuola di Pace con “On the Road”
Domenica 18 febbraio alla Piccola Fenice la proiezione del docufilm
Domenica 18 febbraio, un altro imperdibile appuntamento della Scuola di Pace “Vincenzo Buccelletti” del Comune di Senigallia: alle ore 21, alla Piccola Fenice, avrà luogo la proiezione di “On the Road”, un docufilm prodotto e finanziato da uno dei più prestigiosi quotidiani al mondo – il The Guardian – e girato da Piers Sanderson, un regista londinese, ormai da anni nostro concittadino.
“On the Road” affronta un tema scomodo e troppo spesso dimenticato: la tratta di esseri umani e lo sfruttamento sessuale. Ogni anno, un elevato numero di ragazze minorenni che arrivano nei centri di accoglienza italiani, spariscono misteriosamente per poi riapparire ai bordi delle strade: strade vicinissime a noi, come la cd. “Strada dell’Amore” nella quale, tra Marche e Abruzzo, si possono incontrare tante, troppe prostitute nigeriane costrette alla prostituzione.
È proprio in quelle zone che la ONLUS “On the road” (da cui il nome del video) concentra le sue forze per contrastare un racket e un giro di sfruttamento e violenza ormai sempre più diffuso. Realtà importante quella di “On the road”, presente sul territorio dal 1990, e che testimonia il lungo percorso di empowerment che porta le ragazze nigeriane sfruttate nel mercato del sesso, dall’essere vittime all’essere cittadine. Un lavoro integrato, mirato a costruire una rete solidale in cui tutti gli attori della comunità, comprese le forze dell’ordine, operano insieme, per abbattere un muro di omertà che non si può più tollerare.
Saranno presenti in sala i rappresentanti della ONLUS “On the Road” e alcune delle ragazze nigeriane che l’associazione ha supportato nel momento di cambio di vita: le loro preziose testimonianze ci aiuteranno a conoscere e a denunciare un fenomeno di cui poco si parla e ancor meno si sa e, allo stesso tempo, ci aiuteranno a ricordare, con positività, l’incessante lavoro di chi crede che intralciare, ostacolare, combattere questo giro di schiavismo sia possibile. È dunque un’occasione per farci crescere in consapevolezza, risvegliare le coscienze e farci sentirci parte di una comunità che opera e lavora per una vera cultura dell’integrazione.
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