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“Smom: museo e attrazioni contro il degrado”. “Ma struttura non è del Comune di Senigallia”

Il sindaco risponde a un cittadino che sprona al recupero di un edificio da anni in abbandono cronico: "Non è rilevabile"

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Villa Mastai - De Bellegarde, lo Smom di Senigallia - Foto dalla pagina FB I luoghi dell'abbandono

Lo “Smom” è uno dei nomi con cui a Senigallia viene identificato il complesso edilizio di fronte al Convento delle Grazie: una grande villa, Villa Mastai – De Bellegarde, sul cui retro si erge una vecchia struttura sanitaria, costruita dopo la Seconda Guerra Mondiale dall’Ordine di Malta, che acquistò edificio e terreni.

Dopo la sua “vita nobile”, la struttura dal 1948 fu pensata dal Sovrano Militare Ordine di Malta come un ospedale per la cura dei tubercolotici: la villa fu rimaneggiata quanto a stucchi e opere d’arte e un brutto manufatto di cemento le fu accostato. In seguito, nel 1976, il complesso fu utilizzato per alcuni mesi come ospedale psichiatrico, infine come struttura ricettiva, per poi cadere in abbandono ed essere rilevata, negli anni 2000 dalla Laurana s.r.l., società del gruppo Edra, con l’intenzione di farne un albergo e centro benessere di lusso… Ma l’intenzione è rimasta tale.

Villa Mastai – De Bellegarde, o lo “Smom”, non è però stata dimenticata da alcuni cittadini di Senigallia, tanto che proprio uno di essi ha scritto al sindaco Mangialardi per capire se e come l’Amministrazione può intervenire su una situazione che definire degradante è poco.

“Un posto pieno di storia che potrebbe diventare un qualcosa di importante per la città – scrive Alessandro Antonelli – Siamo l’unico Paese, signor Sindaco, a buttare via l’arte e la storia! Invece è su questo che dobbiamo fare leva, non è niente di difficile, dobbiamo solo sfruttare quello che abbiamo già!”

La proposta di Antonelli è quella di sfruttare gli spazi della villa come polo museale, generando introiti per le casse comunali e posti di lavoro. Allo stesso modo, nella ex struttura ospedaliera si potrebbe ricavare un centro attrattivo e ludico: ad esempio una escape room, suggerisce il cittadino. Il tutto mirato ad eliminare degrado, abbandono e devastazione, alla quale sono tuttora incredibilmente sfuggiti molti degli affreschi nella villa Mastai.

Il nodo, però, è quello che lo stesso Mangialardi fa emergere nella sua risposta: “Ci troviamo davanti ad una proprietà privata, non ha però alcun titolo per poter rilevare la struttura nè tantomeno confiscarla per dare seguito a idee di valorizzazione di quel luogo, che certo non mancherebbero”. Il sindaco di Senigallia poi ricorda quanto fatto anche in tempi recenti dall’Amministrazione per la valorizzazione di spazi e iniziative culturali, citando la riapertura di Palazzetto Baviera e l’inaugurazione della mostra fotografica “La realtà ingannata”, dedicata a Ferroni, Giacomelli e Salvalai.

Per Villa Mastai – De Bellegarde, invece, la via del recupero e dell’uscita da una condizione fatiscente, proprio non si intravede.

Foto tratta dalla pagina Facebook “I luoghi dell’abbandono”, che ha dedicato un servizio fotografico allo “Smom” di Senigallia

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Commenti
Solo un commento
Marcello Liverani
Marcello Liverani 2017-11-26 13:01:39
http://www.senigallianotizie.it/1327402892/senigallia-ma-a-chi-appartiene-ora-ville-de-bellegarde-foto-di-un-degrado-inesorabile (Articolo del sottoscritto su Villa De Bellegarde del 1° giugno 2016)..... "La realtà ingannata", titolo perfetto per le parole del Sindaco, perchè è vero che è una proprietà privata e quindi il Comune non può intervenire e decidere, ma altrettanto VERO che nei primi anni del 2000 fu presentato un progetto per farne un "Centro Benessere" che non piacque all'allora Sindaco Angeloni e alla Soprintendenza per i Beni architettonici, e quindi non se ne fece nulla. Se veramente il Sindaco avesse a "cuore" quella struttura, potrebbe almeno tentare di mettere intorno ad un tavolo la proprietà per cercare di vedere se ci sono possibilità per farla ristrutturare, ma non lo fa. Lo ha fatto nel passato laddove lo ha voluto fare per qualche particolare interesse. Come sempre è la buona volontà che manca, perchè se non c'è interesse non si fa nulla.
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