Avvicinarsi alla povertà con la Giornata dei poveri a Senigallia e Trecastelli
Caritas: "non amare a parole, ma coi fatti"
Non amiamo a parole ma con i fatti. Con questo pensiero domenica 19 novembre si celebra una giornata nuova e fortemente importante, istituita per il primo anno da Papa Francesco al termine del Giubileo della Misericordia: la Giornata mondiale dei poveri.
Le comunità dei fedeli del territorio sono infatti invitate direttamente dalle parole del messaggio del Papa ad aprire gli occhi e le braccia verso la povertà, perché “per cambiare la storia è necessario ascoltare il grido dei poveri”. La Giornata dei poveri non dovrà quindi essere un evento isolato ma un modo di essere, uno stile di vita della Chiesa per i prossimi anni, un emblema dell’insegnamento del Vangelo, un modo più concreto di guardare i volti di uomini, donne e bambini vittime della povertà e di indignarsi di fronte all’ingiustizia e alla sofferenza di persone spesso sfruttate e schiacciate dalle logiche malate del potere e del denaro.
Gli spunti di Caritas alle parrocchie sono stati accolti con favore, spesso organizzando pranzi e momenti di condivisione, di amicizia, di solidarietà insieme ai poveri che vivono accanto a noi.
A Trecastelli per esempio domenica 19 ci sarà il frequentato pranzo solidale organizzato dall’unità pastorale “Cinque pani e due pesci”. Lo stesso al Centro di solidarietà Palazzolo, che aprirà le porte all’intera comunità dei fedeli della parrocchia del Portone: non solo gli abituali ospiti della mensa, che la domenica non hanno limite numerico, ma famiglie e adulti che mangeranno insieme agli ospiti e vivranno un’intera giornata dedicata alla povertà insieme a don Paolo Gasperini, che proprio il 19 inaugura una serie di incontri aperti alla comunità al teatro Portone, il primo insieme al fondatore della comunità di Capodarco, dal titolo “I poveri a casa nostra”.
Questa giornata vuole essere uno stimolo in primo luogo per i credenti, “perché reagiscano alla cultura dello scarto e dello spreco, facendo propria la cultura dell’incontro”, come spiega nel suo messaggio il Santo Padre. Avvicinarsi ai poveri del nostro quartiere, a coloro che cercano protezione e aiuto, accoglierli come “ospiti privilegiati alla nostra mensa”. Papa Francesco, sempre vicino a più deboli, offre il suo grande insegnamento di umiltà e di generosità: “I poveri potranno essere dei maestri che ci aiutano a vivere la fede in maniera più coerente. Con la loro fiducia e disponibilità ad accettare aiuto, ci mostrano in modo sobrio, e spesso gioioso, quando sia decisivo vivere dell’essenziale e abbandonarci alla provvidenza del Padre”.
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