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“Innocue Follie” che scardinano convenzioni, nei racconti di Stefania Piantanelli – Intervista

L'autrice: "L'incantesimo è il filo conduttore. Tanti stili e tante situazioni con personaggi che agiscono in maniera inaspettata"

Presentazione di Innocue Follie, libro di Stefania Piantanelli, al centro

Innocue follie di Stefania Piantanelli è una raccolta di 14 racconti – introdotti da altrettante illustrazioni realizzate da Stefania Bergami – pubblicata da Ventura Edizioni.

Come si legge nella quarta di copertina, l’autrice approda alla narrativa passando dal cinema. Durante i suoi vagabondaggi tra Roma, Bologna e Padova lavora sul set di due film di Pupi Avati e svolge laboratori di regia e sceneggiatura per le scuole superiori. Nel 2015 torna a Senigallia, si dedica a recensioni cinematografiche e inizia a collaborare con Marche Music College come coordinatrice e docente di linguaggio cinematografico.

Dopo la presentazione di Innocue Follie all’Auditorium San Rocco di Senigallia (a cui si riferiscono le foto di questo articolo), il volume sarà poi protagonista a Corinaldo della prossima edizion di “Autori nel borgo antico” e il 6 febbraio sarà presentato dall’autrice a Padova, in collaborazione con la libreria Limerick, al cinema Multiastra.

Innocue Follie, libro di Stefania PiantanelliPresentazione di Innocue Follie, libro di Stefania Piantanelli, al centroStefania Piantanelli alla presentazione del suo libro Innocue Follie

Abbiamo invitato Stefania Piantanelli in redazione per parlarci del suo libro.

Qual è il filo rosso che accomuna i tuoi racconti?

Ho scritto i racconti in periodi diversi, anche con intervalli di tempo molto lunghi tra l’uno e l’altro, senza una vera progettualità a monte. Nel momento in cui ho iniziato a selezionarli per dare forma al libro mi sono accorta che il filo rosso che accomuna tutte le storie è riconducibile alla citazione di Marina Cvetaeva che si legge alla fine del primo racconto:

“Trovate parole che mi incantino, credo soltanto agli incantesimi”.

Con incantesimo non mi riferisco a qualcosa di propriamente magico ma più a quel potere di trasformazione della realtà, a quella tensione verso il cambiamento che ritroviamo in tutti i personaggi, ovviamente con modi e finalità differenti.

La parola incantesimo suggerisce anche, almeno per me, la capacità di meravigliarsi, di farci sorprendere. L’incantesimo è qualcosa che illumina il reale, che consente ai personaggi di vedere sotto una luce nuova ciò che hanno attorno o dentro di loro e questo li rende capaci di trasformarsi e di cercare un miglioramento della propria condizione, di tendere verso una qualche forma di Bellezza.

Possiamo dire che tutti i personaggi fanno una scelta…

La scelta in effetti è un altro denominatore comune dei racconti. I personaggi sono collocati a un punto cruciale della loro storia, in media res. Sono alle prese con eventi esterni o stimoli interiori che li spingono ad agire.

Quella di porre i personaggi di fronte agli ostacoli è la costruzione classica della narrazione: l’eroe affronta situazioni, le supera, e così cambia, ottiene qualcosa, si arricchisce.

I miei personaggi non sono propriamente degli eroi. Alcuni sono persone comuni, altri sono più bizzarri o più onirici, a seconda dello stile narrativo adottato.

Le scelte che fanno potrebbero essere considerate un po’ folli da un punto di vista sociale perché scardinano le convenzioni, o perché i protagonisti agiscono in maniera inaspettata. In realtà perseguono semplicemente un desiderio di libertà, la libertà di essere se stessi.

E così arriviamo a parlare del titolo, Innocue follie. Ci spieghi com’è nato?

Il titolo me lo porto dietro da tanto tempo. Mi piace l’accostamento di una parola forte come follia, che rimanda a un immaginario doloroso, anche pericoloso, a un aggettivo che ne attenua il significato, anzi lo ribalta in positivo, perché le follie dei miei personaggi oltre a essere innocue sono costruttive, sono un esercizio di libertà.

Trattandosi di racconti hai avuto la possibilità di utilizzare stili di scrittura differenti, ce ne parli?

Potrei dire che anch’io, come i miei personaggi, ho fatto esercizi di libertà creativa.

Alcuni racconti sono molto concreti nelle descrizioni, altri invece sono più onirici, sia per l’ambientazione, come “Nowhere” e “Altrove”, sia per il tipo di scrittura che ho usato, un po’ più poetica, ne è un esempio soprattutto il racconto “Atene: un cuore”.

In alcuni racconti c’è una particolare declinazione del genere maschile/femminile che viene annullata: da dove nasce questa idea?

L’idea di narrare senza declinare il genere non è mia, l’ho presa in prestito da Jeanette Winterson, una scrittrice inglese, che parecchi anni fa mi colpì moltissimo con il suo romanzo “Scritto sul corpo”, dove appunto l’io narrante non era identificabile né con un uomo né con una donna.

In alcuni racconti ho riproposto questo tipo di narrazione in prima persona, evitando gli aggettivi e i dettagli che dichiarassero palesemente il genere, per consentire una maggior immedesimazione da parte del lettore/lettrice. In questo modo la lettura diventa una sorta di gioco di esplorazione: ci sono dei ribaltamenti del punto di vista, le cose cambiano nel racconto a seconda che sia un uomo o una donna a leggere.

Una ragione per leggere il tuo libro?

Scherzandoci su: il racconto breve è considerato spesso il cugino povero del romanzo, è visto come un tipo di narrazione minore. In realtà un racconto ha in sé tutti gli elementi narrativi che si trovano, ampliati, nel romanzo, con il vantaggio di poter essere apprezzato anche dal lettore frettoloso, o da chi si avvicina raramente ai libri. La brevità e la varietà di situazioni e stili che si trovano in una raccolta di racconti consentono una maggior facoltà di scelta, sia di gusto che di fruizione. Banalmente anche il non dover  seguire necessariamente un ordine di lettura che va dalla prima all’ultima pagina, come in un romanzo, può far sentire il lettore più libero e protagonista di questa meravigliosa attività che è leggere.

Allegati

Innocue follie si può acquistare da ioBook e nelle librerie di Senigallia oppure on line: www.venturaedizioni.it

Per farsi un’idea più precisa delle atmosfere presenti nel libro potete vedere il book trailer

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