Lega Nord Senigallia: “vanno fermati coloro che scardinano l’essenza della famiglia”
La sezione locale interviene dopo l'incontro di Pontida: "gli ideali uniscono, non le ideologie"
Gli ideali uniscono, non le ideologie.
I primi sono eterni, e sono i fari nella tempesta che ci indicano la via di casa, il solco nobile che ci accomuna con i nostri avi, scavato col sudore e con il sangue che un giorno ci ha generato permettendoci di nascere.
I secondi sono creati per manipolare e sradicare con la falsa promessa di rendere giustizia e il mondo migliore, pensando che tutti quelli che li hanno preceduti fossero o scemi o furbi. Purtroppo la storia ci ha insegnato che gli ideali liberano, e le ideologie incatenano.
Al raduno di Pontida c’erano tante bandiere diverse che sventolavano.
Ognuna con la propria storia, e la propria identità, e il proprio orgoglio. Mille facce a dichiarare semplicemente –io ci sono!-. E tutte unite nella stessa folla ad acclamare un unico principio. Libertà e rispetto.
Libertà di essere chi siamo e come siamo, e rispetto per chi condivide il principio che la sua libertà di essere è la stessa da riconoscere in chi gli sta accanto.
Poi le malevoci del pensiero unificato parleranno di piattume e qualunquismo o populismo, di poveri ignoranti che ragionano di pancia chiusi nel loro piccolo borgo provinciale.
Eppure, ognuno fiero di appartenere al suo borgo provinciale, di qualunque estrazione sociale fosse o da dove venisse, non si sentiva escluso in questo giorno e in questo posto, si trovava a suo agio con tutti gli altri, apprezzando le diverse tradizioni proprio in virtù del rispetto. Dato e ricevuto.
Altra pasta è il multiculturalismo propinato dal pensiero unico. Quello è solo un mix di tutto e tutti passato dentro a un blender e reso una pappa omogenea. Roba del genere noi la diamo da mangiare al massimo ai porci, perché fa’ semplicemente schifo.
L’Italia non è mai stata UNA nella storia, l’Italia ha avuto mille facce e popoli e tradizioni differenti nella sua storia e che storia che ha avuto! Spesso in guerra tra vicini, ma ancor più spesso unita contro il comune nemico quando era necessario.
Il giuramento di Pontida che sfociò nella battaglia di Legnano (1176) e che sconfisse il Barbarossa, è il simbolo di quest’unità e non certo della disintegrazione di un’entità territoriale che non esisteva neppure. Fu il frutto dell’unione dei comuni non solamente lombardi, Milano, Lodi, Ferrara, Piacenza e Parma come nucleo principale a cui poi aderirono altri comuni (Crema, Cremona, Mantova, Bobbio, Bergamo, Brescia, Genova, Bologna, Padova, Modena, Reggio nell’Emilia, Treviso, Venezia, Novara, Tortona, Vercelli, Vicenza e Verona) a ricacciare in Germania il tiranno invasore.
Ed è lo stesso spirito di libertà che non si piegò a una minaccia ancora più pericolosa quattro secoli più tardi a Lepanto. Anche qui troviamo un’altra Lega, la Lega Santa che riuniti i ducati italiani, il Regno di Napoli e di Sicilia (ai tempi sotto l’impero Spagnolo), che con Venezia in testa, difese l’Europa dall’assalto dell’impero Ottomano.
Lo stendardo In hoc signo vinces, raffigurava il Crocifisso tra gli apostoli Pietro e Paolo, i massimi custodi del Cristianesimo contro l’orda musulmana.
Tale simbolo, insieme con l’immagine della Madonna e la scritta S. Maria succurre miseris, saranno gli unici a sventolare in tutto lo schieramento cristiano.
L’impero ottomano ne uscì sconfitto e il suo declino fu segnato nei secoli a venire per nostra fortuna.
Se per caso passerete a visitare la basilica di Loreto, ricordatevi di accarezzare le cancellate poste agli altari delle cappelle del Santuario.
Quel ferro freddo è stato forgiato con le catene che incatenavano i forzati cristiani ai banchi dei remi delle navi turche.
Quando furono liberati e sbarcati a Porto Recanati, salirono in processione alla Santa Casa, dove le offrirono alla Madonna. E con esse furono fatte quelle cancellate.
In quel freddo metallo scorre il sangue, la disperazione e l’oppressione vissute dagli schiavi incatenati, carne da frustare per una remata in più.
Ma poi come un fiume in piena, ci scorre anche la gioia infinita della liberazione.
Se andate a Loreto, toccatele e sentitele.
Oggi affrontiamo nuove minacce, più infide e perfide, perché portate a farci dubitare della nostra stessa identità in nome di un qualche progresso ipotetico e manipolatore.
Gli antichi romani la chiamavano la tecnica del divide et impera, e i servi del potere di oggi che non sono certo al servizio della gente, l’hanno portata fino a casa. Anzi fin dentro casa, cercando di scardinare la stessa essenza della famiglia e dei legami familiari.
Vanno fermati.
Se come allora, come in passato, saremo come le dita di una mano, separate certo nelle nostre diversità, ma capaci di unirsi in un unico pugno quando è necessario, allora non avranno possibilità di successo e la vittoria sarà di tutti. Una vittoria di tutti gli uomini che vogliono essere liberi, e che non se ne vogliono andare senza aver proclamato e rivendicato il proprio diritto a esistere nella loro terra e nelle tradizioni e che credono nella libertà di vivere e decidere per se stessi.
E questo è il significato di vedere mille bandiere da tutta Italia sventolare in un unico campo. Mille bandiere diverse, simbolo della propria storia, provenienti dai posti più lontani ma vicine in un unico ideale. Libertà.
Forse Salvini non sa come accadono i colpi di stato,quelli reali non propagandistici,al mondo.
@fra77. Hai paura del colpo di Stato? Perchè? Credi di essere in democrazia? Beata ignoranza!
Siete veramente dei poveracci, e non intendo dal punto di vista economico.
Perché di tante persone specchiate esiste pure la mela marcia.
Riguardo alla democrazia sono spiacente di confermarle che c'è.
In questo paese si è sempre votato,male a mio avviso,ma sempre votato.
Il 90 % dei governi non ha mai terminato la legislatura,e si è sempre votato.
Infine,riguardo ai denari pubblici,nessuno aveva ed ha diritto a prenderli.
Si è votato nel 1993 punto.
Secondo me qualsiasi partito prenda finanziamento/rimborsi deve rigirarli in automatico ai cittadini italiani perché son denari nostri e no di chicchessia.
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