Le opere di Luigi Veronesi al Musinf di Senigallia
Una nuova acquisizione per il museo cittadino
Nuove acquisizioni del Musinf. La recente acquisizione da parte del Museo di fotografie di Luigi Veronesi, che era stato in relazione con Giuseppe Cavalli in occasione anche della fondazione del Gruppo Misa, ha proposto al Musinf l’occasione per mettere mano alla programmazione didattica degli annunciati laboratori sulla fotografia costruttivista.
Venerdì 8, delle iniziative in programma, sono stati relatori Alfonso Napolitano, Stefano Bascone ed il prof. Carlo Emanuele Bugatti.
Luigi Veronesi era nato a Milano nel 1908. E’ stato protagonista della ricerca astratta in Italia tra le due guerre e ha continuato a elaborare in dipinti, incisioni o bassorilievi configurazioni geometriche costruttiviste. Le quattro rare fotografie di Veronesi che sono ora entrate a far parte della raccolta del Musinf sono state acquisite, presso un noto ricercatore antiquario, da Lorenzo Cicconi Massi, che le ha scambiate con altrettante sue foto e poi le ha affidate in deposito al Musinf per la conservazione e la pubblica valorizzazione.
L’ interesse di Veronesi a indagare i rapporti tra suoni e colori attraverso la trasposizione visiva delle frequenze musicali ha caratterizzato anche il suo lavoro di scenografo. Nel 1983 aveva vinto il premio Feltrinelli dell’Accademia dei Lincei per la pittura. Dopo un soggiorno a Parigi nel 1932, durante il quale aveva stretto rapporti con Léger, si era interessato ai costruttivisti russi e olandesi. Abbandonando così l’impianto figurativo delle prime opere per dedicarsi alla ricerca di un linguaggio astratto di tendenza geometrica. Nel 1934 era entrato a far parte del gruppo Abstraction-Création. In quegli stessi anni, in rapporto con Pagano e Persico, aveva collaborato con fotomontaggi a Casabella, ed era stato tra gli animatori della rivista Campo grafico. Attraverso questa rivista si fece animatore di una riforma della concezione tipografica e illustrativa. Curioso e instancabile sperimentatore a partire dal 1935, Veronesi fu attratto dalle possibilità espressive offerte dalla fotografia cominciando a sperimentare tecniche diverse, dal clichè verre al fotomontaggio alla solarizzazione; nel 1939 pubblicò un commento musicale di Malipiero, avviando anche una serie di ricerche sui rapporti tra scale musicali e scale cromatiche.
Nel 1949 aderì al MAC partecipando da questo momento alle mostre del movimento. Proseguendo con coerenza la sua ricerca interdisciplinare, dopo una serie di dipinti definiti da una inedita densità materica e dall’emergere di nuove forme organiche (ciclo Organico, 1960-63), Veronesi era tornato ai tracciati lineari e alle rigorose configurazioni geometriche dell’esordio.
Accanto all’intensa attività grafica e di xilografo, si dedicò con passione al teatro creando interessanti serie di scenografie e costumi. I suoi bozzetti sono al Museo della Scala di Milano.
Dal 1973 al 1977 aveva insegnato composizione e cromatologia presso l’Accademia di Brera.
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