Terapia Intensiva cardiologica (UTIC)…c’era una volta a Senigallia
IL Comitato Cittadino e il Tribunale per i Diritti del Malato criticano la determina n.372/2017: toglie l’Utic e conferma riabilitazione cardiologica
Circolano varie interpretazioni della determina n.732/del 18/12/217 in cui si stabilisce la nuova Rete clinica Cardiologica Asur. Tutti coloro che però hanno seguito l’iter della vicenda considerano questa determina NEFASTA per il nostro Ospedale in quanto individua, in più passaggi del medesimo atto pubblico, Senigallia come Cardiologia Riabilitativa e non come Terapia Intensiva Cardiologica (UTIC).
Lo scrive l’Asur in vari passaggi, per esempio a pag. 7 dell’allegato si menzionano 14 cardiologie: 4 di emodinamica(chirurgiche capoluoghi di provincia), 3 di Riabilitazione (Senigallia, Camerino e San Benedetto) e 13 dotate di UTIC/letti monitorizzati di terapia intensiva (senza nomi). A parte i conti matematici che non tornano, ma se noi fossimo tra i 13 perchè non dovremmo essere menzionati?
Inoltre, quando poi si passa a parlare delle Cardiologie, a pag 8 sempre dell’allegato i primi due paragrafi fanno riferimenti specifici a determine del 2013 e 2014, che ripetiamo vedevano, gestione Spacca, e vedono, gestione Ceriscioli, Senigallia, Camerino e San Benedetto menzionate ancora come Riabilitative.
Che poi a pag.10 si scriva che il tavolo degli esperti (??) abbia rimodulato per una integrazione organizzativa e funzionale le Cardiologie Riabilitative, Senigallia, Camerino e San Benedetto, con le tradizionali Cardiologie per acuti (UTIC): Ascoli, Macerata, Civitanova. Fabriano,Jesi e Fermo non fa che confermare quanto diciamo o addirittura rafforzarlo.
Sempre pag.10, dove si parla della Riorganizzazione dell’attività di degenza e delle modalità di accesso, nei quattro punti menzionati non si sa bene dove siamo collocati, mentre vi sono indicazioni precise per tutte le altre Cardiologie cardiochirurgiche e per acuti del territorio.
Inoltre a pag.11, alla lettera “b-paziente con scompenso cardiaco, III° paragrafo”, quando si parla del percorso assistenziale del paziente presso le Cardiologie per acuti si scrive che queste, qualora necessitino di tempi assistenziali più lunghi, terminino la stabilizzazione dell’ammalato presso le Cardiologie Riabilitative. Altra conferma ufficiale del fatto che le due cose, Terapia Intensiva Cardiologica e Riabilitazione non sono sovrapponibili e pertanto, alla luce di ciò, si deduce ancora una volta che Senigallia è, come scritto, esclusivamente Riabilitativa.
Potremmo continuare ma preferiamo fermarci qui anche perchè le nostre Istituzioni a tutti i livelli dicono che l’UTIC è salva e allora la domanda specifica che rivolgiamo loro è: se Senigallia non è Riabilitativa ed è di Terapia Intensiva Cardiologica, perchè questa dicitura non è stata suggerita dal nostro Sindaco, dal Consigliere Volpini e dall’Assessore Girolametti al responsabile ASUR Marini nell’esecuzione della determina in questione, al contrario per esempio di Jesi e Fabriano dove l’UTIC è stata inserita a pieno titolo?
La risposta è semplice: perchè Senigallia non avrà più l’UTIC o perlomeno fino a quando i cittadini si saranno dimenticati della vicenda. Poi piano piano taglieranno un poco alla volta come stanno facendo per altri servizi, vedi la Risonanza, l’Orl, il Laboratorio Analisi, la Medicina fino a che i pazienti si abitueranno ad andare a Jesi e Fabriano.
Noi che abbiamo un numero di abitanti superiore, benché leggermente, a Jesi, un numero di prestazioni sanitarie maggiori sia di Jesi che di Fabriano, un numero di turisti infinitamente superiore a tutti, il Sindaco indica con orgoglio 1 milione di turisti al’anno, dobbiamo sacrificare la nostra sanità per un progetto regionale che di sanitaria non ha nulla ma di politico tutto.
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