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Paolo Pizzi: “Piazza Garibaldi non dovrebbe essere un contenitore valido per qualsiasi iniziativa”

"Alcune scelte fatte per l'uso dello spazio antistante non mi sono sembrate le più consone"

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Piazza Garibaldi a Senigallia nella foto di Franco Poggio

C’è la piazza che è stata “ritrovata” ma eppure è sempre esistita seppure con diverse funzioni. Oggi ha semplicemente assunto un tono che le dovrebbe conferire un ruolo ben diverso: sta a tutti noi far si che non si siano spesi invano i soldi per la sua trasformazione.

Gli elementi caratteristici mi sembrano ispirarsi a due componenti sociali storiche fondamentali per la storia e lo sviluppo civile di qualsiasi Stato: questa premessa mi sembra doverosa per alcuni elementi di riflessione che chi vorrà potrà utilizzare come meglio crede.

Intanto penso che la sua storia si intrecci fortemente con il ruolo della Chiesa fin dai primi secoli dell’era cristiana e di papa Pio IX al quale si deve l’erezione di diversi edifici che si affacciano sulla piazza.

Accanto a questo elemento ve n’è un altro che spesso viene sottovalutato e mi riferisco al monumento ai Caduti al quale non viene dato il giusto rilievo se non altro in memoria di coloro che sono morti per l’Italia.

La scorsa estate è stata la prima stagione nella quale la piazza ha potuto esprimere le proprie potenzialità ed è stata utilizzata per le iniziative più disparate.

In quella piazza si affacciano il Duomo (dal latino domus che significa casa) e il monumento ai Caduti: in omaggio al loro ruolo storico e per rispetto della loro funzione sempre attuale credo che non tutte le iniziative possano avere luogo in quello spazio e, anzi, vi debba essere una selezione affinchè vengano evitati certi eventi che non rispettano il richiamo ideale, storico, morale, culturale e religioso degli edifici presenti.

Un breve cenno storico evidenzia la variazione dell’uso per un luogo che ha ospitato la Cattedrale ben prima dell’avvento di papa Pio IX e che ha riguardato la Fiera Franca, le gare di cavalli, le parate militari della Cavalleria, le celebrazioni religiose per le feste di S.Antonio abate, di S. Sebastiano, di S.Paolino, di S. Cristoforo.

In altre parole le rappresentazioni liriche mi sembrano perfettamente coerenti con il valore storico, con il  passato e con le funzioni degli edifici più importanti della piazza; mi sembra che sia molto meno coerente con il recupero effettuato quello di far ballare le persone a ridosso del sagrato della Cattedrale. Non vorrei che l’avere “ritrovato” la piazza porti a far perdere, a ignorare il messaggio che la Chiesa rappresenta fin dai primi secoli dell’era cristiana per tantissime persone, anche se non per tutte.

Analoga considerazione è fattibile per la delegittimazione del messaggio storico che trasmette il monumento ai Caduti. Alcune scelte fatte per l’uso dello spazio antistante, spero frutto del caso, non mi sono sembrate le più consone.

Peraltro la sacralità religiosa e civile dell’area consiglierebbe un accurato controllo dei suoni per evitare stridenti contrasti con le funzioni esercitate.

Parlare di valori, di principi da trasmettere ai giovani per combattere certe degenerazioni nel divertimento e poi abituare tutti a non rispettare certi edifici e il loro ruolo, la memoria del passato e del presente mi sembra francamente molto contraddittorio; la memoria del passato non può essere utilizzata secondo calcoli personali o per opportunismi del momento.

Vorrei evitare l’ennesima polemica insensata tra le due solite fazioni perchè in questi casi il superbo reagisce sempre con violenza quando si mette davanti ai suoi occhi il male che fa. Invece vorrei che questo spunto venisse considerato come un atto di correzione fraterna, cioè fatta per amore e non per umiliare chi ha commesso errori.

Ma, comunque, questi sono i primi mesi di vita della piazza nella sua nuova veste e certe contraddizioni potevano verificarsi: ora la pur breve esperienza fatta è più che sufficiente per poter dire che quella piazza non dovrebbe essere un contenitore valido per qualsiasi iniziativa che, peraltro, diventa un ostacolo oggettivo anche per le attività commerciali della zona.

Sicuramente sono lunghi i periodi che la vedono sonnecchiare e il Natale potrebbe essere un periodo di grande vivacità non necessariamente collegata ai mercatini ma a manifestazioni e iniziative che celebrino la Natività.

Forse l’adozione di un semplice regolamento farebbe chiarezza ed eliminerebbe una discrezionalità inopportuna.

Intanto si potrebbe risolvere un problema: molti anziani faticano a camminare e non sono più in grado di raggiungere la Chiesa del Duomo nella quale vorrebbero trovare la serenità per i loro ultimi anni di vita; con qualche piccolo accorgimento potrebbe anche per loro ritornare ad essere un luogo da frequentare con assiduità e in piena libertà.

Un senigalliese credente.

Paolo Pizzi
Pubblicato Domenica 11 febbraio, 2018 
alle ore 7:00
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