Vasche di espansione, il Comune di Senigallia diffida Provincia e Regione
Votata in consiglio la proposta di Unione Civica e Forza Italia: "Il progetto serve e serve subito"
Il consiglio comunale di Senigallia “sfida” la Regione Marche e la Provincia di Ancona sul tema delle aree agricole a compensazione idraulica, le cosiddette vasche di espansione. Un tema “caldo” quello dibattuto nella seduta di mercoledì 27 settembre perché da un lato vedeva la quasi totalità dei consiglieri di maggioranza e opposizione a favore di un progetto fermo da tempo e che “deve essere sbloccato immediatamente”; dall’altro, alcuni consiglieri dell’opposizione che hanno mostrato perplessità, dubbi e dati sull’inefficacia della strategia.
“E’ una battaglia prioritaria – ha dichiarato Roberto Paradisi (Unione Civica), anche perché gli inquirenti che stanno indagando sull’alluvione di Senigallia hanno scritto che c’è stato un vero e proprioboicottaggio da parte delle istituzioni sul progetto delle vasche di espansione, che risulta quindi davvero preoccupante. Con questo ordine del giorno di oggi, se votato all’unanimità, daremo un segnale forte sia politico che giuridico agli enti che hanno causato il blocco della gara di appalto o che non hanno fatto granché per realizzare le vasche”.
“Io voto la sua proposta senza nemmeno leggerla – ha subito affermato il sindaco Maurizio Mangialardi – perché già negli anni passati ho sempre promosso l’intervento e torno a farlo ora. Il Comune – è la ricostruzione storica percorsa dal primo cittadino – si è interessato delle aree agricole di compensazione idraulica solo in due occasioni ed è arrivata l’accusa di delitto amministrativo. La prima nel ’99 quando Marcantoni avocò a sé la competenza e il progetto delle vasche quando erano già sulla strada dell’appalto, bloccando di fatto il progetto. Poi il nuovo sindaco Angeloni restituisce la competenza alla Regione e da qui la ‘palla’ viene passata alla Provincia, viene rivisto il progetto, ma non si va avanti. Anzi, viene ingentilito passando da 3 milioni di metri cubi a 800 mila e solo dopo c’è il passaggio nel consiglio comunale del 27 febbraio 2012 quando c’è stato il rinvio nonostante io avessi detto che stavamo perdendo tempo e l’occasione per vederle realizzate. Poi ho subito fatto rimettere all’ordine del giorno il progetto grazie all’allora assessore Ceresoni e quindi noi siamo colpevoli solo di un ritardo di 36 giorni. Ecco il nostro delitto, mentre altri hanno discusso e allungato i tempi dall’86 ad oggi”.
Più dettagliato l’intervento di Giorgio Sartini (Senigallia Bene Comune) che ha giudicato pericoloso il progetto delle vasche perché ci sono troppi fattori a rischio che annullerebbero il fine che si intende raggiungere con la compensazione idraulica. “Anche l’Autorità di Bacino ha bocciato il progetto perché l’intradosso del ponte Perilli è più basso degli argini, creando un tappo proprio dove ci sono restrizioni nella portata d’acqua del fiume Misa. Poi le pile in alveo e i lavori fatti in modo sbagliato al porto chiudendo il collegamento con la darsena hanno contribuito a creare una situazione di rischio. Ora io non posso votare a favore di un progetto tale perché è inconcepibile spendere quei pochi soldi che vengono concessi, gli oltre 4 milioni di euro, per le vasche che conterrebbero solo un ottavo della pioggia caduta il 3 maggio 2014 e che conterrebbero solo un ottantesimo di quella che è caduta altrove, come a Livorno. Questo progetto non servirà a nulla“.
Dopo gli interventi di altri consiglieri che poco hanno aggiunto alla proposta arrivata da Unione civica e Forza Italia, è intervenuto Paradisi ricordando che “la giunta Marcantoni aveva invece capito che non si sarebbero mai fatte le vasche; per questo avocò a sé il progetto, proprio per portarlo avanti”. E poi ha concluso “è impossibile una situazione a rischio ‘zero’. Sarà sempre meglio ridurre danni e magari anche i decessi con un intervento simile invece di rimanere fermi: proprio nelle relazioni tecniche di esperti in materia e della Forestale si legge che quei 30 centimetri in meno avrebbero potuto evitare almeno i tre morti. Ecco perché le vasche sono irreversibili e irrinunciabili, ma bisogna fare in fretta”.
La votazione ha visto poi 20 favorevoli tra maggioranza compatta e parte dell’opposizione, mentre si sono astenuti Davide Da Ros (Lega Nord), Elisabetta Palma e Stefania Martinangeli (Movimento 5 Stelle) che chiedevano un rinvio per esaminare alcune questioni più tecniche e di emendare l’odg. Unico contrario Giorgio Sartini (Senigallia Bene Comune).
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