Mozione sui vaccini a Senigallia, “altra occasione persa per dare fiducia a istituzioni”
Palma e Martinangeli spiegano la loro posizione su quanto discusso in Consiglio comunale
Nella seduta consiliare del 26/10/2017 è stata discussa la mozione presentata dal consigliere Sartini di Senigallia Bene Comune, dal titolo “legge 119/2017 sulle vaccinazioni obbligatorie e sua corretta applicazione”. La mozione, molto complessa e articolata, impegnava sindaco e giunta a una serie di attività, come:
1. promuovere e incentivare una informazione corretta e non pregiudiziale sulle controindicazioni, i possibili effetti avversi e le modalità di segnalazione degli stessi (farmacovigilanza),
2. permettere l’analisi pre-vaccinale,
3. sollecitare da parte dell’ASUR area vasta 2 la identificazione di idonei calendari di recupero per i bambini che non sono stati vaccinati affatto o che non hanno completato i cicli vaccinali,
4. interloquire con l’ASUR area vasta 2 per far sospendere in via cautelativa la somministrazione del vaccino Infanrix Hexa ™ prodotto da Glaxo, in attesa delle rassicurazioni del ministero della salute circa la sicurezza del prodotto,
5. istituire un tavolo tecnico comunale per valutare i contrasti in merito all’interpretazione delle circolari attuative della legge 119/2017 circa la esclusione dei bambini non in regola con il piano delle vaccinazioni,
6. garantire a tutti i bambini, anche quelli non vaccinati, di poter accedere ai benefici del D. Lgs. 65/2017 (la buona scuola),
7. garantire la privacy dei minori nella diffusione dei dati dall’azienda sanitaria alle scuole,
8. promuovere il dialogo costruttivo tra cittadini e istituzioni, rimettendo al centro le famiglie.
Il MoVimento 5 Stelle non ha una posizione antivaccinista, come abbiamo già espresso in un nostro precedente comunicato del 25 maggio scorso, siamo favorevoli all’obbligatorietà per legge dei primi quattro vaccini ed anche all’introduzione di misure di obbligatorietà per vaccini che proteggano da malattie per le quali esista una reale emergenza epidemica (es. morbillo), e quindi non ritenevamo sostenibili alcuni dei punti elencanti in questa mozione.
Il M5S, dopo consultazioni con esperti nazionali ed internazionali di riferimento, ha sempre auspicato una seria discussione tra tutte le forze politiche, possibilmente senza strumentalizzazioni di alcun genere, vista l’importanza del tema in termini di diritto alla salute individuale e pubblica. Purtroppo, questo non è stato possibile.
Avremmo auspicato, invece, lo sviluppo di una politica di raccomandazione dei vaccini capillare nel territorio, sostenuta dalle necessarie risorse finanziarie ed infrastrutturali, affinché le famiglie fossero accompagnate dai propri pediatri e dai propri medici verso la vaccinazione, e venisse rimosso ogni ostacolo pratico alla vaccinazione stessa (in altre parole, un adeguato potenziamento dei servizi a tutti i livelli).
Questo approccio, che è modellato sulle “immunization policies” dei paesi Scandinavi e di 47 stati USA su 50, si basa sul coinvolgimento attivo e responsabile della popolazione, com’è avvenuto ad esempio con la campagna per la promozione dell’allattamento al seno.
Questa posizione di fondo in favore di un approccio “persuasivo” alla vaccinazione include clausole di salvaguardia che introducono misure di “obbligo” in caso di emergenze epidemiche oppure di cadute della copertura vaccinale sotto le soglie che garantiscono l’immunità di gregge.
Purtroppo, durante la seduta consiliare, la discussione in aula è stata “inquinata” da alcuni interventi offensivi, da cui prendiamo le distanze, fino ad arrivare al rifiuto, da parte del PD e di buona parte della maggioranza, di rinviare la mozione in commissione sanità, cosa che auspicavamo, per migliorare quei punti della mozione che ritenevamo fossero condivisibili, quali l’informazione costruttiva e capillare ai genitori, e la tutela dei dati sensibili, visto il pronunciamento del Garante della Privacy datato 1 settembre 2017 sul divieto per le ASL di fornire dati sensibili sulle vaccinazioni alle scuole.
Per questo motivo, una volta bocciato il rinvio in commissione, abbiamo espresso il nostro voto di astensione. Ci è sembrata l’ennesima occasione persa di recuperare il rapporto di fiducia delle famiglie nei confronti delle istituzioni.
Da
Elisabetta Palma e Stefania Martinangeli
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