Al Teatro La Fenice di Senigallia va in scena un grande classico: Filumena Marturano
Quando una grande storia d'amore mostra anche il riscatto di una donna. Appuntamento sabato 16 dicembre
Il 16 dicembre arriva al Teatro La Fenice di Senigallia Filumena Marturano di Eduardo De Filippo, testo cardine della cultura italiana, celebratissimo in tutto il mondo.
Un’opera che segna nella dolorosa dimensione del dopoguerra, la messa in discussione degli ambiti morali, delle dinamiche sociali, delle geometrie affettive, con la necessità di ridisegnarle dopo la ferita dolorosa della fine del fascismo e del conflitto.
La commedia, che dal suo debutto, lo scorso anno al Festival dei due Mondi di Spoleto, ha ottenuto un grande successo di critica e pubblico con numerosi sold out, non ultimo quello al Teatro Carcano di Torino, è interpretata da due grandi protagonisti della scena italiana: Mariangela D’Abbraccio che ha iniziato la sua carriera diretta da Eduardo nella Compagnia di Luca De Filippo e Geppy Gleijeses, allievo prediletto di Eduardo che per lui nel ’75 revocò il veto alle sue opere. A dirigerli Liliana Cavani, al suo debutto nella prosa, che offre una messa in scena originale, in totale autonomia espressiva, senza imitazioni del grande autore-attore.
Filumena Marturano è il testo di Eduardo più rappresentato all’estero, ispirato da un fatto di cronaca dal quale Eduardo ha costruito una delle più belle commedie dedicata alla sorella Titina: È la storia di Filumena Marturano e Domenico Soriano: lei è caparbia, accorta, ostinata contro tutto e tutti nel perseguire la propria visione del mondo, con un passato di lotte e tristezze, decisa a difendere fino in fondo la vita e il destino dei suoi figli: è la nostra “Madre Coraggio”. Lui borghese, figlio di un ricco pasticciere, “campatore”, amante e proprietario di cavalli da corsa, un po’ fiaccato dagli anni che passano e dalla malinconia dei ricordi, è stretto in una morsa dalla donna che ora lo tiene in pugno e a cui si ribella con tutte le sue forze. Ma è soprattutto la storia di un grande amore. Il dramma di Filumena, che rifiuta di rivelare all’amante quale dei tre figli da lei messi al mondo sia suo, è un’allegoria dell’Italia lacerata e in larga misura depauperata, in cerca di una nuova dignità e volontà di riscatto.
Scritto nel 1946, la commedia è in anticipo sui tempi e porta al pubblico il tema, scottante in quegli anni, dei diritti dei figli illegittimi. Il 23 aprile 1947, infatti, l’Assemblea Costituente approvò l’articolo che stabiliva il diritto-dovere dei genitori di mantenere, istruire ed educare anche i figli nati fuori dal matrimonio, mentre otto anni più tardi, nel febbraio del 1955, venne approvata la legge che abolì l’uso dell’espressione “figlio di N.N.”.
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